Tra qualche ora sapremo se L'Aquila sarà la Capitale italiana della cultura 2022.
Terminate le audizioni delle dieci città finaliste, la giuria presieduta dal professor Baia Curioni indicherà stamane alle 10, alla presenza del ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini, la città che si aggiudicherà l'ambito titolo.
La Capitale italiana della cultura è stata istituita nel 2014 e ha tra gli obiettivi quello di sostenere, incoraggiare e valorizzare l’autonoma capacità progettuale e attuativa delle città, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, la crescita e lo sviluppo economico. "Dal 2014 - sottolinea il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini - da quando abbiamo avuto l’idea di istituire anche in Italia il titolo di Capitale della cultura, ogni edizione ha avuto effetti concreti e positivi sullo sviluppo turistico e sulla fruizione del patrimonio culturale materiale e immateriale dei territori e delle città vincitrici".
Il titolo di Capitale italiana della cultura è conferito per la durata di un anno e la città vincitrice riceverà un milione di euro.
Negli anni precedenti il titolo è stato assegnato alle città di Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena nel 2015; Mantova nel 2016; Pistoia nel 2017, Palermo nel 2018; nel 2019 il riconoscimento non è stato conferito essendo stata Matera la Capitale europea della cultura. Parma è la Capitale italiana della cultura 2020, prorogata al 2021 per l'emergenza covid-19.
L'Aquila ha avanzato la propria candidatura con un dossier dal titolo "La cultura lascia il segno", curato dal direttore Pier Luigi Sacco [qui l'intervista di NewsTown]; il lavoro traccia il percorso per raggiungere quattro precisi obbiettivi: ripopolare la città e il territorio e riannodarne il tessuto sociale; promuovere un nuovo modello di sviluppo e benessere a base culturale; diventare il centro di competenze di riferimento a livello europeo sulla resilienza post-catastrofe a base culturale; formulare una strategia di sviluppo scalabile alle altre realtà simili delle aree interne italiane.
"La candidatura dell'Aquila nasce per dare un'anima alla ricostruzione fisica dei luoghi", ha spiegatato il sindaco Pierluigi Biondi nel corso dell’audizione della delegazione del capoluogo d’Abruzzo davanti alla giuria del Mibact.
Biondi ha spiegato che il progetto origina "dalla consapevolezza che nessun monumento, per quanto bello che sia, nessuna casa, per quanto accogliente che sia, nessuna piazza, per quanto evocativa sia, può fare a meno di un impulso in grado di ‘risanare’ le ferite di una comunità e ricostruire una qualità del vivere che vada oltre l'approccio materiale e la tangibilità delle cose". Il sindaco dell’Aquila ha dunque specificato che l’idea della candidatura ha preso corpo grazie alla consapevolezza di superare il concetto della città "inchiodata all'immagine del dolore, delle macerie e delle lacrime", precisando ancora che l’assegnazione del titolo di Capitale italiana della cultura rappresenta dunque, tra le altre cose, "un completamento di un percorso faticoso e avventuroso" e che fornisce un anche un senso compiuto alla rinascita della città e del territorio.
"La candidatura – ha aggiunto il primo cittadino – non è quella dalla città intra moenia, ma della città territorio, della città madre, che assorbe le energie ma sa anche restituirle al 'contado', così come il 'contado' (secondo la tradizione dei 99 castelli del circondario) concorse alla fondazione dell'Aquila, in un rapporto di mutualità che dura da oltre 750 anni. Della città che supera il concetto di 'smart city' per trasformarsi in 'smart area' e che lo fa puntando su quattro assi portanti: la formazione, l'innovazione, il turismo e, appunto, la cultura. Di queste cose abbiamo scritto e discusso durante la stesura della Carta dell'Aquila, un modello che vorremmo consegnare alle aree interne come un laboratorio in cui si è provato a ricucire il tessuto locale 'fratturato' da una crisi, che per noi è stata un avvenimento naturale, ma che in altre parti può essere economico o sociale".
Ecco le sintesi dei dossier delle altre città in corsa per il titolo:
ANCONA, LA CULTURA TRA L’ALTRO Ancona nasce e si sviluppa in funzione dell’Altro, come porto, luogo di incrocio, di conoscenza e scoperta. A una cultura che oggi è chiamata ad occuparsi della coesione, della differenza, della civiltà, la città offre un terreno fertile di scambio e di produzione di nuovi contenuti e nuove mappe attraverso progetti che guardano all’accessibilità, alla sostenibilità alla tutela, ai giovani e al dialogo tra le discipline della conoscenza.
BARI 2022, LA CULTURA VIEN DAL MARE La ricchezza semantica e culturale, così come i valori del mito di San Nicola, sono alla base della candidatura di Bari2022. Il rapporto di identificazione tra San Nicola e Bari è millenario, è profondo, ha segnato il destino urbanistico e architettonico della città, il suo rapporto con il mare, con le culture dei paesi dell’area adriatico-mediterranea, ne ha determinato la riconoscibilità internazionale, esercitando sui baresi una forte influenza simbolica, antropologica, sociale, culturale, artistica, ancorché religiosa. Per questo si è scelto di declinare l’universo nicolaiano in sei archetipi che aiuteranno a raccontare il cuore e la storia della città: il sacro, la luce, il mare, l’oriente, il dialogo, il femminile.
CERVETERI 2022, ALLE ORIGINI DEL FUTURO Cerveteri può diventare un centro di sperimentazione di modelli innovativi di governance della cultura a livello locale. Il dossier è il piano strategico su cui la città intende lavorare nei prossimi anni, partendo dalle radici etrusche, che rappresentano un glorioso passato e che sono al contempo alle origini del futuro. Un futuro che adeguerà gli standard della salvaguardia e della valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale ai valori della sostenibilità, dell’accessibilità e della partecipazione civica.
PIEVE DI SOLIGO (TREVISO) E LE TERRE ALTE DELLA MARCA TREVIGIANA “Non si tratta di conservare il passato ma di realizzarne i sogni”. Il passato sono i padri, le loro idee e i loro sogni, e il paesaggio, con le sue peculiarità e con l'azione che nel tempo lo ha cambiato, plasmato e spesso anche deturpato. Il dossier invita a “paesagire”, a mettere in atto azioni di paesaggio in grado di tradurre i nostri sogni, ovvero le linee guida del Piano Strategico, in progetti attivatori, moltiplicatori e creatori di reti diffuse culturali basate sulla connessione materiale e immateriale del territorio, delle sue socialità e delle sue economie.
PROCIDA, LA CULTURA NON ISOLA Procida si candida a Capitale Italiana della Cultura perché la terra isolana è luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza, è modello delle culture e metafora dell’uomo contemporaneo. Potenza di immaginario e concretezza di visione ci mostrano Procida come capitale esemplare di dinamiche relazionali, di pratiche di inclusione nonché di cura dei beni culturali e naturali. Il percorso che ha portato alla creazione e consegna del dossier di candidatura è una significativa esperienza di innovazione sociale, per la centralità di un modello di vita urbana attiva, orientata alla cultura e ai desideri della comunità. Procida è l’isola che non isola, laboratorio culturale di felicità sociale.
TARANTO E GRECIA SALENTINA, LA CULTURA CAMBIA IL CLIMA Può un deserto far germogliare una pianta e questa dare frutti ad una comunità? Come può cambiare il clima di una terra lacerata dalla monocultura industriale e dalle ingiurie agli ecosistemi, alle coscienze e persino ai sogni delle future generazioni, e attraverso la cultura e la voglia di partecipazione sospingere la rinascita socio-economica e ambientale? Tante Taranto, dal mare a luoghi unici dell’arte contemporanea, attraverso ventotto secoli di storie ed esperienze sensoriali, per un laboratorio nazionale di cultura resiliente e sostenibile. Dove c’era un deserto.
TRAPANI, CAPITALE ITALIANA DELLE CULTURE EURO MEDITERRANEE Trapani crocevia di popoli e culture, approdi e policromie. Arte e cultura, vento di rigenerazione. Trapani è approdo, culla di contaminazioni, popoli, lingue, miti. È un abbraccio fra terra e mare, crocevia, mistero. Trapani è un tripudio: di natura, cultura, gusto, colori. Trapani è terra di vento, un alito antico che da millenni porta il mondo in questa località e ad essa si unisce. La candidatura è un impegno corale alla definizione di una nuova identità culturale per la città e per il suo territorio, che concretamente si espliciterà in una piattaforma che consenta agli attori in campo di valorizzare le proprie specificitaà Una proposta culturale complessiva e armonica.
VERBANIA LAGO MAGGIORE, LA CULTURA RIFLETTE Il progetto culturale alla base della candidatura intende mettere a sistema le eccellenze culturali del territorio facendo emergere il loro legame inscindibile con l’eccezionalità ambientale e paesaggistica del lago. Il fil rouge è l’elemento ‘acqua’ che, oltre a connotare esteticamente e visivamente la città, ne ha influenzato lo sviluppo sia economico che identitario.
VOLTERRA, RIGENERAZIONE UMANA Volterra si candida a Capitale italiana della cultura 2022 con un dossier dal titolo Rigenerazione umana. Il tema, scelto prima della diffusione del virus Covid-19, si rivela oggi più che mai di straordinaria attualità e utile a costruire una nuova comunità a partire dalle sfide che la pandemia ci impone.