Dopo aver proclamato, giorni fa, lo stato di agitazione, da ieri i sei dipendenti licenziati da Aquila Sviluppo sono in sciopero per protestare contro il disinteresse e il silenzio calati sulla loro vertenza e per chiedere la convocazione immediata di un tavolo istituzionale partecipato da Comune, Provincia e Invitalia, la società che detiene le quote di maggioranza di Aquila Sviluppo.
I lavoratori - che, all'interno dell'ex polo elettronico, svolgono mansioni di manutenzione e gestione ordinaria, dal servizio di portineria allo smistamento posta - hanno "occupato" la reception situata all'ingresso dell'ex Italtel e affermano di voler continuare a oltranza finché non sarà trovata una soluzione alla loro situazione, tenendo presente che lo stato di preavviso al licenziamento vero e proprio scadrà il 15 settembre, cioè tra 5 giorni.
I sei avrebbero dovuto essere riassunti dalla nuova società - l'ATI (associazione temporanea di imprese) vincitrice del bando di gara indetto dal Comune, costituita dalle società degli imprenditori Augusto Iovenitti e Luigi Palmerini - che andrà a gestire il sito industriale. Il problema, però, è che una ditta rimasta esclusa dalla gara d'appalto ha presentato ricorso al Tar. La sentenza del tribunale amministrativo è attesa per domani ma nel frattempo il passaggio di consegne tra Aquila Sviluppo e il nuovo gestore si è bloccato e con esso anche il riassorbimento dei lavoratori.
Contestualmente Invitalia, la società che controlla Aquila Sviluppo, ha deciso di far partire comunque le lettere di licenziamento, pur sapendo che l'insediamento della nuova proprietà non si era ancora completato: "Il problema politico e sindacale" spiega Clara Ciuca della Uilm "è che si sapeva benissimo che si sarebbe arrivati a questa situazione e nessuno ha cercato di mettere le cose in chiaro affinché i lavoratori, nel passaggio da una gestione all'altra, non perdessero il lavoro".
"Il Comune", prosegue la sindacalista, "ha responsabilità e ritardi enormi. Sapeva che Aquila Sviluppo sarebbe andata via e non ha avuto la sensibilità di fare le cose in modo tale che non si arrivasse a questo punto. Vorrei ricordare che non stiamo parlando di aziende private ma di enti e soggetti pubblici perché Invitalia è partecipata al 100% dal Ministero dell'Economia".
Intanto, non accennano a placarsi le polemiche sulla destinazione d'uso del sito. La nuova gestione sarà chiamata ad occuparsi di tutti i servizi nel compendio, compresi quelli alle imprese, e ad attivare politiche di marketing tese ad individuare e accogliere nuove aziende disposte ad investire in città per creare lavoro e occupazione. Nel bando di gara è scritto chiaramente che non potranno insediarsi nell’area soggetti che somministrano alimenti e bevande: porte aperte, insomma, solo alle attività produttive, non a nuovi centri commerciali o a spazi fieristici. L'imprenditore Iovenitti, però, ha spiegato a NewsTown che "non ci sono alla porta file di imprese e che, per questo, una parte dell’ambiente potrebbe essere destinata alla organizzazione di fiere". "Non è escluso che si facciano, c’è spazio per tutti", ha sottolineato. "Ad oggi non è previsto, poi si vedrà”.
Parole che hanno fatto rumore. Non più tardi di un mese fa, infatti, l’ex deputato Giovanni Lolli, in un'assemblea sul futuro dell'ex polo elettronico, non aveva lasciato spazio a fraintendimenti. Ricordando che "ogni tanto si ripropone l’idea di realizzare una fiera", ha chiarito che "il sito è industriale: per fare altro, in questi locali, c’è bisogno di un cambio di destinazione d’uso, votato dal Consiglio comunale". E ha poi lanciato un messaggio assai esplicito: "Fino a quando ci saremo noi, non succederà mai”.
Una posizione, quella del Partito Democratico, confermata dal segretario cittadino Stefano Albano: "L'ex Italtel è un sito destinato alla produzione industriale. Questa è la sua vocazione e proprio per valorizzarla il Comune l'ha acquisito grazie allo sforzo del Partito Democratico".
"E' per dare occupazione stabile e diritto al futuro ai lavoratori che l'ex Italtel è stato rilevato, non per organizzare qualche fiera, che dà lavoro per qualche giorno a poche persone", ha incalzato. "Le dichiarazioni che tentano di confondere le acque e provano maldestramente a preparare lavoratori e cittadinanza a un uso di tipo fieristico del sito non troveranno seguito. Questo è l'obiettivo della battaglia che il Pd si impegna a portare avanti in Comune".
Evidentemente Augusto Iovenitti, che il bando lo ha vinto, la pensa diversamente: “le imprese di servizio sono meglio di quelle industriali, che attualmente non ci sono”.