Giovedì 5 marzo, alle ore 12:30 presso la sede Municipale di Palazzo Fibbioni, il rettore dell’Università degli studi dell’Aquila Edoardo Alesse, il direttore generale della Asl 1 Roberto Testa e il direttore generale dell’Arta Francesco Chiavaroli stipuleranno l'atto pubblico che consentirà all'Ateneo di acquisire l'ex sede del Distretto provinciale dell'Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, a San Basilio.
Finalmente viene data pratica attuazione alla realizzazione del progetto strategico denominato "Polo Universitario ex San Salvatore", previsto dal Piano di Ricostruzione dei centri storici del Comune dell'Aquila sulla base dello studio di fattibilità redatto dall'Università dell'Aquila e del progetto di "Ristrutturazione della sede del Distretto Provinciale dell'ARTA".
La stipula dell'atto pubblico avverrà alla presenza del sindaco Pierluigi Biondi.
Presentato nel luglio 2017, a qualche giorno dall'insediamento dell'amministrazione di centrodestra, lo studio di fattibilità dell'Univaq è uno dei primi, veri progetti di rivitalizzazione funzionale di una 'porzione' di città oltre che una risposta significativa per un'ulteriore qualificazione del sistema universitario cittadino, con la creazione di un importante polo culturale a servizio dell'intera collettività cittadina. Se si considera l'ubicazione del complesso edilizio ex San Salvatore infatti, a ridosso del centro storico, è chiaro come l'intervento di riqualificazione possa rappresentare un volano in grado di innescare auspicate processualità virtuose.
Parliamo di progetto da 52 milioni di euro, già finanziati, in un piano triennale, dal Cipe, mediante la delibera 113 del 2017.
La proposta s'inserisce in un'ipotesi d'intervento più ampio, che viene da lontano, frutto dell'approvazione da parte del Comune dell'Aquila, nel 2003, di un programma di riqualificazione urbana in variante al piano regolatore generale. In sostanza, con tale strumento urbanistico l'Ente sancì la variazione di destinazione d'uso degli edifici ricompresi nel complesso dell'ex San Salvatore, da sanitaria a direzionale, universitaria e culturale. In questa cornice va inquadrata l'acquisizione dell'Università dell'ala vecchia dell'ex Ospedale San Salvatore: "l'accordo prevedeva che, terminato il recupero dell'ala che oggi ospita il dipartimento di Scienze Umane, il Cipe avrebbe finanziato l'acquisto dell'ala vecchia", spiegò l'allora rettrice Paola Inverardi presentando lo studio di fattibilità; dunque, "nel 2012, terminati i lavori, si è proceduto come da accordi; appena nominata Rettrice, abbiamo iniziato ad immaginare come riqualificare l'area: così, si è pensato di realizzare un polo bibliotecario che riunisse la Biblioteca Universitaria con la Salvatore Tommasi, delocalizzando anche l'Archivio di Stato per dare vita ad un polo documentale moderno, aperto 24 ore al giorno, una sorta di biblioteca 2.0, un luogo di fruizione pubblica gestito da più Istituzioni".
In realtà, l'Archivio di Stato ha deciso di andare altrove e pure per l'ex Biblioteca provinciale sembrano esserci altri intendimenti, un esempio di miopia se è vero che non ci si pone mai il problema che questi luoghi debbono essere gestiti, con risorse umane e finanziarie. La proposta era di mettere insieme le forze, appunto, per poter mantenere attivo un polo al passo coi tempi. Sta di fatto che la Biblioteca universitaria verrà realizzata a San Basilio, e si tratterà di un grande luogo di fruizione delle informazioni in senso lato.
Non solo.
C'è già l'accordo con l'ADSU per localizzare a San Basilio la Casa dello Studente, realizzando, altresì, una mensa con annesso bar, ed una grande aula ipogea sotto la piazza.
Nelle intenzioni, il complesso edilizio - recuperato tramite un progetto contemporaneo che non intende in alcun modo imitare l'antico, né sopprimerlo - potrà essere un luogo emblematico per la città e non soltanto un contenitore di nuove funzioni; in questa logica, sono stati individuati i valori da salvaguardare ed evidenziare e gli elementi incongrui che, nel tempo, hanno alterato le caratteristiche architettoniche del complesso.
Sfogliando lo studio di fattibilità, si evince che "a tutte le destinazioni previste all'interno dell'ex Ospedale sarà possibile accedere dal fronte principale dell'edificio che affaccia su Piazza Natali; il vuoto che ricalca la presenza dell'antica Chiesa del Guasto assolverà il ruolo di percorso centrale e di snodo dei vari servizi. Nell'ottica di preservare l'esistente senza stravolgerne la spazialità, si inserisce la scelta progettuale di adattare gli ambienti dell'antico nosocomio a funzioni che non richiedono spazi di grandi dimensioni, come le residenze studentesche e il centro di alta formazione destinato alla didattica. Per le funzioni che necessitano, invece, di spazi più ampi sono state previste nuove volumetrie aggiuntive, sia ipogee che in elevazione. Le prime consentono di mantenere la totale fruibilità degli spazi aperti e delle visuali attualmente ostruite; i volumi in elevazione, invece, sono stati studiati in forma, dimensione e posizione al fine di divenire elementi complementari, fisicamente e funzionalmente, alle strutture esistenti, che rimangono così inalterate nella loro identità e nelle caratteristiche tipologiche".
All'esterno dell'ex San Salvatore, la scelta è stata quella di restituire alla città "la fruibilità di Piazza San Basilio e l'affaccio sulle mura antiche, ripristinandone la presenza, seppure soltanto accennata da una gradonata. Un auditorium - sala conferenze sorgerà al posto dell'edificio ex Arta che verrà abbattuto. La fruizione di questo ampio spazio pedonale all'aperto renderà il nuovo polo universitario completo e vivibile, con una piazza verde affacciata sulle mura che riconnetterà gli spazi delle attuali piazza Natali e piazza San Basilio".
Qui si innesta l'atto pubblico che verrà firmato il 5 marzo prossimo.
E' del dicembre 2018 il protocollo d'intesa che ha autorizzato l'acquisizione, da parte dell'Università dell'Aquila, dell'ex sede Arta che, in pratica, ha ceduto in permuta la sua vecchia sede alla Asl in cambio di uno degli edifici dell'ex ospedale di Collemaggio (di proprietà, com'è noto, dell'azienda sanitaria), dove verranno realizzati i nuovi uffici e i nuovi laboratori. La Asl, a sua volta, a valle della firma dell'atto venderà all'Università l'edificio ex Arta per 440mila euro (la differenza di valore tra i due edifici). La palazzina, però, non verrà ricostruita.
Incastrare tutte le tessere di questo mosaico non è stato facile anche perché l'Arta, avendo ricevuto già da tempo un finanziamento da 3.6 milioni di euro per ricostruire la vecchia sede di viale Nizza, sarebbe potuta incorrere in una sanzione da parte della Corte dei Conti. Il direttore pro tempore dell'ente, Francesco Chiavaroli, ha spiegato però di aver ottenuto l'ok a dirottare quei soldi per l'edificio di Collemaggio, che dovrà essete abbattuto e ricostruito.
Il progetto, infine, ha l'ambizione di riprendere ed evidenziare la traccia della viabilità storica, introducendo un ingresso pedonale al nuovo polo da viale Duca degli Abruzzi, in corrispondenza dell'interruzione dell'antica via del Guasto; "da qui - si legge nello studio di fattibilità - viene ritrovata la percezione della piazza San Basilio con una visione diagonale, come avveniva in origine, e, in particolare, viene riproposto ed evidenziato il vuoto tra i due complessi storici, l'ex monastero di Sant'Agnese da un lato, e quello di San Basilio dall'altro".
"Dopo quasi 3 anni di attesa dalla sua presentazione, inizia finalmente a prendere forma il piano di riqualificazione dell'area dell'ex Ospedale San Salvatore grazie all'accordo per la vendita dell'ex sede dell'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente, che domani 5 marzo, ARTA, Università e ASL formalizzeranno. Si tratta di un importante progetto di riqualificazione urbana, previsto all'interno del piano di ricostruzione approvato nell'immediato post sisma, che caratterizzerà ulteriormente quell'area quale polo della conoscenza e della formazione contribuendo alla rivitalizzazione culturale ed economica del centro storico della città".
A scriverlo, in una nota, è il capogruppo del Pd in consiglio comunale Stefano Palumbo.
"Ho creduto da sempre nell'importanza di questo intervento, proponendo una prima mozione già nel 2017, bocciata dalla maggioranza in Consiglio Comunale, con la quale indicavo tempi e procedure per la definizione di un percorso che vedeva coinvolte più istituzioni; dopo mesi di stallo, decisi di riproporre la stessa mozione nel 2018, ottenendo in quell'occasione l'approvazione unanime del consiglio comunale. Un intervento che ho sostenuto con forza perché inserito nell'ambito della più ampia strategia della città della Conoscenza, che attraverso il sostegno di Università, GSSI, LNGS e start up innovative, si poneva l'obiettivo di portare L'Aquila a diventare un modello di città per lo studio e la ricerca".
"Quando si hanno obiettivi e idee chiare i risultati, seppur a fatica, arrivano, ma è su questo punto che oggi andrebbe posto l'accento. Domani si taglierà un nastrino, il nastrino di un accordo, perché ci vorrà tempo prima che l'opera venga realizzata, ma nel frattempo sono tante le domande che dovremmo porci: in quale direzione punta il timone della città? Qual è la strategia di chi amministra? Quali sono le prospettive che ci si pone di offrire ai giovani che oggi animano le scuole medie, le superiori e l'università, che tanto sono attivi sul territorio? Domande a cui si fa sempre più fatica a trovare risposte. Una comunità ha bisogno di obiettivi, di una strada maestra che, chi si pone come guida ha il compito di indicare e che istituzioni, cittadini e forze produttive collettivamente dovrebbero intraprendere. È avvilente invece constatare come, ormai, l'unica strada che interessa alla politica cittadina è quella che conduce alla conquista di ruoli più prestigiosi, per far cosa si vedrà, forse, solo successivamente".
"Manca un'idea di città, ma peggio ancora manca la volontà di costruire insieme alla città un'idea condivisa sul suo futuro. Siamo fermi al piano di ricostruzione, allo studio OCSE e ai fondi del 4% già programmati. Strumenti di indirizzo e finanziari di cui solo la nostra città dispone, che andrebbero monitorati e aggiornati costantemente, ma soprattutto arricchiti con altri nuovi strumenti per definire un percorso chiaro rispetto al quale veicolare ed intercettare investimenti pubblici e privati, senza i quali la città rischia di avviarsi verso un lento declino".