La Rete 8 Marzo L'Aquila aderisce allo sciopero lanciato dalla rete Non una di meno. L'8 marzo, all'Aquila, ci saranno due presidi: uno alle 11:30 davanti Palazzo dell'Emiciclo, alla Villa Comunale, e uno alle 16:30 alla Fontana Luminosa.
La nota
Lo scorso otto marzo abbiamo scelto di annullare il corteo nel rispetto di una situazione più grande di noi; ma la nostra lotta non si è mai fermata: abbiamo reinventato la mobilitazione rivendicando a gran voce l'importanza del lavoro di cura, svolto principalmente dalle donne, fondamentale dentro e fuori la sfera familiare.
Un anno di emergenza ha acutizzato e reso sempre più evidente lo sfruttamento, l'oppressione e la violenza a cui sono sottoposte le donne e le soggettività Lgbt*QIAP+.
La casa, promossa nel dibattito pubblico ad unico luogo sicuro, è diventata luogo di violenza e morte per molt3: in un anno di pandemia sono diminuiti i reati di ogni specie, ma non i femminicidi, esplosi durante il lockdown, arrivando ad una media di più di uno a settimana.
Una violenza di genere strutturale, normalizzata, a cui si continua a rispondere sempre e solo con modi emergenziali, invece di considerarla priorità sociale e culturale.
L‘ autonomia economica delle donne ha subìto una fortissima regressione, dovuta sia dal mancato rinnovo di contratti informali che dall’impossibilità di conciliare il lavoro di cura con quello retribuito.
I recenti dati Istat mostrano come il crollo dell'occupazione riguardi soprattutto quella femminile: nello scorso mese di dicembre, su 101mila posti di lavoro persi, 99mila sono di donne.
Al tempo stesso, lə lavorat_ della sanità e dei servizi, messe estremamente sotto pressione dall’emergenza, hanno continuato a subire la violenza del precariato e della disparità salariale.
Gli attacchi alle donne e alle soggettività Lgbt*QIAP+ si sono susseguiti senza sosta: le Case Rifugio, come Lucha y Siesta a Roma, e le Case delle Donne sono state costrette a lottare per la propria sopravvivenza, oltre a dover inventare nuove soluzioni per continuare ad assistere le donne in un contesto di lockdown.
Diverse amministrazioni regionali, tra cui l'Abruzzo, nel nome di una pericolosissima deriva oscurantista hanno deciso di rigettare le nuove linee guida ministeriali sull’aborto farmacologico, rendendo di fatto sempre più complicata l’applicazione della legge 194.
Nell’ospedale aquilano, in particolare, l’interruzione volontaria di gravidanza viene garantita da una percentuale bassissima di ginecologhe e ginecologi.
Un anno di continua regressione anche per i diritti delle soggettività maggiormente invisibilizzate, migrantə e persone Lgbt*QIAP+: al flop clamoroso della regolarizzazione də migrantə (vistə solo come forza lavoro da sfruttare e non come persone) si è aggiunto il nulla di fatto per le norme contro omolesbobitransfobia e le discriminazioni per l'orientamento sessuale e l'identità di genere, continuando a lasciare il nostro paese agli ultimi posti nelle graduatorie europee.
L'attuale pandemia è l'ennesimo frutto avvelenato della devastante crisi ecologica in atto, radicata nelle profonde disuguaglianze sociali e globali generate dal modello capitalista, coloniale e patriarcale.
L’otto marzo ci troveremo alla vigilia dello sblocco dei licenziamenti e nel pieno della definizione del Recovery Plan. I 209 miliardi per la “ricostruzione” arriveranno in Italia, ma sul loro impiego lo scontro è aperto.
Rivendichiamo un reddito di autodeterminazione incondizionato e individuale, accessibile a tuttɜ.
Sosteniamo tutte le battaglie per l’aumento del salario, a partire da quelle portate avanti da chi lavora negli ospedali.
Pretendiamo fondi per i Centri Antiviolenza e potenziamento dei consultori.
Sosteniamo le nostre proposte su salute, ambiente, lavoro.
Per tutte queste ragioni e per tutte le negazioni dei diritti, L’Aquila aderisce allo sciopero femminista e transfemminista globale della produzione, della riproduzione, del e dal consumo, dei generi e dai generi.
Ci riprendiamo i nostri spazi per sottrarci al ricatto della violenza domestica, istituzionale, economica, mediatica e giuridica.
In piazza chiederemo giustizia per Sabrina Prioli e per tutte le donne e le soggettività Lgbt*QIAP+ che si ritrovano a lottare da solə ogni giorno!
PROGRAMMA
-ORE 11.30 PRESIDIO DAVANTI LA REGIONE (Emiciclo, Villa Comunale)
-ORE 16.30 PRESIDIO ALLA FONTANA LUMINOSA (Piazza Battaglione Alpini)