Mercoledì, 06 Aprile 2022 12:51

L'Aquila, 6 aprile: 'microfono aperto' al Parco della Memoria

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Un microfono acceso, nel cuore del Parco della Memoria; il rumore dell’acqua in sottofondo, segno della vita che rinasce, in uno dei luoghi simbolo del terremoto del 6 aprile 2009, piazzale Paoli smembrato, quello notte, da crolli e macerie.

Lì, stamane, i familiari delle vittime hanno voluto invitare la città ad un momento di riflessione, aperto, senza filtri, con i cittadini e le cittadine che hanno potuto prendere la parola per esprimere un pensiero, un ricordo.

Poco prima, è stato piantumato un albero simbolo di vita e di speranza.

"Il ricordo e la memoria sono il motore attivo per un futuro consapevole e si spera migliore. L’open mic organizzato stamattina al Parco della Memoria è stata l’occasione per confrontarsi con la città, ricordare, condividere, sapere", le parole di Federico Vittorini. "Ricordare non significare vestirsi a lutto, non significa piangere; questa città ha ancora troppa paura di ricordare, come se ricordare fosse un qualcosa che ti tiene ancorato al passato. In realtà ricordare ha un significato totalmente diverso, ma questo messaggio fatica ad arrivare, come quasi tutto in questa città fa fatica ad arrivare, perché siamo lenti, estremamente lenti".

Vittorini ha voluto ringraziare la Professoressa Elisabetta Di Stefano, "unica dirigente di un istituto scolastico aquilano che ha avuto il coraggio di far vivere ai propri studenti una giornata interamente dedicata al ricordo e alla memoria, alla condivisione, alla curiosità, al sapere. Personalmente, sono molto deluso dal sistema scolastico cittadino, che riempie i registri di voti, di numeri, ma che di insegnamenti ne da ben pochi purtroppo. Come si può pretendere di ricordare se si pone il veto al racconto di quella notte? Come si possono non dare due ore di permesso alle proprie classi, classi formate da ragazzi che il terremoto lo hanno vissuto di striscio o non l’hanno vissuto proprio, e far sì che la memoria possa essere tramandata in incontri come quello di oggi affinché per davvero il messaggio che stiamo cercando di lanciare possa essere eterno e vivo per le prossime generazioni? Invito i dirigenti scolastici di questa città a riflettere, e a far sì che il prossimo anno il Parco della Memoria possa essere gremito di studenti. Perché gli studenti, gli adolescenti, sono il vero futuro, e il futuro è come una pianta, va curato. Altrimenti muore".

Ultima modifica il Mercoledì, 06 Aprile 2022 14:58

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