Di Paolo Muzi, Anpi L'Aquila - A settantun anni dall’evento resistenziale ante litteram costituito dal sacrificio dei Nove Martiri Aquilani, caduti in nome della dignità e della libertà agli inizi dell’occupazione tedesca nel settembre 1943, ritengo importante non solo che sia rievocato il fatto storico, ma anche non venga disconosciuto il difficile impegno a costruire una “memoria pubblica” cittadina di questo drammatico ma luminoso episodio e dei suoi giovanissimi protagonisti.
Citiamo due fatti indicativi della lunga e a nostro avviso colpevole rimozione che c’è stata nella coscienza civica cittadina di questo episodio dei Nove Martiri Aquilani, cioè del primo scontro armato in Italia tra civili italiani e occupanti tedeschi.
Nei primi giorni della Liberazione il giornale aquilano dal significativo titolo “Risorgere”, edito dall’antifascista Francesco Cellammare, venne censurato nel suo primo numero, il 25 giugno 1944, proprio per l’articolo Il delitto delle Casermette, come vediamo dalla meritoria ristampa anastatica realizzata sue spese in giungo scorso, nel 70° della Liberazione della città, da Raffaele Cusella, unico possessore in città di tale primo numero, non presente neppure nella Biblioteca Provinciale.
Un’insegnante pescarese mi ha di recente testimoniato che, venuta all’Aquila una decina d’anni fa in commissione per gli esami di maturità, ha domandato a qualche studente se sapesse chi erano i Nove Martiri, visto che la piazza a loro intitolata era uno dei luoghi preferiti d’incontro dei ragazzi aquilani. Ma nessuno le ha saputo rispondere.
Questa tendenza a dimenticare è stata da subito contrastata dalle famiglie colpite dalla tragedia e anche dal bel libro di Corrado Colacito, che nel 1955 ha ben ricostruito il fatto storico.
Le celebrazioni ufficiali come quella di oggi sono sempre sicuramente importanti, ma talvolta appaiono alquanto frettolose. Più significative ci appaiono quelle iniziative volte a ricostruire e interpretare l’episodio resistenziale e soprattutto a perpetuarne tra i cittadini la memoria e i valori intrinseci di libertà e riscatto che hanno motivato quei ragazzi.
Libertà personale rispetto al dover prestare lavoro coatto per le truppe d’occupazione e riscatto dell’umiliazione del paese in disfacimento per i guasti del totalitarismo e i disastri della guerra. Sono valori presenti tutt’ora tra i giovani che oggi arrivano più o meno clandestinamente in Europa da paesi martoriati da analoghi fenomeni.
Credo perciò opportuno oggi ricordare alcune delle iniziative volte a creare una coscienza civica.
L’intitolazione ai Nove Martiri, nell’immediato dopoguerra, della piazza costruita nel 1928 in regime fascista, con la fontana “La sorgente” dello scultore Nicola D’Antino, che rappresenta proprio un’adolescente.
La costruzione del sacrario che raccoglie le spoglie dei nove ragazzi promosso nel 1945 dal comitato delle famiglie, con presidente onorario il cardinale Carlo Confalonieri, realizzato dopo ben trent’anni dal Comune nel cimitero monumentale, e intitolato ai “Nove Martiri Giovinetti”.
L’importante raccolta di testimonianze di protagonisti, realizzata in video nel 1989 da Umberto Dante e Alfredo Frattolillo, in collaborazione con due studenti universitari.
La bella mostra storico-documentaria allestita alcuni anni fa dall’Istituto Abruzzese per la Resistenza presso il Palazzetto dei Nobili, dove furono esposti dei documenti emozionanti, cioè i quaderni e i libri scolastici di alcuni dei nove giovani, ora custoditi presso l’Istituto stesso.
Le annuali iniziative commemorative delle scuole, in particolare dell’ITIS (a suo tempo frequentato da Fernando Della Torre, il più grande dei Nove Martiri) che vanno ad integrare tra i giovani le cerimonie ufficiali.
Il film documentario realizzato nel 2005 da Giorgio Cavalli, che ben ripropone artisticamente atmosfere e ansie di quel settembre 1943, con una narrazione storicamente esauriente dell’episodio dello sconto armato di Collebrincioni.
La celebrazione solenne del 70° anniversario da parte del Consiglio Comunale dell’Aquila lo scorso anno e la decisione di intitolare il sentiero da S. Giuliano a Collebrincioni ai Nove Martiri.
Infine la recente apposizione del cippo, il 25 aprile scorso, all’inizio di detto sentiero presso il convento di S. Giuliano, con la scritta “Comune dell’Aquila. Sentiero dei Nove Martiri 23 settembre 1943”.
È ora in corso la progettazione e la definizione di un percorso “Memoria-Natura”, proposto al Comune dall’ANPI dell’Aquila e dall’Istituto della Resistenza, che vede impegnati il CAI e l’Associazione Alpini in collaborazione con il Parco nazionale Gran Sasso-Monti della Laga. Questo percorso storico e naturalistico in sei tappe, illustrate da pannelli descrittivi, intende ricongiungere i luoghi dei dintorni dove si sono vissuti episodi della Resistenza (Collebrincioni, Arischia, Casale Cappelli, Filetto, M. Archetto e Onna) e agevolarne la frequentazione.
Ma in prospettiva soprattutto le iniziative delle scuole potranno assolvere l’importante funzione di costruire una memoria collettiva degli eventi resistenziali, a cominciare da quello dei giovanissimi Nove Martiri, coetanei per sempre agli studenti di oggi e di domani.
Infatti in vista del 70° della Liberazione dell’Italia è stato stipulato un accordo a livello nazionale tra l’ANPI e il Ministero dell’Università e della Ricerca, che costituisce un solido presupposto per allargare nelle scuole le iniziative di formazione sulla storia della Resistenza secondo un modello di “cittadinanza attiva”.
Questo prevede il protagonismo degli studenti non solo nello studio di testi storici quanto soprattutto nella ricerca ed elaborazione della documentazione: cioè foto e giornali d’epoca, filmati e documenti d’archivio e in particolare le testimonianze dirette, raccolte dalla viva voce dei protagonisti.
In merito sarebbe auspicabile che il Comune dell’Aquila volesse cooperare all’azione delle scuole ospitando nel proprio sito web istituzionale materiali documentari e soprattutto gli eventuali migliori elaborati multimediali delle classi scolastiche cittadine.