Venerdì, 08 Gennaio 2021 16:39

'Four seasons Quarantine': viaggio in un tempo sospeso di una coppia di aquilani con cane

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Natura, tecnologia, solitudine creativa, curiosità, uniti a tanto entusiasmo e a una sana ironia: sono gli ingredienti di Four Seasons Quarantine – ovvero Come abbiamo imparato ad amare di più il margine, tantissimo il cane, per niente la pandemia”, un racconto, per immagini e parole, della vita quotidiana in un angolo d’Abruzzo poco distante da L’Aquila città.

Un luogo quasi fatato grazie soprattutto alle foto, scattate più o meno consapevolmente e poi diventate il vero spunto narrativo, quasi dei quadri che avulsi dal contesto sembrerebbero studiati nei minimi dettagli per ammaliare lo spettatore e in realtà suggeriscono come affrontare le difficoltà legate all’emergenza sanitaria con il giusto spirito di adattamento.

Al racconto non mancano i titoli di coda: “Questo sito è stato realizzato da Alessandro Giangiulio e Alessia Moretti con il determinante contributo di MiaW”, fedele e ardimentosa quattrozampe.

Per realizzare il sito gli autori, che nella vita si occupano di cinema, comunicazione e web design – ma è senz’altro riduttivo confinarli in questi schemi – hanno consumato “due paia di scarpe da trekking”, hanno fatto “circa 4.000.000 di passi a testa”, avvistando cinghiali, cervi, volpi, scoiattoli, aironi cinerini, altri volatili, “mucche e pecore, tracce di lupo e funghi”.

Alessandro, Alessia e il loro cane avevano scelto di vivere in questo minuscolo paese ben prima della pandemia; un luogo “con un suo fascino rurale, una sua umanità, qualche pollaio, orti, campi, boschi, stalle, una sua sufficiente vivibilità”; un luogo “apparentemente sfigato” che, data la necessità di non allontanarsi troppo da casa, “diventa meno claustrofobico di altri”.

Ecco, allora in primavera “la prima uscita notturna sul terrazzo”, la pienezza dello stupore infantile di fronte alle luci della città che brillano nella valle; ecco la poesia di “Piovigginando – a piedi nel bosco arriviamo al lago, vicino casa”, e poi la “libera uscita di fine maggio”. Con l’estate appaiono le vette ancora innevate “in giro, da qualche parte, sul Gran Sasso”, il gusto di una birra a Rocca Calascio, gli sconfinamenti nei paesi della Majella o, addirittura, al mare. Evocative le foto dell’autunno, con i paesaggi misteriosi immersi nella nebbia, le luci soffuse, la prima neve a due passi, privilegio per chi vive nel vasto territorio aquilano pur in zona rossa. E poi l'”inverno da scrivere”, con l’invito a proseguire il racconto rivolto a chi abbia vissuto un’esperienza simile.

Un viaggio attraverso le quattro stagioni che infonde ottimismo.

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