Martedì, 08 Marzo 2022 17:55

Sciopero globale femminista e transfemminista: corteo all'Aquila

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Anche L'Aquila ha aderito allo Sciopero Globale Femminista e Transfemminista lanciato da NonUnaDiMeno: alle 15:30, dalla futura Casa delle Donne nel piazzale antistante la Basilica di Collemaggio, ha preso il via un corteo che ha attraversato la città al suono di interventi e approfondimenti sui temi dello sciopero, performance, mostre, corpi e voci liberi.

Ad organizzarlo FuoriGenere, Collettivo Malelingue, UDS, Biblioteca delle Donne-Ass.Donatella Tellini, Centro Antiviolenza-Ass.Donatella Tellini, Ass. Donne TerreMutate, Arcigay, Aquilasmus - ESN L'Aquila, SlaiCobas per il Sindacato di Classe, USB-Abruzzo Molise, Comitato 3e32, United L’Aquila, Ass. 180amici L’Aquila. 

Contro il sapere patriarcale, ci avrete maleducate; L'otto marzo non si festeggia, si lotta. Scioperiamo unitə contro patriarcato e capitale, le frasi sui cartelloni esposti.

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"Lo sciopero è per tuttə!", è stato ribadito; "è un momento fondamentale di lotta intersezionale e di aggregazione. Un momento in cui dare voce a tutte le invisibilità per far sì che avvenga un cambiamento collettivo che contrasti un sistema che frammenta le nostre vite".

Si è scioperato dal lavoro produttivo, riproduttivo e di cura, da specismo, abilismo, razzismo, dai generi e dai consumi, dalla precarietà lavorativa, dall’invisibilità della salute mentale, dalla devastazione ambientale e da molte altre problematiche che questa società continua ad ignorare. "Soprattutto oggi, a due anni dall’inizio della pandemia, siamo testimoni consapevoli di quanto questa situazione abbia condizionato le donne in particolare ma più in generale le persone tuttə, le soggettività più oppresse, le classi meno abbienti, le lavoratrici e i lavoratori precarə, le/gli studentə, dalla scuola primaria all’Università, i/le migranti".

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Si è scioperato per urlare insieme che "oggi più che mai rifiutiamo la guerra, tutte le guerre, che arricchiscono l'industria delle armi e i poteri militari, dove le più e i più deboli pagano prezzi enormi. Le armi non sono servite a darci sicurezza contro la pandemia. È invece la necessità della rivoluzione della cura la lezione più importante che il Covid ha insegnato al mondo, per un’idea di interdipendenza e convivenza, per ribaltare il paradigma del profitto che costruisce distruzione del pianeta, disuguaglianze e guerre".

Dunque, le rivendicazioni: "Nella scuola e nelle università pretendiamo: investimenti in termini di strutture, aule, dispositivi di prevenzione e trasporti per la sicurezza; la presenza di consultori, presidi sanitari e psicologici, regolamenti chiari per il contrasto alle molestie; l’educazione all’affettività e l’educazione sessuale orientata al piacere, al rispetto delle differenze e al consenso; corsi di sicurezza sul lavoro che possano essere realmente formativi e utili; ci rivolgiamo a student* che da più di due anni stanno lottando per poter avere un’istruzione che apra possibilità di autodeterminazione e non solo un destino precario! Esprimiamo il nostro incondizionato rifiuto ad essere sfruttatə da una società che si basa su un modello di produzione capitalista che vuole mantenere lo status quo assoggettandoci agli imperativi patriarcali di famiglia, maternità e divisione sessuale del lavoro! Vogliamo che sia riconosciuto il diritto di tuttə alla salute in tutte le sue componenti".

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"Chiediamo maggiori finanziamenti alle strutture sanitarie pubbliche a partire dalla salute mentale e maggiore dignità per le figure professionali e le associazioni che da troppo tempo hanno questa responsabilità sulle loro spalle! Vogliamo che i centri antiviolenza abbiano fondi necessari allo svolgimento delle loro attività, pretendiamo sportelli di ascolto e spazi transfemministi. Li chiediamo, attivi, efficienti e con adeguate figure professionali".

"Vogliamo che i nostri corpi grassi, non conformi, non bianchi, con disabilità, trans, queer, fluidi non siano più discriminati; le persone lgbtqai+ infatti nell’ultimo anno hanno subito ancora più pesantemente la violenza delle istituzioni che hanno affossato una legge già di per sé insufficiente! Rivendichiamo il reddito universale di autodeterminazione, il salario minimo e il permesso di soggiorno europeo. Scioperiamo perché non vogliamo più essere costrettə a lavorare in orari assurdi, da precariə e senza tutele. Scioperiamo perché il luogo di lavoro è uno dei luoghi in cui subiamo violenze, molestie e discriminazioni. Sappiamo che i licenziamenti fanno ancora più paura quando bisogna rinnovare il permesso di soggiorno. Sappiamo che questo ricatto costringe ad accettare condizioni di lavoro molto pesanti, o rapporti con uomini violenti".

L’8M è l’occasione per gridare insieme che non è possibile porre fine alla violenza se il razzismo e il classismo continuano!

"Si stima che il 95% di tutti gli omicidi nel mondo siano per mano maschile. Ci rivolgiamo quindi anche agli uomini affinché, non solo appoggino la lotta degli e delle oppressə, ma sappiano che la nostra piazza è anche il luogo per la loro emancipazione dal ruolo di oppressori: abbandonate machismo e violenza! Lo sciopero femminista e transfemminista è l’occasione che abbiamo per ribellarci contro l’oppressione, per mettere in collegamento le diverse condizioni in cui viviamo e dire con forza che non vogliamo più essere sopravvissutə o solo numeri nelle statistiche della violenza, dei femminicidi e transicidi, della disoccupazione, della povertà! Nessuno parlerà per noi, dobbiamo parlare in prima persona! L’8M è un grande momento per far sentire la nostra rabbia, i nostri bisogni, le nostre richieste. Insieme a quelli di tantə che in tutto il mondo, quello stesso giorno, sciopereranno e scenderanno nelle piazze insieme a noi".

* Foto Facebook

Ultima modifica il Martedì, 08 Marzo 2022 18:18

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