Mai come in questo periodo di lockdown, appare chiara l’importanza rivestita da Internet per tutte le attività del ventunesimo secolo. Forse non tutti sanno che la connettività di cui beneficiamo quotidianamente è disponibile grazie da una rete capillare di fibre ottiche che costituisce il sistema nervoso del pianeta. Solo per fare un esempio, le applicazioni usate dai nostri figli per continuare a studiare da casa richiedono la connessione con server geograficamente molto distanti, e l’informazione spesso transita attraverso cavi sottomarini in fibra ottica lunghi migliaia di chilometri.
Il sistema globale per le telecomunicazioni sta rispondendo bene alla prova a cui è sottoposto in queste settimane dalla pandemia, anche se qualche segno di cedimento si inizia ad intravedere. Tuttavia la domanda di connettività cresce ed è destinata a crescere esponenzialmente, ed è oramai chiaro a tutti che una crescita di questo tipo non sarà sostenibile se non attraverso soluzioni rivoluzionarie che richiedono un paradigma radicalmente diverso posto alla base della progettazione dei sistemi in fibra ottica del futuro.
Il 6 giugno 2019 è stato inaugurato il Laboratorio di Ottica e Fotonica dell’Università degli Studi dell’Aquila, che dà accesso alla prima installazione di fibre ottiche per multiplazione spaziale nella storia delle telecomunicazioni. Si tratta di fibre speciali, ancorché solo prototipali, che sono considerate una delle soluzioni più promettenti per continuare a sostenere la crescente richiesta di connettività. La multiplazione spaziale costituisce un nuovo paradigma trasmissivo grazie al quale una fibra speciale si comporta come molte fibre tradizionali in una.
La comunità scientifica, che si occupa di comunicazioni ottiche, nell’ultimo decennio ha ampiamente dimostrato il potenziale di queste fibre, ma sempre e solo in ambienti laboratoriali, lasciando senza risposta tutte le domande relative all’effetto dell’istallazione di queste fibre sulle loro proprietà. Dimostrare sul campo il potenziale delle fibre per multiplazione spaziale è dunque un passaggio critico nel percorso verso le reti ottiche del futuro.
L’infrastruttura aquilana è unica al mondo nel suo genere ed è stata realizzata in sinergia con l’amministrazione comunale dell’Aquila, nell’ambito del progetto INCIPICT, finanziato con i fondi della ricostruzione post sisma. La sua missione è quella di mettere a disposizione della comunità scientifica nazionale ed internazionale uno speciale banco di prova per sperimentare sul campo tecnologie innovative per le comunicazioni in fibra ottica.
Con questo spirito, dall’inaugurazione dello scorso giugno, il Laboratorio di Ottica e Fotonica ha ospitato alcune delle più prestigiose istituzioni di ricerca mondiali nel campo delle telecomunicazioni, tra cui il National Institute of Information and Communications Technology giapponese ed i Nokia Bell Labs americani.
La IEEE Photonics Society, a cui afferiscono indistintamente tutte le aziende e laboratori di ricerca attivi nell’ambito delle comunicazioni ottiche, ha di recente puntato i riflettori sull’iniziativa aquilana, a cui, nelle difficili settimane in cui la pandemia occupa la scena di ogni notiziario, ha dedicato la copertina ed il Research Highlight della sua newsletter bimestrale. La rivista può essere consultata all’indirizzo https://www.photonicssociety.org/publications/photonics-newsletter