Venerdì, 02 Agosto 2013 01:12

Accord Phoenix: chi è la società pronta ad investire nell'ex polo elettronico?

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“Ben venga ogni investimento nel territorio ma bisogna stare in guardia e approfondire i progetti che vengono proposti”. Con queste parole, i consiglieri di opposizione Giorgio De Matteis e Daniele Ferella, insieme al coordinatore di L’Aquila Città Aperta Corrado Ruggeri, hanno consegnato ai giornalisti copia del ‘Fascicolo storico della società di capitale Accord Phoenix srl’, depositato alla Camera di Commercio.

La vicenda è nota: la società è pronta ad investire quasi 50 milioni per istallare un sito di recupero di materiali elettronici riassorbendo, così, 134 lavoratori in mobilità dalle aziende dell’ex polo di Pile. Una boccata d’ossigeno per la città, senza dubbio. A fronte degli impegni assunti, la Accord Phoenix potrà contare su di un finanziamento da 11 milioni di euro, dal 5% dei fondi Cipe destinati alle attività produttive. Modificato il decreto che, in un primo momento, escludeva la società contemplando prevalentemente attività del settore farmaceutico ed elettronico, c’è da attendere solo il parere finale di Invitalia, che sta analizzando la pratica. Entro la metà di settembre, la speranza del sindaco Massimo Cialente.

Non dovrebbero esserci ostacoli, dunque, per l’insediamento della Accord Phoenix. Per evitare di ripetere errori già commessi in passato, e non solo a L’Aquila, è però importante monitorare da vicino il progetto. Lo ha ribadito a NewsTown il segretario provinciale della Cgil, Umberto Trasatti, a qualche ora dalla presentazione del piano industriale alle forze sociali.

“Si è finalmente avviato un confronto. Ora, tutte le fasi successive dovranno essere monitorate, verificate insieme al Comune e a tutte le forze sociali. Intanto, aspettiamo le osservazioni di Invitalia che sta valutando il progetto complessivo di investimento. Già in autunno potremmo avere le risposte definitive per procedere alla definizione con le controparti degli impegni relativi alla ricollocazione del personale. Serviranno ulteriori approfondimenti. Apprezziamo che siano stati forniti alcuni elementi più puntuali rispetto al Piano industriale. Ovviamente, anche noi nelle prossime settimane andremo avanti con le dovute verifiche: vogliamo la garanzia che l’investimento sia serio e duraturo".

Interessante, in questo senso, sfogliare la visura richiesta alla Camera di commercio dai consiglieri De Matteis e Ferella.

La Accord Phoenix ha la sua sede legale a L’Aquila, nel condominio ‘Poggio del Sole’ in via Amleto Cencioni 5. Già casa del Partito Democratico della Provincia dell’Aquila, prima del trasferimento nei locali del costruttore Berardino Del Tosto, ad oggi nel condominio non c’è traccia di alcun ufficio della società. Neanche un’etichetta sui campanelli per ricevere la posta ordinaria. A leggere il fascicolo, si scopre che Accord Phoenix è stata costituita il 5 luglio del 2012 (per questo non ha mai depositato un bilancio d’esercizio) e che è stata iscritta nel Registro delle Imprese dell’Aquila sei mesi dopo, il 7 gennaio del 2013.

La società ha, per oggetto sociale, lo svolgimento delle seguenti attività:

  • Gestione, sia in proprio che per conto terzi, di rifiuti, materie prime secondarie derivanti da recupero, sottoprodotti e beni usati o obsoleti;
  • "Raccolta e organizzazione di circuiti di raccolta, stoccaggio, selezione, commercio ed intermediazione anche senza detenzione, immissione sul mercato, trattamento, smaltimento, riutilizzo, preparazione per il riutilizzo e il recupero energetico di ogni tipo di rifiuto, nonché di rottami, materie prime secondarie e altri materiali e prodotti derivanti da recupero;
  • Presa in consegna, diagnosi e valutazione di funzionalità, riparazione, rigenerazione, ricondizionamento, sanificazione, preparazione al riutilizzo, rivendita di apparecchiature o altri beni usati o obsoleti;
  • Progettazione, realizzazione, gestione, manutenzione e conduzione di impianti di raccolta, stoccaggio, travaso e trasferimento, selezione, trattamento, smaltimento e recupero anche energetico di rifiuti, rottami, materie prime secondarie ed altri materiali e prodotti derivanti da recupero;
  • Trasporto, movimentazione, spedizione, importazione ed esportazione e imballaggio di ogni tipo di rifiuti, rottami, materie prime secondarie ed altri materiali;
  • Bonifiche ambientali e di apparecchiature nonché di beni contenenti amianto;
  • Servizi di consulenza ambientale;
  • Ogni attività e servizio che abbia attinenza con il ciclo dei rifiuti.

Il capitale sociale è di 10mila euro, di cui 2.500 versati.

Chi sono i soci? Le quote di maggioranza sono della “Enertil Investments Ltd”, titolare di capitale nominale pari a 6.700 euro (di cui 1.675 versati). La società ha sede a Cipro, fino alla fine di marzo un vero e proprio paradiso fiscale grazie ad una legislazione di favore e poco trasparente. Poi, vista la crisi, Nicosia è stata costretta a firmare un nuovo accordo con l’Europa per ottenere un aiuto da 10miliardi di euro. Tra i punti fondamentali ci sono un’audit indipendente sul sistema di antiriciclaggio adottato dall’isola e dalle sue banche. Ai verificatori si affiancherà Moneyval, la divisione del Consiglio d’Europa che valuta proprio i sistemi antiriciclaggio. Nel caso in cui il risultato del controllo dovesse essere insoddisfacente, la sua correzione è una delle “condizionalità” accettate da Cipro nel memorandum of understanding per poter ottenere i soldi.

Altro socio è la “Al One Investment Ltd”, con sede a Londra, titolare di capitale nominale pari a 3.300 euro (di cui 825 versati). La società è iscritta nel registro inglese delle imprese private dal 13 giugno del 2012. Pochi giorni prima che venisse costituita la Accord Phoenix.

La “Al One Investment Ltd” è di proprietà della “Fast Management Solutions Ltd”, con sede a Londra e nello stesso edificio della società di Pezzoni, che è stata iscritta nel registro delle imprese private nel febbraio 2011. Titolare è il giovane (ha 28 anni) Yusuf Abdirahman, cittadino britannico.

E’ al Consiglio di amministrazione della Accord Phoenix che spettano tutti i poteri di gestione ordinaria e straordinaria della società. Il presidente è Shankar Ravi Santeshivara Bhyrappa, anche lui cittadino britannico di origine indiana. Il vice presidente è il titolare della “Al One Investment Ltd”. In Consiglio siede anche Francesco Baldarelli, con il ruolo di consigliere.

“Noi ci siamo informati su chi sono, informatevi anche voi”, l’invito ai giornalisti di De Matteis, Ferella e Ruggeri. Che hanno lasciato intendere come ci fosse qualcosa di poco chiaro dietro al Consiglio di amministrazione della società.

Ci abbiamo provato. Difficile trovare informazioni sul Presidente, anche per la particolare omonimia con il musicista e compositore Ravi Shankar, virtuoso del sitar, capace di influenzare profondamente la musica occidentale con le note della tradizione indiana.

Il consigliere Francesco Baldarelli, invece, l’abbiamo conosciuto ed intervistato il giorno della presentazione del piano industriale di Accord Phoenix ai sindacati, nelle stanze del Comune dell’Aquila. Già politico, esponente Pds e dei Democratici di sinistra, è stato eletto parlamentare europeo alle elezioni del 1994. È stato vicepresidente della Delegazione per le relazioni con la Repubblica Ceca, la Repubblica Slovacca, la Slovenia e poi della Delegazione per le relazioni con la Slovenia; membro della Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, della Commissione per la pesca, della Commissione per i trasporti e il turismo, dell'Assemblea paritetica della convenzione fra gli Stati dell'Africa, dei Caraibi, del Pacifico e l'Unione Europea (ACP-UE) e della Commissione temporanea incaricata di verificare il seguito dato alle raccomandazioni concernenti l'ESB (Encefalopatia spongiforme bovina). Nel 2007 è entrato nel comitato promotore del "Forum agroalimentare e della pesca" del Partito Democratico. E’ stato, per 5 anni, presidente della SIN Spa (Sistema informativo agricolo, facente capo attraverso Agea al Ministero delle Politiche agricole) prima di essere cacciato con l’accusa di aver gestito con troppa allegria i conti della società.

Come raccontato da L’Espresso nel marzo 2013, Almaviva Spa a capofila del raggruppamento di imprese private che detiene il 49 per cento di SIN, ha spedito esposti alla Corte dei conti e alla procura della Repubblica denunciando non solo l’uso discutibile delle carte di credito, ma aprendo il fuoco anche sui contratti illegittimi e sulle assunzioni che hanno spalancato le porte a parenti e amici di Alemanno e dell’ex sottosegretario delle Politiche agricole (Pdl e poi Fli) Antonio Buonfiglio. Segnalazioni sulle spese allegre sono state recapitate pure al ministro Mario Catania, che ha varato una commissione di indagine, mentre il nuovo presidente e ad di Sin, Ernesto Carbone, è stato chiamato dal collegio sindacale a fronteggiare le “criticità” emerse e a prendere le misure necessarie per evitare il ripetersi delle “irregolarità e illegittimità riscontrate”.

Accuse da cui Francesco Baldarelli si è sempre difeso. Con una lettera aperta, pubblicata dalla testata “Il Metauro”, ha voluto spiegare le sue ragioni: “Nonostante la professionalità del mio impegno in SIN, nello scorso aprile sono stato ingiustamente rimosso dall’incarico di Presidente e consigliere delegato alle funzioni internazionale ed istituzionale”, spiega. “Sugli atti illegittimi che hanno portato alla mia sostituzione è in atto una vertenza dinanzi al Tribunale di Roma: insieme ai miei legali, sostengo con serena fermezza che le procedure decisionali siano state assolutamente illegittime, nonché frutto di un atteggiamento discriminatorio nei miei confronti e del tutto contrario alla legge. Per questo, ho ritenuto opportuno richiedere al giudice il risarcimento di tutti i danni da me patiti a seguito della rimozione dall’incarico, sia materiali che, soprattutto, morali. Gli attacchi alla mia professione sono iniziati dopo che io, nella mia qualità di Presidente, ho iniziato insieme ad altri una convinta azione di rinnovamento della società SIN, nel tentativo di introdurre una maggiore efficienza e trasparenza nella gestione e nella validazione di alcune fasi dell’erogazione dei fondi europei. Ho portato avanti questa iniziativa insieme al commissario di AGEA Gen. Jannelli, dopo averla comunicata ai vertici ministeriali competenti; in particolare, l’azione mirava a chiarire alcuni aspetti dei fascicoli aziendali delle imprese agricole, la reale titolarità dei premi, la volontà di trasparenza sulla erogazione delle risorse finanziarie della UE a sub delegati delle aziende agricole, la lotta ai fascicoli falsi e alle malversazioni in alcuni CAA (centri di assistenza agricola) che riguardavano le erogazioni di fondi a prestanome, insieme inoltre alle famose vicende delle quote latte. Fortunatamente parecchie Procure della Repubblica, tra cui quella di Milano, si stanno ora occupando di queste frodi ed io ho piena convinzione che tutto ciò potrà essere utile a ricercare la verità, e, se del caso, a perseguire i relativi reati. È in questo contesto che si è innescata la vicenda delle carte di credito e dei mezzi aziendali: con un tempismo sorprendente infatti, il tema è scoppiato immediatamente dopo la mia apertura del contenzioso con AGEA per la rimozione dall’incarico. Tutto ciò sta succedendo dopo mie prese di posizione precise sulla trasparenza e la legalità nella gestione delle erogazioni in agricoltura, come documentato nella mia intervista a Report nell’aprile scorso”.

Evidentemente, sono questioni che poco hanno a che fare con l’insediamento, a L’Aquila, della Accord Phoenix. Vicende personali ancora tutte da dimostrare e che, come tali, nulla dicono sulla sostenibilità e sulla serietà del progetto presentato all’amministrazione comunale.

Sono altre le criticità su cui sarebbe necessario fare immediatamente chiarezza, che andrebbero opportunamente approfondite. Chi è l’azionista di maggioranza, a chi fa capo la società cipriota "Enertil Investments Ltd" e di che cosa si occupa? Perché è stata fondata la "Al One Investments Ltd", controllata al 100% dalla "Fast Management Solutions Ltd",  giusto qualche mese prima della Accord Phoenix? Di cosa si occupa la società inglese? Chi è il Presidente del Consiglio di amministrazione?

Stiamo parlando di un finanziamento da 11milioni di euro: bisognerebbe presentare ai lavoratori, e alla città, il Business Plan e dimostrarne la sostenibilità economico-finanziaria. Ad oggi, non abbiamo altro se non la visura. Non essendoci ancora un bilancio, il capitale netto di Accord Phoenix è il solo capitale sociale: 10mila euro. Francamente poco per stare tranquilli. Per fare un esempio, a leggere le regole per partecipare ad un Por Fesr (il programma operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale), la società non potrebbe accedere neanche ad un finanziamento da 200mila euro. Certo, le due proprietà potrebbero capitalizzare una volta ottenuti i fondi Cipe. Se così fosse, giusto chiarirlo sin da ora.

Non dimentichiamo che è compito dei soci dimostrare la solidità e la sostenibilità del progetto: i soldi, infatti, sono pubblici e da troppo tempo si sta giocando con il destino dei lavoratori dell’ex polo elettronico.

Ultima modifica il Mercoledì, 27 Febbraio 2019 16:41

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