Lunedì, 04 Luglio 2016 01:55

Accord Phoenix, ritardo per le prime assunzioni. A decine senza stipendio da mesi

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Prima scadenza "bucata" per Accord Phoenix, l'azienda di lavorazione dei rifiuti elettronici che da quasi tre anni vuole insediarsi nell'ex polo elettronico dell'Aquila [leggi gli articoli].

Il piano industriale, infatti, prevedeva l'assunzione dei primi 20 lavoratori e lavoratrici entro lo scorso 30 giugno ma, ad oggi, ancora non sarebbero iniziati neanche i colloqui. A rivelarlo è Il Messaggero.

Secondo gli accordi tra il management di Accord Phoenix e i sindacati, dovrebbero essere progressivamente riassorbiti i circa 120 lavoratori e lavoratrici delle aziende che, negli ultimi anni, hanno tagliato o sono fallite all'interno dell'ex polo elettronico aquilano: Finmek Solutions, dell'Intercompel, della P&A Service e Fida.

Secondo il cronoprogramma, ai primi 20 ancora non assunti, se ne dovrebbero aggiungere altri 40, che inizierebbero a lavorare all'avvio della produzione, annunciato dalla dirigenza per il prossimo ottobre. In queste 60 maestranze (inquadrate dal contratto nazionale dei metalmeccanici) se ne distinguerebbero una quindicina dal profilo altamente specializzato.

Attualmente, il management - formato essenzialmente dall'ex europarlamentare marchigiano Francesco Baldarelli e dal finanziere indobritannico Ravi Shankar - ha formato un mini team che si sta occupando dell'avvio delle attività, della raccolta dei curriculum delle maestranze da riassorbire, dell'insediamento dei macchinari e della logistica necessaria all'avviamento della produzione.

Per questo, ad oggi, i dipendenti di Accord Phoenix sono Michela Santoro, ex portavoce del sindaco Massimo CialenteUgo Capezzali, proveniente dall'aquilana Csa; e Giancarlo Risio, uomo di Finmeccanica. Mentre sembra che nel capannone all'interno del quale si avvierà la produzione si stia lavorando all'installazione dei macchinari.

Un'agonia, che continua a perpetuarsi, per tanti lavoratori e lavoratrici dell'ex polo, un centinaio dei quali (di Fida e Intercompel) non più cassaintegrati e usciti dalla mobilità, e per questo da mesi senza lavoro e senza stipendio.

Dopo la travagliata risoluzione, nelle stanze di Invitalia, legata ai quasi 11 milioni di euro di contributo pubblico e soprattutto ai dubbi sulla reale proprietà dell'azienda - nati da un'inchiesta di old.news-town.it nel 2014 [leggi] - decine di famiglie attendono con ansia le assunzioni, per quello che (paradossalmente) sembra essere il progetto nello stadio più "avanzato", rispetto ai tre obiettivi strategici annunciati dalla giunta Cialente.

Gli altri due, infatti, sono la costruzione delle nuove Fontari per lo sviluppo del Gran Sasso (ancora non iniziano i lavori, ed è probabile che non si concludano neanche per l'apertura degli impianti in inverno) e l'Aeroporto dei Parchi di Preturo, fomentato con le finanze comunali ma ad oggi desolatamente inattivo.

Ultima modifica il Lunedì, 04 Luglio 2016 09:26

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