Giovedì, 30 Settembre 2021 14:36

Univaq, biblioteca di Roio intitolata a studenti deceduti la notte del 6 aprile

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Cerimonia intima e commovente, stamane, presso la biblioteca del polo universitario di Roio intitolata agli studenti e alle studentesse dei corsi di Ingegneria deceduti la notte del 6 aprile 2009.

Una iniziativa fortemente voluta dall'Ateneo. 

Alla inaugurazione della targa che ricorda i nomi dei ragazzi e delle ragazze che in quella biblioteca studiavano quotidianamente per costruire il proprio futuro hanno presenziato il rettore Edoardo Alesse, il direttore generale di Univaq Pietro Di Benedetto, il prorettore Pierluigi De Bernardinis, Walter D'Ambrogio, direttore del Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione e di Economia, una rappresentanza di studenti e una delegazione di familiari degli studenti e delle studentesse cui la Biblioteca è stata intitolata, oltre alla deputata Stefania Pezzopane e al consigliere comunale Stefano Palumbo

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Non c'era nessuno a rappresentare l'amministrazione comunale. 

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"E' una iniziativa che finalmente ha luogo dopo una preparazione di oltre un anno; oggi non intitoliamo soltanto la Biblioteca agli studenti e alle studentesse dei corsi di Ingegneria deceduti la notte del terremoto, che è l'evento centrale della gioranta, ma sveliamo anche un murales che rappresenta un segno di speranza verso il futuro riflettendo su quanto accaduto 12 anni fa", le parole del rettore Alesse. 

L'Università, in questi anni, ha lavorato molto sulla sicurezza sismica dei propri edifici. "Interpretiamo il problema della sicurezza nella maniera più scrupolosa possibile, è stata parte integrante del programma elettorale con cui mi sono proposto ai colleghi dell'Università, d'altra parte, perché riteniamo che debba essere centrale ad una gestione corretta delle attività accademiche. Abbiamo figli di famiglie che frequentano numerosi i nostri luoghi e vogliamo che tutto ciò avvenga nel rispetto assoluto delle norme di sicurezza, in tutte le situazioni, dalle catastrofi naturali alle pandemie. In questo siamo, oserei dire, quasi 'religiosi', impegnando risorse che, a volte, vanno oltre le nostre disponibilità: lo facciamo perché la nostra mission è avere una Università sicura".

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Subito dopo l'intitolazione della biblioteca, come anticipato da Alesse, è seguita l'inaugurazione del murale "Il tempo non si è fermato" dell'artista Alessandra Carlone, realizzato per volontà dell'associazione "Ilaria Rambaldi onlus". 

"Una iniziativa - ha tenuto a sottolineare l'avvocata Maria Grazia Piccinini, presidente della "Rambaldi onlus", che nel sisma ha perso la figlia Ilaria Rambaldi e il fidanzato di lei, Paolo Verzilli - a cui abbiamo lavorato tanto affinché si concretizzasse; poi i tempi si sono allungati a causa della pandemia da Covid-19. E' un modo per ricordare le vite spezzate nel fiore degli anni in quella catastrofe".

All'Università, ha aggiunto Piccinini ai nostri microfoni, "va il mio ringraziamento: qualsiasi cosa io abbia voluto organizzare, in memoria o per una educazione al buon costruire, l'Ateneo è stato sempre presente, non facendo mai mancare il proprio supporto scientifico e di presenza. Per ciò che attiene la città, invece, va fatto un discorso a parte: L'Aquila è l'unica città al mondo che, intimamente, rifiuta la tragedia; l'ha vissuta, la conosce, la sta superando ma in qualche modo la rifiuta. Il Parco della Memoria è un nostro progetto", ha ricordato Piccinini; "l'originario, realizzato dagli amici di Ilaria e Paolo, oggi tutti ingegneri e architetti, e vagliato dai professori dell'Università, è stato cestinato, si è preferito fare un bando che ha portato all'attuale realizzazione. Tuttavia, il nome e la localizzazione sono stati indicati da noi, e con motivazioni ben precise: quello era un terreno carsico, lì è crollato il palazzo che ha fatto più morti la notte del 6 aprile. Se non fosse stato per noi, e abbiamo dovuto raccogliere persino le firme, non so se il Parco si sarebbe mai realizzato. Ho partecipato ad alcune riunioni propedeutiche alla realizzazione del Parco: mi sono sentita dire da alcuni residenti, io che ho perso una figlia la notte del terremoto, che non volevano che lì si realizzasse un cimitero. Una mancanza di sensibilità assoluta che, mi auguro, sia limitata a poche persone. Debbo dire, però, che sento nell'aria la voglia di dimenticare ed invece il ricordo è fondamentale".

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Nei giorni scorsi, Maria Grazia Piccinini aveva denunciato di non essere stata invitata all'inaugurazione del Parco della Memoria: "Ritengo di aver subito un'offesa in quanto noi familiari siamo quelli che abbiamo sofferto e soffrono quotidianamente per quanto accaduto. Per noi non ci sarà mai pace e niente sarà mai abbastanza. Né si possono invitare i familiari tramite un comunicato stampa spedito ai media. Essere ignorati sconvolge e fa rabbia".

Ultima modifica il Giovedì, 30 Settembre 2021 15:44

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