Lunedì, 24 Gennaio 2022 13:00

Giornata della Memoria: il 25 gennaio all’Auditorium del Castello l’Alexian Group di Santino Spinelli

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“La memoria condivisa, per non dimenticare”. Questo il titolo della giornata di approfondimenti e concerti promossa dalle Democratiche dell’Aquila per ricordare l’immane tragedia della Shoah, con uno sguardo inedito che estende gli orizzonti della riflessione all’atra strage di massa che ha segnato la storia dell’umanità: la persecuzione e lo sterminio nazista di Siiti e Rom, accanto a quello degli Ebrei.

L’appuntamento è per il 25 gennaio, alle 17, all’Auditorium del Parco dell’Aquila. L’iniziativa vedrà la partecipazione del presidente dell’Unione Comunità Romanès Italia, Gennaro Spinelli, del direttore dell’Accademia Nazionale Romanì, Santino Spinelli, del rappresentante delle Comunità Ebraiche, Elio Limentani e di Simone Santoro e Dafna Terracina, rispettivamente presidente e vicepresidente della Unione Giovani Ebrei d’Italia (UGEI). Parteciperà anche il segretario regionale Pd Michele Fina. A chiudere la conferenza sarà il concerto etno-sinfonico dell’Alexian Gruop, progetto musicale di Santino Spinelli nato con l’obiettivo di elevare la musica Rom dal folklore al sinfonismo.

L’iniziativa è stata presentata in conferenza stampa da Eva Fascetti, portavoce della Conferenza delle Donne Democratiche per il territorio aquilano e da Deborah Palmerini delle Donne dem.

“Con le Democratiche vogliamo celebrare la Giornata della memoria attraverso un messaggio importante di coesistenza delle culture Ebraica e Romanes - ha detto Fascetti - Riteniamo l’inclusione e la conoscenza dell’altro, anche attraverso il riconoscimento delle diversità culturali, uno scudo contro la storia buia dell’Olocausto che non dovrà mai più ripetersi”.

“Incontreremo due culture che subirono, con altri, la persecuzione e la deportazione nei campi di sterminio. Ricordare la storia è fondamentale per costruire il futuro, specialmente in questo periodo di revisionismo e negazionismo. Per questo, forme di resistenza pacifica sono ancora necessarie e il modo che noi scegliamo per resistere è proprio l’incontro di culture”, ha concluso Fascetti.

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