Ancora polemiche sul piano di dimensionamento scolastico approvato dalla Giunta comunale ed ora al vaglio della Regione per il via libera definitivo.
"Apprendiamo dalla stampa la volontà dell’assessore Francesco Bignotti di ‘fare chiarezza’ sull’iter del tavolo tecnico comunale che ha portato all’elaborazione di un piano che la città dell’Aquila non vuole ed aderiamo volentieri al suo cortese invito", l'affondo delle segreterie provinciali FLC CGIL, GILDA, SNALS. Che spiegano: "I lavori del tavolo tecnico, al quale siamo stati invitati a partecipare su nostra specifica richiesta e non per volontà divina, hanno avuto inizio nell'autunno 2018 e sono stati ultimati il 16 aprile 2019. Sin dal primo incontro, la posizione unitaria dei sindacati partecipanti al tavolo è stata chiara: la ricostruzione degli edifici scolastici della città dell'Aquila rappresenta una priorità assoluta e non negoziabile. Abbiamo sempre affermato, in maniera netta e convinta, il nostro parere contrario ad un piano di dimensionamento basato sull’esistente, con la consapevolezza che un dimensionamento, quando vi si addiviene, deve essere duraturo poiché comporta un impegno tecnico, burocratico ed identitario destinato a durare nel tempo".
Una presa di posizione decisa, sebbene Bignotti, in conferenza stampa, abbia ribadito nei giorni che i sindacati, fino all'approvazione del piano in Giunta, non si erano mostrari contrari al dimensionamento. "La situazione della mancata ricostruzione dell’edilizia scolastica - hanno ribadito i sindacati - non permette di pensare a situazioni durevoli nel tempo e noi, che le scuole le conosciamo e le frequentiamo, sappiamo bene che i processi di costruzione dell’identità di un’istituzione scolastica sono lunghissimi e meritano distensione e sicurezza. Il piano di dimensionamento, così come presentato e più volte rielaborato nel corso del tavolo tecnico, conduce ad una città che non c’è ancora e che l’amministrazione comunale non sa come disegnare. Abbiamo chiesto, e continuiamo a farlo, un piano organico di città all’interno del quale la scuola giochi un ruolo di primaria importanza in termini di presidio sociale e culturale e proprio per questo motivo non siamo entrati nel merito della bontà della verticalizzazione che – per quella che è la nostra esperienza professionale – sappiamo non essere in grado di garantire la desiderata continuità didattica e territoriale".
I sindacati spiegano di aver partecipato comunque agli incontri del tavolo tecnico "per correttezza" e con la convinzione, proprio perché tecnici della scuola, "di poter portare un contributo di conoscenza e di competenza ai lavori, nonostante il parere sfavorevole che tale è rimasto fino alla fine e ben sapendo che la nostra era solo una presenza consultiva".
I lavori del tavolo si sono conclusi il 16 Aprile 2019, quando l’assessore dichiarò che il piano, per volontà del vice sindaco, avrebbe fatto un passaggio in Consiglio Comunale, cosa peraltro mai avvenuta. "Dei lavori del tavolo non è mai stato stilato un verbale - la stoccata - e non riusciamo a capire come l’assessore abbia potuto presentarne durante la conferenza stampa nella quale ci ha chiesto di 'fare chiarezza'. D'altra parte, anche durante la III Commissione riunitasi in data 7 novembre 2019, l’assessore ha fatto sì un excursus, ma andando a memoria. Normalmente, agli incontri dei tavoli, segue l’invio di un verbale nel quale vengono riportate le posizioni di tutti i partecipanti e viene chiesto loro di confermare la correttezza di quanto scritto nel verbale stesso. I fogli excel a cui fa spesso riferimento l’assessore contengono il piano ma non costituiscono un verbale: e se non abbiamo apportato contributi è dipeso unicamente dalla nostra ferma posizione contraria. Sarebbe stato quantomeno incoerente, apportare modifiche o suggerimenti a qualcosa su cui non si concorda".
Dunque, i sindacati hanno inteso affermare in maniera esplicita che continuano a "non vedere la necessità della verticalizzazione in una città che dopo più di 10 anni non ha ancora ricostruito le scuole e continua a tenere lavoratori e lavoratrici, studenti e studentesse, in costruzioni provvisorie o, come nel caso delle scuole secondarie di II grado di competenza provinciale, insicure e prive di un adeguato indice di vulnerabilità. Coerentemente con quanto sopra esposto, concludiamo affermando che la città va ascoltata e che il piano cala dall’alto perché è un atto che nasce da un'opaca volontà politica, distante e scollegata dalla volontà dei cittadini e delle cittadine che a quel piano stanno dicendo 'no'. Non vorremmo essere, in questo momento, nei panni degli uffici scolastici che entro il 7 gennaio, termine ultimo per le iscrizioni all’a.s. 2020/21, dovranno indicare alla cittadinanza un’offerta formativa ancora sconosciuta. E non vorremmo essere nemmeno nei panni di docenti e personale ATA che si vedranno costretti a subire – non si sa ancora con quali modalità, visto che le norme esistenti non disciplinano pienamente una situazione di dimensionamento così diffusa – forse una graduatoria cittadina o forse chissà che cosa. A loro sì che saremo vicini se la Regione Abruzzo, sulla quale ancora nutriamo qualche speranza, ratificherà un piano così poco desiderato dalla città".