9 maggio 1978 – 9 maggio 2013. Trentacinque anni fa, la mafia ammazzava Peppino Impastato, giornalista e attivista politico. Aveva poco più di trent’anni, dalle frequenze di “Radio aut” denunciava le attività mafiose dei clan e della politica democristiana. A Cinisi, in provincia di Palermo. Se la prendeva con il boss della zona, Peppino: Gaetano "Tano" Badalamenti. Cento passi dividevano le loro case. Ci sono voluti ventiquattro anni meno un mese e una settimana alla giustizia italiana per percorrerli e dire finalmente che il mafioso aveva ammazzato Peppino, la notte tra l’8 e il 9 maggio 1978.
Non ne parlò nessuno,allora: era il giorno in cui le Brigate Rosse fecero ritrovare il cadavero di Aldo Moro nel cuore di Roma. A Cinisi il caso fu subito risolto: l’ipotesi dei carabinieri era quella di un attentato andato male del quale Impastato, militante di Democrazia proletaria, era rimasto vittima. Tutti sapevano che le cose non erano andate affatto così, ovviamente.
Nell’aprile 2002, la Corte d’Assise ha restituito giustizia alla memoria di Peppino condannando Badalamenti all’ergastolo. “Finalmente quell'assassino paga la sua colpa", disse la mamma di Peppino, Felicia Bartolotta, 86 anni, dalla casa di Cinisi: "Volevo andare in aula, ma ero troppo emozionata, non ero sicura di come finiva. Ho preferito restare a casa”. Non aveva mai smesso di combattere per dare giustizia a suo figlio. Se ne andò due anni dopo.
Nel 2011 casa Badalamenti, confiscata, è stata assegnata all'Associazione Casa Memoria "Felicia e Peppino Impastato" e all'Associazione "Peppino Impastato".
Rimane invece nell’incuria, a rischio crollo, il casolare dove Peppino fu ucciso, vincolato come luogo di memoria.
Per salvare il "simbolo di una Sicilia che resiste", è stato girato un cortometraggio, "Munizza", una storia vera, nata a Cinisi 5 anni fa da un testo di Andrea Satta dei Tetes de Bois, i disegni di Marta Dal Prato e la regia di Licio Esposito (Cactus Film Produzioni).
Potete vederlo in esclusiva su Repubblica.tv Inoltre, c’è una petizione online. "Restituiamo quel bene alla collettività" è la richiesta di "Radio 100 passi" al presidente della regione Sicilia, Rosario Crocetta. Un appello che raccoglie la denuncia del fratello di Peppino, Giovanni: "E' vergognoso - dice - che nel luogo più importante della lotta alla mafia sia rotto il tetto e il proprietario porti le mucche a pascolare".