"L'Inps sta inviando, in questi giorni, a circa una settantina di ex dipendenti Finmek, una lettera, con allegato il bollettino di pagamento, con cui viene richiesta la restituzione delle somme relative a tre mesi di mobilità, dal 19 ottobre 2012 al 31 gennaio 2013. Ciò nonostante i lavoratori, ad oggi, non abbiano percepito alcuna indennità di cassa integrazione. Cassa che il ministero del Lavoro ancora non provvede ad approvare. Si tratta di uno scandalo da denunciare pubblicamente, consumato ai danni di ex dipendenti che non percepiscono lo stipendio da mesi e che versano in condizioni economiche difficilissime".
A denunciarlo Gino Mattuccilli (Fim-Cisl), Alfredo Fegatelli (Fiom-Cgil) e Clara Ciuca (Uilm-Uil), che chiedono al Governo di sbloccare immediatamente le pratiche relative all'approvazione della cassa integrazione, ferme nei cassetti del ministero del Lavoro da circa un anno.
La questione è assai delicata. "Il 19 ottobre scorso, gli ex lavoratori Finmek", spiegano Mattuccilli, Fegatelli e Ciuca, "sono stati posti in mobilità, dopo la messa in liquidazione dell'azienda. Nel frattempo, è intervenuta una manifestazione di interesse da parte dell'Accord Phoenix, intenzionata a rilevare lo stabilimento: in base a questo nuovo ipotetico passaggio, Finmek ha ritirato i licenzianti e provveduto a ricollocare i lavoratori in cassa integrazione per sei mesi, come prevede la legge. L'Inps, tuttavia, non essendo stata finora accordata la cassa integrazione, ha ritenuto opportuno chiedere ai lavoratori la restituzione totale dei tre mesi di mobilita' versati".
"E' già accaduto anche ai lavoratori Finmek di Sulmona", spiega a NewsTown Giovanni Lolli, da tempo impegnato per trovare una soluzione alla crisi dell'ex polo elettronico. "Il nuovo direttore generale del Ministero ha sollevato delle questioni di legittimità sull'operazione che abbiamo messo in piedi ad ottobre. Ha ordinato anche un'ispezione. Purtroppo, non si è ancora espresso e, dunque, i lavoratori stanno vivendo in una sorta di limbo: non si capisce se sarà accordata la cassa integrazione o se saranno posti di nuovo in mobilità. E a livello locale, per autotutela, le Inps stanno chiedendo indietro le somme relative ai tre mesi in questione. Pazzesco".
"La proroga della cassa integrazione", continua Lolli, "è stata accordata a seguito della manifestazione di interesse di Accord Phoenix. Non era affatto una invenzione tanto che, proprio in questi giorni, il piano industriale della società è sotto esame da parte di Invitalia. Come si possono sollevare delle questioni di legittimità?".
I sindacati hanno sollecitato un immediato chiarimento: "Due sono le strade che si aprono: se il ministero del Lavoro approverà la cassa integrazione, i lavoratori saranno nelle condizioni di poter restituire quanto richiesto dall'Inps; se, invece, la cassa verrà respinta, è l'Inps che dovrà pagare agli ex dipendenti Finmek gli ulteriori tre mesi di mobilità rimasti in sospeso. Non si comprende, quindi, la decisione dell'Istituto previdenziale di chiedere la restituzione anticipata delle somme che, o sotto forma di mobilità o di cassa integrazione, comunque spettano ai lavoratori. Si tratta di famiglie che già versano in condizioni economiche precarie e che non hanno la possibilità di far fronte al pagamento di cifre che superano i 3mila euro e che, tra l'altro, vengono richieste dall'Inps al lordo e non al netto di quanto realmente percepito".
Il paradosso è che le maestranze, non essendo ancora definita la partita della cassa integrazione e, quindi, la chiusura formale dell'azienda, non possono richiedere all'Inps neppure la liquidazione del trattamento di fine rapporto. "I lavoratori", concludono i sindacati, "rivolgono un appello disperato a tutte le istituzioni locali perché prendano una posizione pubblica decisa e convinta sulla vertenza Finmek e facciano pressing sul Governo perchè venga approvata, in tempi celeri, la cassa integrazione rimasta sospesa".
Un impegno promesso dall'ex onorevole Lolli anche perché la vicenda rischia di avere ripercussioni ancor più pesanti sui lavoratori: "Non possiamo rinunciare alla proroga di sei mesi della cassa integrazione e accontentarci della mobilità", spiega. "Venti lavoratori non maturerebbero i requisiti per agganciarsi alla pensione. Finirebbero in mezzo ad una strada o dovrebbe assumerli la Accord Phoenix, precludendo così una nuova occupazione a venti giovani della città. Non è uno scherzo. E non dimentichiamo che stiamo parlando di lavoratori che non stanno percependo lo stipendio da mesi. Ogni tanto c'è davvero da vergognarsi ad essere italiani".
"A metà agosto siamo stati a Roma, i dirigenti del Ministero però erano in vacanza. Ci hanno chiesto di tornare a settembre. Ora, settembre è arrivato: stiamo lavorando per organizzare al più presto un incontro al dicastero, con i sindacati e l'azienda. La priorità è risolvere la questione al più presto", promette.