Venerdì, 03 Settembre 2021 17:02

Scuola, Flc Cgil L'Aquila: "è necessaria la contrattazione sociale territoriale"

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"La FLC CGIL della provincia dell’Aquila avrebbe voluto risparmiarsi un’ennesima denuncia rispetto alle scuole, agli organici insufficienti, ai tagli irrispettosi dei territori più interni, a scelte non condivisibili, alla totale mancanza di un progetto globale, ma dopo attenta riflessione ha, infine, deciso che non sarà la discussione pretestuosa e strumentale sul green pass a farci oscurare i bisogni ed i sogni di un territorio come quello della provincia aquilana. A partire dalla nostra idea sulle aree interne".

A dirlo è la segretaria provinciale Miriam Anna Del Biondo.

"Le aree interne non sono solo il capoverso di questo o quel programma elettorale, ma sono realtà di uomini e di donne che le abitano e che soffrono le assenze della politica. Di ogni tipo di politica, da quella dell’ente locale che spesso si regge su equilibri elettorali precari ed è ostaggio di forze conservatrici, a quella degli uffici scolastici determinata da scelte centrali dovute al contenimento della spesa pubblica e ad una mancata visione integrata di un territorio e delle sue possibilità. Perché la scuola, e se serve lo ripetiamo e lo ripeteremo fino alla nausea, delle aree interne rappresenta l’ultimo presidio socio-culturale, l’ultimo motivo per non andar via. Non si resta in un luogo spopolato perché c’è un bel paesaggio, ma perché c’è ancora una scuola che, proprio perché piccola, poco frequentata e quasi a conduzione familiare, rappresenta un valore aggiunto ed un’opportunità di insegnamento attento e qualificato, lontano dalle classi pollaio delle città e vicino ad un modello di scuola che ancora riconosce la funzione pedagogica, sociale e formativa dell’istruzione pubblica".

I fatti, anche quest’anno, però ci raccontano un’altra storia. "Ci parlano di pluriclassi formate con numeri superiori a quelli previsti dal DPR 81/2009 che, nonostante l’impegno di qualche amministratore che aspetta l’organico di fatto per capire cosa voglia dire perdere la scuola, restano tali a causa della sordità volontaria degli uffici scolastici. I fatti ci parlano anche di scuole che il prossimo anno saranno definitivamente chiuse a causa dell’inadeguatezza di parametri che non tengono conto delle particolarità territoriali; di scuole che forse chiuderanno tra qualche anno; di scuole che perdono alunni per scelte inopportune delle amministrazioni; di scuole che non vengono proprio prese in considerazione perché considerate a perdere; di scuole che non trovano soluzione edilizia diversa dalla diaspora; di scuole mai ricostruite; di scuole ricostruite male; di edifici privati adeguati con soldi pubblici e così via. I fatti ci parlano di amministrazioni locali che, invece di superare steccati e coordinarsi con amministratori di comuni limitrofi al fine di creare le scuole di prossimità preferiscono impiegare ingenti risorse pubbliche per l’adeguamento di spazi privati", denuncia Del Biondo.

E se è vero che è lo stesso Ministero dell’Istruzione ad invitare i dirigenti scolastici ad individuare anche strutture private al fine di avere spazi idonei al distanziamento, "noi della FLC CGIL pensiamo che, al terzo anno scolastico di pandemia, il problema dell’edilizia scolastica avrebbe dovuto soluzioni diverse. Sappiamo bene che non è un problema contingente, ma una piaga sostanziale mai curata e che in tre anni scolastici dall’inizio della pandemia, ci sarebbe stato il tempo per trovare soluzioni che non fossero emergenziali. Del resto, però, parlando di edilizia scolastica, lo stesso terremoto aquilano ci ha mostrato che l’emergenza può diventare quotidianità ed il provvisorio diventare perenne (vedi la mancata ricostruzione delle scuole aquilane e gli alunni che sono ancora nei MUSP)".

Quindi, succede nell’Aquilano che "a fronte di edifici scolastici vuoti per mancanza di alunni/e afferenti allo stesso istituto comprensivo, il sindaco di uno dei comuni che a quell’istituto comprensivo fanno riferimento, pensa bene di adeguare un ex ristorante privato invece di provare a fare rete con il sindaco del comune vicino, dando vita ad una sperimentazione, ad esempio, di scuola di prossimità. La scuola di prossimità, se si abbattessero i campanili, sarebbe una delle soluzioni possibili per le aree interne. E non perché noi della FLC CGIL siamo sognatori, ma perché conosciamo le difficoltà dei Dirigenti Scolastici che, ogni anno, provano a strappare un organico che non discende dalla conoscenza del territorio, ma dalla logica dei numeri nazionali".

Parlando di numeri, Del Biondo riferisce che in provincia dell’Aquila vi sono ben 11 scuole in reggenza dove, spesso, oltre ai Dirigenti Scolastici mancano anche i DSGA (direttori servizi generali e amministrativi). "Il Ministro dell’istruzione ha autorizzato solo un contingente di 6 posti di Dirigente Scolastico nella regione Abruzzo e nessuno di questi è arrivato nella nostra provincia. E una scuola in reggenza è una scuola fragile, dove il Dirigente reggente non può che svolgere l’ordinaria amministrazione e questo porta ad indebolire le istituzioni scolastiche che perdono potere contrattuale. E guarda caso le scuole in reggenza sono scuole delle aree interne. Da Pescasseroli a Raiano; da Sulmona a Roccaraso; da Gioia dei Marsi a Balsorano e così via".

La narrazione mainstream invece, in questi giorni, ci parla del green pass che, al di là dell’opinione personale di ognuno, nasce da un corto circuito governativo laddove un governo che non ha previsto l’obbligo vaccinale prevede, però, l’obbligo di dimostrare di essere vaccinati. "Ma è fumo negli occhi", l'affondo di Miriam Del Biondo, "è un distrattore rispetto a tutto l’irrisolto della scuola. Il nostro sindacato, in linea con la CGIL, ha sempre invitato alla vaccinazione (e non poteva fare altro visto che non è obbligatoria) e ringrazia tutti gli operatori scolastici che hanno accolto tale invito. Infatti, da dati in nostro possesso, sappiamo che la media del personale scolastico vaccinato, a livello regionale, è superiore a quella nazionale e questo testimonia la strumentalità di polemiche che servono a coprire i ritardi su altre misure che avrebbero dovuto permettere un inizio anno più sereno di quello passato. Parliamo, appunto, di adeguamenti edili, di presidi sanitari, di raddoppio degli organici e dell’adeguamento dei mezzi di trasporto, soprattutto tra aree interne e città. Nulla di tutto ciò è stato realizzato".

La FLC CGIL della provincia dell’Aquila, consapevole di quali e quante siano le difficoltà, auspica che quanto prima la scuola torni ad essere oggetto di ricerca di soluzioni organiche e sostanziali e non argomento da tastiera e dissuasore di interessi. A tal fine si pone in ascolto e disponibile alla collaborazione per la ricerca di soluzioni, soprattutto nelle aree più interne, che possono arrivare solo con la contrattazione sociale territoriale.

Ultima modifica il Venerdì, 03 Settembre 2021 17:09

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