Venerdì, 17 Aprile 2015 14:37

Al Nobelperlapace "M.e.d.e.a. Big-Oil": sulla petrolizzazione, pensando a Ombrina

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Giunge al termine la rassegna di teatro contemporaneo "Strade 2015", ideata e realizzata dall'associazione culturale Arti e Spettacolo nello scenario del Teatro Nobelperlapace di San Demetrio ne' Vestini (L'Aquila). Domenica 19 aprile, con inizio alle ore 18 (ingresso 6 €), andrà in scena l'ultimo spettacolo: M.E.D.E.A. Big-Oil, del collettivo Internoenki.

L'opera prende il titolo dal master in Management ed economia dell'energia dell'ambiente della scuola "Enrico Mattei" della multinazionale Eni, ma fa riferimento alla celebre tragedia greca della madre che uccide i figli. I figli "uccisi", in questo caso, sono però i lucani della Val d'Agri, in Basilicata, dove l'Eni ricava il petrolio made in Italy.

"Abbiamo scelto di portare in Abruzzo questo spettacolo perché i problemi di cui parla sono gli stessi che potrebbero presentarsi con il progetto Ombrina, che vede gli stessi artefici e produrrebbe gli stessi danni – evidenzia il direttore artistico di Strade Giancarlo Gentilucci – si tratta di un gruppo di giovani attori e attrici che ha svolto un'attenta indagine su questi temi, vincendo anche premi importanti come Scenario per Ustica, nel 2013".

M.E.D.E.A. Big-Oil è una rielaborazione contemporanea, del mito di Medea, proposta secondo una linea di trasposizione anti-canonica ben marcata, che colloca la vicenda nella Basilicata petrolizzata. "La nostra tragedia – sottolinea il collettivo – è anti-canonica perché contaminazione di una miriade di ulteriori formule stilistiche: diviene lo strumento prescelto a raccontare una situazione che, impiantandosi negli archetipi della storia lucana, trova ragion d'essere nel suo presente".

"Affrontando il tema del greggio, della sua estrazione e delle conseguenze tutt'altro che felici che quest'ultima aveva su una società popolana privata degli strumenti politici, cognitivi e ideologici per contrapporsi ad una colonizzazione quasi aberrante e totalitaria, ci siamo trovati a fare i conti con una forma di servitù particolare".

Lo spettacolo è la ricostruzione di un innamoramento senza corresponsione d'amore: l'eroina tragica è, nella rilettura che ne hanno dato gli autori, una donna lucana tradita dallo "straniero", il Big-Oil-Giasone, ruolo-simbolo di un delicato giocoforza del potere, non casualmente affidato a una compagnia petrolifera. Lo straniero-invasore è l'amante infedele che non restituisce il "bacio" ricevuto, che non mantiene la promessa d'amore, di crescita e di lavoro a un Paese che regala ricchezza per riceverne in cambio povertà. In questo senso, anche Medea è "simbolo": è lei l'amante tradita, ma al contempo si fa metafora sintagmatica di quella chiusura mentale paesana e contadina che, a sua volta, diventa causa di un irreversibile senso di colpa.

Lo spettacolo è l'ultimo di una rassegna che ha visto il sold out in tutti gli appuntamenti del cartellone: "Strade è stato un successo, come lo sarà anche domenica prossima – sottolinea Gentilucci – c'è stata grande attenzione da parte del pubblico, siamo soddisfatti. Ha funzionato anche l'idea, lanciata fin dall'inizio, di farci mandare le critiche degli spettacoli dagli spettatori. Al di là della critica dell'addetto ai lavori, è fondamentale sapere cosa pensa chi vive lo spettacolo, cosa si apprende e le emozioni che si vivono, siano esse positive o negative".

Appuntamento domenica 19 aprile, dunque, con M.E.D.E.A. Big-Oil, epilogo di Strade 2015.

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