Giovedì, 22 Maggio 2014 19:44

Genziana sequestrata, processo penale per le suore. L'avvocato: "Non faremo ricorso"

di 

La campagna web dell'hashtag #savethegenziana, lanciato da NewsTown tra il serio e il goliardico qualche giorno fa, ha fatto il giro del Paese. Finita ieri sulla homepage del Il Fatto Quotidiano online, se ne è parlato anche stamane a Il Ruggito del Coniglio, trasmissione di Rai Radio 2.

Sono centinaia le persone (e non solo) che hanno realizzato autoscatti assieme all'ormai celebre scritta, per scongiurare la distruzione di 111 litri di genziana sequestrati alle suore della "Casa famiglia Immacolata Concezione" di San Gregorio, frazione est dell'Aquila. Dalla campagna hanno preso spunto anche i giocatori dell'Aquila Rugby che, orfani del proprio stipendio da mesi e timorosi di una società dal futuro economico incerto, hanno rilanciato con i selfie di #savelaquilarugby, coinvolgendo anche ben cinque giocatori della nazionale.

Ma al di là della viralità di #savethegenziana e della sua analisi fenomenologica, per le suore della casa famiglia di San Gregorio il problema è piuttosto serio. Nella struttura che ospita anche gli alloggi delle sorelle, infatti, da anni viene svolto un servizio di accoglienza e assistenza di bambini e madri con forte disagio sociale. C'è anche una cucina, con la quale le suore forniscono ristoro a chi ne chiede. E' per questo motivo che un semplice sequestro amministrativo si è trasformato in un reato che imporrà un processo penale. A spiegarlo a NewsTown l'avvocato difensore delle suore della Immacolata Concezione, Giovanni Pasanisi: "Quando i Nas hanno rinvenuto il prodotto, lo hanno considerato come oggetto di somministrazione agli ospiti della struttura, ma invece la genziana era depositata nell'ala della struttura riservata agli alloggi delle suore, ben lontano dai possibili utenti della struttura stessa".

L'amaro viene prodotto e utilizzato, da anni, per farne dono ai benefattori e alle famiglie che contribuiscono al mantenimento e alle attività assistenziali della struttura di San Gregorio: "Per quanto ne so – continua Pasanisi – da quando è stato istituito quell'ordine, le suore hanno sempre avuto a che fare con le erbe e la fitoterapia. Mantenendo la tradizione, producono annualmente un certo quantitativo di genziana, acquistando il principio in erboristeria, e non andando in giro per le montagne, come qualcuno ha impropriamente scritto sulla stampa. Ho visto anche degli articoli di scherno nei confronti delle suore, che penserebbero a vendere la genziana, invece che pregare. E' piuttosto antipatico".

Ad ogni modo, le suore dell'Immacolata Concezione probabilmente non faranno ricorso al giudice di pace, come ha suggerito di fare, entro i 60 giorni previsti dalla normativa, in un'intervista ad AbruzzoWeb il vicesindaco Nicola Trifuoggi, firmatario dell'ordinanza sulla distruzione dei 111 litri di genziana: "Confrontandomi con loro – conferma Pasanesi – abbiamo deciso che probabilmente non faremo ricorso, purché si ponga fine alla questione, perché quel prodotto è sequestrato dentro l'edificio da mesi".

Rimane l'amaro – si perdoni il gioco di parole – per l'opinabilità sul presunto commercio che avrebbero voluto (il condizionale è d'obbligo) intraprendere le suore. Il sequestro sanitario – per cui occorre l'ordinanza del Sindaco, massima autorità sanitaria comunale – si effettua infatti su alimenti e bevande destinate alla somministrazione e al commercio. Un elemento fortemente confutato dall'avvocato difensore, che ribadisce l'uso "quasi domestico" della genziana. Insomma, le norme comunitarie stringenti sulla trattazione dell'alimento, assieme all'eccessivo zelo delle forze dell'ordine, porteranno a un surreale processo penale per le suore e alla distruzione della genziana.

Una distruzione che, a detta di Pasanisi, difficilmente potrà essere scongiurata: "Dovremo sostenere noi la spesa per la distruzione – conclude l'avvocato – mentre lo smaltimento sarà effettuato dall'Asm. Ho chiesto preventivi anche a ditte specializzate, ma i prezzi sono esorbitanti. Certo, non avrei mai immaginato che potesse sorgere una situazione del genere".

D'altronde, quando si cade nelle maglie della burocrazia, anche genziana "domestica e familiare" può diventare un prodotto di alta pericolosità.

Ultima modifica il Venerdì, 23 Maggio 2014 09:55

Articoli correlati (da tag)

Chiudi