Aveva fatto discutere, lo scorso anno, il sequestro all'Aquila da parte dei Nas di ben 111 litri di genziana, liquore fiore all'occhiello della tradizione enogastronomica aquilana, prodotti dalle suore dell'Immacolata Concezione di San Gregorio, frazione a est del capoluogo abruzzese.
La campagna web save the genziana, nata in una casa aquilana, durante una cena tra amici, tra il serio e il faceto, sollevò un polverone, diventando un tormentone del web per settimane, con persone che da tutto il mondo pubblicavano foto sui social network in solidarietà alle suore e affinché il "ben di Dio" venisse salvato. Venne avviato, nei confronti della suora responsabile della produzione un procedimento penale. Oggi, dopo un anno, la suora ha patteggiato una multa, di fronte al Tribunale dell'Aquila. A renderlo noto è Il Centro.
La religiosa, per evitare noie e lungaggini giudiziarie, ha chiuso patteggiando una sanzione pecuniaria, per aver prodotto la genziana senza etichetta, ovvero per il mancato rispetto delle norme comunitarie sulla produzione. Il liquore color oro, infatti, fu sequestrato dai Nas perché non aveva la tracciabilità prevista dal rigido regolamento della Comunità europea. Furono sequestrati anche 48 litri di limoncello, 8 di liquore al limone-arancio, 6 di liquore al caffè, 30 chili di ortaggi e tre chili di miele.
A nulla valsero gli appelli sul web di centinaia di aquilani (e non), le foto pubblicate nelle tv e sulle testate nazionali, volti a scongiurare la distruzione dei 111 litri di genziana: il liquore finì smaltito nei tombini e si avviò il procedimento penale per l'istituto "Immacolata concezione" di San Gregorio.
Con il patteggiamento della suora, dunque, si chiude definitivamente la grottesca vicenda della genziana autoprodotta e sequestrata. (m. fo.)
Le foto che invasero il web nella primavera 2014