Giovedì, 14 Marzo 2013 10:52

L'Aquila 2019: aquilani cittadini europei della cultura

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E' stato presentato da poco il sito internet per la candidatura della città dell'Aquila come capitale europea della cultura.
Uno strumento che illustra l'iter della candidatura, ne seguirà i passi e si pone come strumento di dialogo con i cittadini non solo per informarli, ma anche per sollecitarne la partecipazione con idee, proposte, suggerimenti.

Quindi una "finestra di dialogo" con gli aquilani e non solo, si spera. Un dialogo che andrebbe interpretato però non come un accidente da tollerare, quasi fosse un raffreddore fuori stagione mentre siamo presi in tutt'altre faccende. Infatti, dato per scontato che la candidatura in sé non è una sciagura ma un'opportunità, va anche capito il modo migliore per interpretarla come cittadini.
Un'ipotesi potrebbe essere quella di predisporci a pensare che la delusione più grande che possiamo vivere non è tanto di non vedere L'Aquila trionfare nel 2019 davanti a Matera, Venezia, Ravenna…ma di perdere l'occasione di arrivare al 2019 con una città migliore in cui i suoi cittadini si "affezionino" alla cultura, sentendo come questa sia un elemento essenziale per l'economia locale e per migliorare la qualità della vita di tutti.
Dovremmo tifare per il successo dell'Aquila capitale europea della cultura, ma ancor più per dei cittadini che, da qui a sei anni, possano e sappiano vivere di cultura e la cultura, in ogni sua declinazione. Sì, certo…non solo di cultura si vive, ma anche di altro, siamo d'accordo. Ma qualcosa ci dovranno pur fare capire gli studi nazionali sul settore che ci invitano a tenere caro il nostro patrimonio, materiale e immateriale, perché l'Italia non è il paese del petrolio (e L'Aquila non ha miniere d'oro). Quindi è saggio lavorare per valorizzare i nostri giacimenti e abbattere il pregiudizio che dire cultura significhi sperperare soldi, perdere tempo, perché le cose importanti e redditizie sono altre. Sicuramente molto c'è da riorganizzare e da reinventare nel settore, ma non da distruggere, altrimenti in questa città il rischio è che non resti più nulla. E le amministrazioni pubbliche, a tutti i livelli, debbono svolgere il loro lavoro per ottenere fondi, nazionali e europei, ponendosi capofila di progetti culturali, turistici, integrati con l'artigianato, il commercio, l'imprenditoria e così via.

Non abbiamo dimenticato che L'Aquila si deve anche ricostruire, un cronoprogramma è del 12 marzo 2013 e guarda al 2018, ma è un percorso che sarebbe miope immaginare di sola natura edilizia.Tra il 2018 e il 2019 si tireranno un bel po' di somme.

Ultima modifica il Venerdì, 15 Marzo 2013 01:15

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