Alcune associazioni hanno lanciato l'allarme già qualche settimana fa, ma sembra che la politica sia stata ancora più veloce, accelerando come raramente accade.
Il progetto di ampliamento degli impianti sciistici di Ovindoli-Monte Magnola, che mirano al raggiungimento di quelli a Rocca di Cambio-Campo Felice, è stato approvato martedì scorso dalla giunta regionale presieduta dal governatore d'Abruzzo Luciano D'Alfonso.
Prevede la realizzazione di nuove infrastrutture nel comprensorio della Magnola-Ovindoli, verso le creste dei Monti della Magnola confinanti con i Piani di Pezza, con l'obiettivo di giungere progressivamente al collegamento con Campo Felice, per la creazione di quella che viene chiamata, in una brochure informativa (foto a sinistra), la "stazione sciistica più grande a sud delle Alpi".
Il presente e il futuro dell'area. La giunta ha accordato la realizzazione di nuovi impianti per sette nuove piste (Costa della tavola 1 e 2, Valle delle lenzuola, Pista della genziana 1, 2 e 3, e sky-weg Genziana-canalone) per complessivi dieci chilometri sciabili, e alcuni chilometri di infrastrutture in seggiovie e sciovie (skilift). Tutto il progetto, dal valore complessivo di circa 12 milioni di euro, è diviso in tre lotti.
Due giorni fa, la giunta fa approvato il finanziamento del primo lotto: 5 milioni di euro che saranno con tutta probabilità assegnati al Comune di Ovindoli (L'Aquila) per l'apertura del bando e l'assegnazione dell'appalto per la costruzione delle infrastrutture. "I lavori potrebbero iniziare a breve - si legge nel documento dell'esecutivo - con la possibilità che, a dicembre 2016, si possa inaugurare il primo impianto, completo di seggiovia e due piste (Genziana 1 e 2, ndr)". Attualmente gli impianti comprendono infrastrutture costruite o ammodernate per lo più tra il 1997 e il 2005, con cinque seggiovie, una cabinovia a otto posti, una sciovia e tappeti mobili.
La genesi della delibera. Le deleghe di riferimento sono quelle relative al turismo e al trasporto pubblico, entrambi in capo al presidente D'Alfonso. Come anche il consigliere regionale di maggioranza Pierpaolo Pietrucci (Partito Democratico) ha rivendicato attraverso una nota stampa, la giunta considera il progetto "strategico" per il collegamento delle due maggiori stazioni sciistiche d'Abruzzo, attualmente gestite dagli imprenditori Bartolotti (Monte Magnola) e Lallini (Campo Felice), sottolineando come la prima risulti attualmente "sottodimensionata" - ma non vengono allegati studi sul caso, né analisi, né dati - rispetto all'afflusso turistico "degli ultimi anni", e rilevando che la seconda sia parte del territorio ormai "onnicomprensivo" dell'Altopiano delle Rocche. Sostanzialmente, la decisione da parte dell'esecutivo riprende - rimodulandolo in parte - un progetto speciale territoriale (pst) della Direzione parchi territorio ambiente energia della Regione Abruzzo, risalente al 1997 e successivamente aggiornato alle osservazioni e alle intese tra l'ente e il Parco Sirente Velino nel 2007 [leggi qui la versione integrale e scarica le cartografie].
La delibera della giunta D'Alfonso risponde a una richiesta formale, datata 15 marzo e firmata dal sindaco di Ovindoli (e maestro di sci) Pino Angelosante (nella foto di copertina, con Pietrucci, D'Alfonso, i gestori degli impianti e i sindaci di Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo), con cui si sollecita, in seguito a una prima richiesta risalente allo scorso ottobre, di finanziare il progetto per l'ampliamento.
Le critiche e le criticità. Dopo il via libera ai fondi, a breve dovrà essere aperto il bando, perché i Fondi per lo sviluppo e la coesione (Fsc) implicano una "obbligazione giuridicamente vincolante", ossia l'assegnazione al vincitore della gara, entro il prossimo 30 giugno. Naturalmente, in questo periodo il progetto dovrà passare il vaglio della Valutazione di impatto e di incidenza ambientale. Una questione tutt'altro che scontata, considerando che parte del progetto ricade nel territorio del Parco regionale Sirente Velino, che in questi mesi la neonata associazione Appennino Ecosistema sta chiedendo che diventi nazionale. Ed è sempre Appennino Ecosistema a sostenere come non ci sia ancora "nessuna integrazione con le altre aree del parco regionale, dei siti di interesse comunitario (sic) e della zona di protezione speciale dell'Unione Europea, come invece imporrebbe la legge". Insomma, l'impresa è tutt'altro che facile, considerando che, in confronto, l'annosa questione Fontari-Campo Imperatore impallidisce, in quanto a dimensioni, presenza di vegetazione e precedente presenza di infrastrutture, come nella zona di Monte Cristo.
Le criticità inoltre non sono solo relative alla correttezza delle procedure. Il bacino dei piani di Pezza è un patrimonio riconosciuto come inestimabile dal punto di vista ambientale, ben conservato e tra i pochi alla portata di tutti, famiglie comprese. Funge attualmente, come canale di turismo alternativo, soprattutto (ma non solo) per lo sci di fondo. Capo Pezza, inoltre, è considerato una sorta di santuario ambientale da parte del comprensorio delle Rocche.
E' necessario, dunque, un ampliamento così costoso e imponente? Quanti e quali sono i passaggi, attualmente, sugli impianti di Ovindoli-Monte Magnola? Con quali strumenti di pianificazione e per conto di chi sono gli (eventuali) studi sulla economicità e fattibilità del progetto? Domande legittime, e propedeutiche alla realizzazione della stazione sciistica "più grande a sud delle Alpi".