Mercoledì, 04 Marzo 2015 14:42

I giorni di Fukushima: l'11 marzo scienza ed arte rileggono la storia

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L'11 marzo Fukushima torna a rivivere a L'Aquila. In occasione del quarto anniversario della tragedia che sconvolse l'oriente, il Dipartimento di Scienze Umane, a partire dalle 17 ospiterà la conferenza dal titolo "I giorni di Fukushima - Uomo, Scienza e Natura". Obiettivo dell’evento - organizzato dall’associazione culturale e studentesca Eidos, con la partnership dell’Università dell’Aquila, di Backstage UNivaq e di Enea - è rileggere la storia di quei giorni attraverso la lente della scienza ma anche della filmografia e dell'arte.

"L'evento - spiegano gli organizzatori - non mira ad alimentare una discussione sulla validità della tecnologia nucleare ma a fornire alla platea gli strumenti necessari a chiarire gli aspetti che, purtroppo, non furono analizzati dai media con la freddezza propria del causa-effetto ma con l’emotività umana".

Caratteristiche dell'incontro saranno la multidisciplinarietà e l'aspetto divulgativo. Esperti del settore aiuteranno a comprendere cosa è davvero accaduto quell'11 marzo 2011. Interverranno l’ingegner Federico Rocchi, unità tecnica per la sicurezza dei reattori e del ciclo di combustibile dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile), i professori di area geologica e sismica Antonio Moretti e Gianluca Ferrini, il professor Guido Macchiarelli, ordinario di anatomia, e la dottoressa Maria Grazia Palmerini, tutti afferenti al Dipartimento di Medicina clinica, sanità pubblica, scienze della vita e dell'ambiente dell’Università degli Studi dell’Aquila.

Tutti gli interventi saranno introdotti dalla lettura di estratti e poesie, e dall’accompagnamento del flauto traverso. Seguirà la proiezione del film "Fukushima no Daimyo" (Il Signore di Fukushima), alla presenza del regista Alessandro Tesei. Il corto, vincitore del premio L'Anello debole 2014 - Corti della realtà, racconta la storia di Masami Yoshizawa, unico allevatore rimasto a vivere nell'area contaminata e pone di fronte all’interrogativo: "fuggire ed abbandonare la propria terra contaminata o accettare l'esposizione e lottare?".

Sarà l'occasione per non dimenticare un passato ancora vicino, i cui effetti restano indelebili nella vita di una comunità, sullo sfondo di una città fantasma. Un modo per capire la natura, che solo la scienza può proteggere dall’errore umano.

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