Martedì, 24 Giugno 2014 02:56

San Giovanni, un fuoco nella notte di Valle Pretara

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Facevano quello più grande e ieri sono stati gli unici a farlo di nuovo. Cinque anni dopo il sisma del 2009 le case popolari di Valle Pretara (L'Aquila) sono inagibili e quindi disabitate, eppure ci sono ancora. Come?

Difficile dirlo con precisione ma ieri, la notte di San Giovanni, una cinquantina di residenti - ora sfollati nelle newtown - si sono ritrovati tra quelle case per mangiare insieme all'aperto e accendere il tradizionale fuoco. Come tanti anni fa, come chissà quante altre volte questo quartiere ha già fatto, un tempo in competizione con gli altri (Colle Pretara, San Sisto, San Francesco, il Torrione ecc.) per il falò più grande.

Così ieri sera il quartiere è tornato a scendere nel 'Piazzale F" e si è ritrovato intorno al fuoco con i bambini che scorrazzavano, la musica popolare, qualche danza e il conviviale mangiare insieme.
Le fiamme illuminavano le case rotte.

san giovanni1Non mi è ben chiaro come siano riusciti a riunirsi: "Non siamo neanche tutti" mi han detto, "ma siete comunque tanti" ho pensato.
E così mi è rivenuto in mente Monicelli, che quando venne all'Aquila nel 2010 entusiasta per il popolo delle carriole, ci disse:"Ma come avete fatto a ritrovarvi all'improvviso tutti insieme?".

Il quartiere popolare di Valle Pretara era, ed è tutt'ora stretto da un forte legame sociale che non vuole perdere e che si poggiava sulla cultura condivisa della città. Ma i tempi cambiano e le catastrofi li accelerano, e per chi governa i nuovi processi di produzione questi legami sono inutili.

Non sembra siano interessati per esempio a chi ha guidato l'emergenza dopo il sisma, ammesso li abbia mai compresi. Spetta solo agli aquilani non perderli del tutto.

 

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Ultima modifica il Martedì, 24 Giugno 2014 04:54

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