La Perdonanza di quest’anno è stata senza alcun dubbio, fra tutte e 728 le edizioni, la più fotografata.
Ognuno di noi ha potuto constatare la potenza mediatica di una visita pontificia e vedere all’opera la gran macchina di fotografi e giornalisti.
Fra le decine di migliaia di scatti rubati alla storica giornata del 28 agosto 2022, in tal modo resi eterni, uno ha colpito particolarmente.
Dapprima lo scatto ha fatto scalpore per la sua bellezza e per la portata di emozioni che riusciva ad esprimere, in seguito i tecnici e gli esperti del mestiere hanno messo in evidenza alcune incongruenze.
La foto in questione ritrae il Sommo Pontefice nel momento immediatamente successivo al rito di apertura della Porta Santa, ma il particolare discusso è il raggio di sole proveniente da ovest che si staglia su Papa Francesco illuminandolo in maniera quasi divina.
Riflettendo la fotografia e contestualizzandola, ci si rende conto che una luce del genere alle 12:00 circa del mattino è impossibile che si verifichi e dunque stiamo parlando di una foto elaborata graficamente non di uno scatto “reale”.
Lo scatto è una sorta di falso d’autore, opera di Francesco Narducci, il quale ha dichiarato in una nota:
“Non mi aspettavo tanto clamore per un post sui social che, a mio avviso, non aveva bisogno di “sottotitoli” ed esplicitazioni. È stata una mia elaborazione creativa, su mia foto, rispetto a un evento mondiale, ripreso e fotografato da centinaia di testate con fotografi professionisti e macchine fotografiche a due zeri che non hanno catturato il raggio… Perché?!? Perché non esiste. È stata semplicemente la mia lettura intima dell’evento, realizzata con i miei strumenti, quelli che so usare. Ho letto che il post ha suscitato fraintendimenti e mi dispiace che qualcuno si sia sentito offeso. Per questo ho preferito precisare”.
Si tratta dunque di un artefatto voluto dal suo creatore, dall’espressione di un sentimento provato in quel momento topico.
È certo che non si può parlare di fotografia della realtà ma forse si può parlare di trasposizione della propria realtà soggettiva, interiore su uno scatto di un momento, una sorta di rivisitazione personale della realtà. Ma allora sorge un quesito, qual è il ruolo della fotografia? Il soggetto di quest’arte, spesso bistrattata, è la realtà oppure no?
Su questo tema abbiamo interpellato il fotografo professionista Roberto Grillo.
“Spesso parliamo di fake news, ma non si parla mai di foto fake. Siamo talmente bombardati da fotografie ritoccate che abbiamo perso totalmente il peso dell’immagine fotografica. Siamo ormai abituati al fotomontaggio. A mio parere questa foto è stata un’ingenuità dell’autore, il quale ha interpretato sé stesso e la portata spirituale da cui siamo stati travolti tutti domenica e l’ha riversata in una fotografia. Narducci ha competenze grafiche talmente elevate che ha costruito un’immagine talmente bella da sembrare vera, la finzione ha superato la realtà. Molte persone sono state colpite da quello scatto perché al suo interno hanno rivisto ciò che hanno provato in quel momento. Noi tecnici ci siamo resi conto che quella non era una foto possibile. È certo che lo scatto ha generato grande suggestione tanto che da molti è stato creduto reale, ma a questo punto viene fuori il problema dei problemi: una fotografia può avere un impatto mediatico talmente alto che se mal gestita può creare un problema. Trasponendo la situazione che si è verificata nell'ambito della visita del Papa a L'Aquila su un altro tipo di contesto è facile ci rendersi conto dell'impatto che avrebbe un racconto falsato della realtà.”
Questa la riflessione di Grillo, che con le sue parole apre ad un mondo affascinante e sollecita riflessioni appassionanti.
I falsi storici esistono da sempre, la più celebre è dicerto la falsa donazione di Costantino, smascherata dall’umanista Lorenzo Valla, ma nel nostro tempo è sempre più difficile distinguere cosa è falso e cosa no, come se la linea fra reale e irreale si andasse ad assottigliare sempre più.
Allora cosa è reale? Il dibattito meriterebbe maggior spazio e maggior coinvolgimento ma intanto una risposta ce l’ha data Franco Battiato in una sua canzone: “Niente è come sembra, niente è come appare perché niente è reale”