Dopo le 18 repliche dell'anno scorso, è tornato con successo sul Gran Sasso lo spettacolo teatrale di Pier Francesco Pingitore "Operazione Quercia, Mussolini a Campo Imperatore" che continuerà fino a domenica 31 agosto (tutti i giorni ore 20, la domenica alle 17).
Il valore aggiunto della rappresentazione sta proprio nel luogo e negli spazi in cui si svolge: nei difficili giorni di inizio Settembre 1943 la storia passò infatti per Campo Imperatore, nello stesso hotel e nelle stanze in cui si svolge lo spettacolo e dove fu custodito Benito Mussolini dopo la caduta del regime del 25 luglio.
L'opera di Pingitore racconta la vicenda umana di quegli ultimi giorni che il Duce (o meglio L'ormai "signor Mussolini", interpretato magistralmente da Luca Biagini) trascorse sul Gran Sasso prima di esser portato via da una aereo tedesco il 12 settembre.
Prima di quella data, nella rappresentazione, Mussolini trascorre il tempo con i suoi custodi (polizia e Carabiniieri più una cameriera ed un pastore) insieme ai quali apprende, ascoltando Radio Londra, della notizia dell'armistizio dell'otto settembre in seguito al quale è convinto che ad arrivare a prelevarlo saranno gli anglo-americani.
Quello che per 20anni è stato l'uomo più potente d'Italia è spaventato a morte da questa prospettiva e pur di non accettare l'umiliazione di cadere nelle mani del nemico è disposto ad uccidersi.
Così lo spettacolo poggia su questa suspance storica: arriverà qualcuno a prendere lo scomodo Mussolini? Quando? Chi? E cosa succederà quando accadrà?
Nel mezzo del tormento un grammofono a manovella diffonde di tanto in tanto musica da dischi a 78 giri e sulla scena irrompono, come in un sogno, due ballerini che staccano la narrazione.
Intanto l'ex Duce si sente ormai in preda del destino perché tutto può accadere come attraverso delle sliding doors storiche pronte ad aprire o chiudere diversi universi.
Alla fine, come noto, ad arrivare saranno i tedeschi che lo libereranno senza nemmeno la necessità di sparare un colpo, ma l'ex Duce più che entusiasta sembra ormai rassegnato. "Penso che riflettere sull'8 settembre, chiamato anche la morte della Patria - dirà lo stesso Pingitore a fine spettacolo - ci aiuti affinché certi fatti successi non si ripetano" .