Era il febbraio dello scorso anno quando un'inchiesta di NewsTown [leggi l'articolo] svelava l'assetto societario "anomalo" di Accord Phoenix, l'azienda di recupero e trattamento di rifiuti elettronici che dovrebbe insediarsi nell'ex polo elettronico dell'Aquila. Nell'approfondimento, si sottolineava come tre quarti della società fosse in mano a un trust - una società schermata di cui non è dato conoscere i proprietari - con sede a Cipro.
Dopo quell'approfondimento, questo giornale [leggi l'articolo] fu duramente criticato dal presidente del consiglio di amministrazione della società, il finanziere indo-britannico Ravi Shankar, e dal consigliere Francesco Baldarelli, imprenditore marchigiano ed ex parlamentare europeo, perché a loro dire il proprietario dell'Accord Phoenix era lo stesso Shankar, nonostante nelle visure fosse indicato come director (consigliere o amministratore), ruolo diverso da quello dell'azionista di maggioranza o del proprietario.
Sono passati quasi due anni da allora, e i lavoratori e le lavoratrici dell'ex polo elettronico aquilano attendono da tempo di riprendere a lavorare. Nel frattempo, sono stati fatti passi in avanti per l'insediamento della società: l'agenzia ministeriale Invitalia, che aveva il compito di valutare il contributo pubblico di 11 milioni di euro per la Accord Phoenix, ha voluto rassicurazioni sulla solidità e sulla trasparenza finanziaria dell'operazione. Il Comune dell'Aquila ha messo inoltre in vendita parte delle proprietà in suo possesso per favorire e accelerare l'insediamento. E all'affaire Accord Phoenix si sono interessati persino alcuni parlamentari della maggioranza del governo guidato da Matteo Renzi.
Oggi, attraverso le pagine de Il Messaggero, è emersa la notizia sul cambiamento dell'assetto societario di Accord Phoenix. E' sparito il socio di uno dei soci di minoranza che con la sua società inglese possedeva il 14,5% della proprietà. E' sparita anche la Enertil Investments Ltd, impresa cipriota a sua volta di proprietà di un trust, che possedeva il 76%.
Qual è la nuova composizione di Accord Phoenix, allora? E' rimasto il 9,5% di Francesco Baldarelli. Il 25% è stata invece acquistato da Ao Funding Limited, società che ha sede a Gran Cayman, nelle Isole Cayman, e che secondo Il Messaggero ha sede fiscale in Irlanda. Anche se, a quanto risulterebbe dal registro delle imprese del paese britannico, è vero che esista a Dublino una Orchand Funding, che però sembrerebbe essere in liquidazione. Ad ogni modo, la maggioranza (65%) è ora di Accord Phoenix Holdings Limited, riconducibile a Shankar e Baldarelli, e impresa di cittadinanza maltese con sede a La Valletta, capitale della piccola isola mediterranea. Il capitale è rimasto di 10mila euro, come anche la presidenza del Cda (affidata da sempre a Shankar), mentre esce dal consiglio d'amministrazione Pezzoni.
Sempre secondo quanto riportato dal Messaggero, sul nuovo assetto societario avrebbe espresso gradimento Invitalia, che ha deliberato in estate un contributo ministeriale di 10,7 milioni. Nella pratica, invece, dovrebbe cambiare poco per i tempi di insediamento - è complessa la procedura di acquisizione effettiva degli stabilimenti ex Finmek, comprati recentemente da Accord Phoenix - e soprattutto rimane ancora invariata la situazione reddituale dei circa 130 lavoratori e lavoratrici dell'ex polo elettronico, cui sono esauriti tutti gli ammortizzatori sociali.
Ci teniamo a ribadire che, come abbiamo sottolineato già un anno e mezzo fa, questo giornale non ha mai avuto preclusioni né pregiudizi sull'insediamento di Accord Phoenix. Ci siamo in questi anni limitati a raccontare una vicenda complessa e a tratti spinosa, cercando come sempre di dar voce a tutte le parti in causa. Senza accanimenti, che sarebbero, nel caso di un investimento così sostanzioso, dannosi per i lavoratori, le lavoratrici e per la comunità aquilana.