Mercoledì, 17 Luglio 2013 17:31

L'Abruzzo come Set: prosegue nel Parco Sirente Velino il festival di Cinema Hub C

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L'Hub C Abruzzo Cinema è arrivato alla sua terza edizione. Ideato ed organizzato dall'associazione culturale Altair, si propone di far conoscere il territorio abruzzese attraverso le numerose produzioni cinematografiche che hanno avuto come set naturale la nostra regione: una festa del cinema che si sta svolgendo all'interno del Parco regionale Velino Sirente.

Si perché l'Hub C è iniziato sabato scorso a Fontecchio con la proiezione di Vincere di Marco Bellocchio e di Io sono Li di Andrea Sagre, ma proseguirà sabato 20 e domenica 21 luglio a Castelvecchio Subequo per finire a Rocca di Mezzo sabato 3 e domenica 4 agosto.

La scelta di svolgere la manifestazione in questi Comuni del Parco Sirente Velino è paradigmatica della volontà di far vivere, anche nei piccoli centri, eventi culturali di spessore per contribuire così a valorizzare tutto il territorio che insiste all'interno del Parco regionale, potenziandone l'attrattività turistico-culturale anche grazie alla presenza di personaggi di primo piano del mondo del cinema.

In piazza San Francesco a Castelvecchio Subequo, sabato 20 luglio alle 21.30, ci sarà la proiezione di L'amore non basta di Stefano Chiantini, con Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Tiberi e Alessandro Haber (MediaFilm 2008, 84 min.).
Il film racconta di Angelo e Martina, di Fernando e Marit, di Nicola ed Angelo, di persone che si amano in maniera diversa ma che, nonostante questo, non riescono ad incontrarsi e comprendersi pienamente. Il film è ambientato tra L'Aquila, Pescara ed Avezzano. A seguire, incontro con il regista marsicano Stefano Chiantini.

Domenica 21 luglio, sempre a Piazza San Francesco, alle ore 18 si svolgerà l'incontro con i giurati popolari delle quattro province abruzzesi, con tutti i partecipanti al concorso nazionale per cortometraggi no budget "Generazione 2010" e con la giuria d'eccellenza.

Il Festival infatti, ponendosi l'obiettivo di portare sul grande schermo produzioni low cost, vuole dar rilievo ad opere cinematografiche abruzzesi (lungometraggi, cortometraggi, documentari) che difficilmente troverebbero spazio nel tradizionale circuito di distribuzione e a tale scopo ha bandito un concorso nazionale per cortometraggi no budget: al primo classificato verrà consegnato un premio di 2mila euro e al secondo di mille euro.

Alle 21.30, poi, la proiezione di "Un giorno e un altro ancora", firmato da Dino Viani (Stimmungfilm 2009, 42 min.). Il film, patrocinato dall'Istituto italiano di cultura di Berlino, è parte del progetto "Storie di pietra tra memoria e sogno" che ha coinvolto venti comuni della Val di Sangro e del Medio Sangro. Più di cento anziani hanno raccontato la loro vita, ripercorrendo a ritroso, attraverso i ricordi, le vicissitudini della loro esistenza: uno dei più importanti documenti sulla memoria storica di quei luoghi mai realizzati prima.

A seguire, incontro con il regista teatino Dino Viani e premiazione del vincitore del concorso nazionale per cortometraggi no budget "Generazione 2020" presieduta dal regista aquilano Luca D'Ascanio con proiezione del cortometraggio vincitore: "Io non parlo" mai di Raffaele Salvaggiola.

Ultimo appuntamento a Rocca di Mezzo, presso la palestra polivalente Lorenzo Sebastiani. Sabato 3 agosto, alle ore 21.30, sarà proiettato "Il sole anche di notte " di Paolo e Vittorio Taviani con Julian Sands, Charlotte Gainsbourg, Nastassja Kinski (Giuliani G. De Nigri 1990, 112 min.). Liberamente ispirato al racconto Padre Sergio di Lev Tolstoj «concepito con stile impeccabile, esattissimo nel gusto dell'immagine, fine nella scrittura... è un film pressoché perfetto, un piccolo classico dove anche gli interpreti, sono lodevolissimi». Il film è girato in parte a Campo Imperatore ed è stato presentato fuori concorso al XLIII Festival di Cannes (1990).

Ospite d'onore Pamela Villoresi.

Domenica 4 agosto alle 21.30 sarà la volta di "Milarepa" di Liliana Cavani con Lajos Balászovits, Marisa Fabbri, Marcella Michelangeli (Lotar Film per RAI 1974, 108 min.). Ambientato in un Tibet immaginario «è uno di questi film assolutamente rari. Non lo si ricorda come un film, ma come una perfetta geometria, in cui si sia sintetizzata e cristallizzata un'esperienza visiva vissuta nella realtà [...] una successione di inquadrature ferme, di panoramiche per lo più irregolari [...] su un mondo "profilmico" stranamente geometrico anch'esso: un Abruzzo brullo e azzurro, spesso con nuvole o nebbie vaganti su distese di rocce perdute in una solitudine particolarmente profonda».
Ospite d'onore della serata Paolo Bonacelli.

Ultima modifica il Mercoledì, 17 Luglio 2013 18:04

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