Giovedì, 23 Gennaio 2020 16:17

Incontro con Barbagallo e Zerocalcare, gli organizzatori: "Si è tornati a discutere, ad ascoltare"

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota inviata dagli organizzatori dell'incontro con Silvia Barbagallo e Zerocalcare

Appena ieri l’incontro - presso la Libreria Colacchi, che ringraziamo ancora per l’ospitalità e la disponibilità - con cui Silvia Barbagallo, direttrice artistica del Festival degli Incontri, ha risposto all’invito rivoltole da un gruppo di cittadini aquilani a seguito dello strappo con il Sindaco dell’Aquila che aveva portato alla cancellazione dell'evento. Con lei il disegnatore Zerocalcare, la scrittrice Annalisa De Simone, ideatrice del format del Festival e altre personalità del mondo della cultura che avrebbero dovuto prendere parte alla manifestazione.

Di gente un bel po’. Stracolmo anche il piano terra della libreria, con uno schermo che riportava immagini e parole che si pronunciavano al piano di sopra, con persone stipate mezz’ora prima che tutto iniziasse. Tanti che sostavano fuori con interesse e curiosità.

Una risposta non prevista, non scontata. Le censure, soprattutto quelle che vengono dalle istituzioni, puzzano di prevaricazione, sono roba che scotta, che resta nella memoria. Roba che ti fa venire voglia di reagire e di esserci, di prendere parte, perché oltre una certa soglia non è lecito andare.

Non sarebbe sbagliato dire che la ricostruzione della città dell’Aquila ha un valore principalmente culturale e la cultura ha un suo aspetto materiale, le case e i palazzi, e un aspetto immateriale che non opera con i mattoni, ma con le menti e i cuori delle persone. Ieri sera molte di queste menti si sono accese parlando di un futuro ancora possibile per il festival degli incontri, per ragionare dell’idea di costruire un evento che dopo dieci anni possa davvero ambire ad essere culturalmente rappresentativo dell’intera città dell’Aquila e si leghi al suo nome nel mondo, come succede già in altre città (vedi il Rossini Opera Festival a Pesaro, il Flaiano a Pescara o il Festival dei due mondi a Spoleto).

E’ con questo spirito che abbiamo firmato la petizione che ha portato all’incontro di ieri, con la chiara volontà di riprendere e rilanciare un percorso ingiustificatamente interrotto. Si è tornati così a discuterne, ad ascoltare, a farsi un’idea, un piccolo “Festival degli incontri” ante litteram, che è forse servito anche ad alcuni a risollevarsi da un certo torpore, da una certa indolenza.

Nelle sale di una libreria, nel centro cittadino, e già questo è un segno positivo, circolava un’urgenza forte, palpabile, di ricominciare a vedersi, parlarsi, toccarsi, senza infingimenti, senza personalismi. Un’aspirazione sacrosanta che non va lasciata senza risposte, un’urgenza che reclama un luogo, fisico e ideale al tempo stesso, dove ricollocare relazioni reali, riguadagnare una possibilità di dialogo e di confronto.

Un perimetro, definito ma aperto, come quello di una piazza.

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