Giovedì, 19 Settembre 2013 14:08

Economia Abruzzo, soffre il manifatturiero. Nell'edilizia bene solo le grandi imprese

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Il Cresa, Centro Studi Regionale delle Camere di Commercio abruzzesi, ha reso noti i risultati delle indagini congiunturali condotte sui settori edile (1° semestre 2013) e manifatturiero (2° trimestre 2013).

“I dati”, hanno detto Francesco Prosperococco e Lorenzo Santilli, rispettivamente direttore e presidente dell'istituto di ricerca, “confermano il perdurare di una situazione di grave crisi”: nel manifatturiero diminuiscono produzione, fatturato, ordini ed esportazioni mentre nell'edilizia emerge “uno stato di sofferenza profonda che riguarda le piccole e medie imprese, reso evidente dal gran numero di cessazioni di attività” (circa 800 in soli sei mesi).

“Nonostante la tenacia e lo spirito di iniziativa che le imprese continuano a mostrare” afferma il presidente del Cresa Lorenzo Santilli “il sistema imprenditoriale regionale necessita, per ripartire, di efficaci misure pubbliche su grandi temi: fisco, credito, semplificazione burocratica e amministrativa, lavoro e ammortizzatori sociali”.

Industria manifatturiera

L'indagine condotta dal Cresa ha riguardato 417 imprese regionali con almeno 10 addetti. I risultati della rilevazione hanno messo in luce un lieve recupero avvenuto nell'ultimo trimestre, non ancora sufficiente, però, a invertire l'andamento negativo manifestatosi finora.

La fase congiunturale ha fatto registrare un +0,6% per la produzione, un +0,8% per il fatturato e un +0,5% per gli ordini interni. Risultati negativi anche per quanto riguarda fatturato estero (-1,3%), ordini esteri (-2%) e occupazione (-0,1%).

I dati tendenziali, però, delineano un quadro molto più critico. Per il sesto semestre consecutivo, infatti, i principali indicatori rimangono di segno negativo. Rispetto al 2° semestre del 2012 le variazioni percentuali sono preoccupanti: produzione – 3,6%; fatturato -3,4%; ordini interni -3,5%. Male anche il fatturato e gli ordini esteri, rispettivamente -3% e -5,4%. Anche l'occupazione continua a diminuire (-1,8%) anche se in misura inferiore rispetto ai trimestri precedenti.

La crisi non dà tregua a nessuno. I dati raggruppati in base alla classe dimensionale delle imprese (cioè in base al numero di addetti) mostrano come, ad aver avuto performance negative, sono state tanto le piccole (10-49 addetti) quanto le medie (50-249) e grandi imprese (oltre 250 addetti).

Edilizia

L'indagine del Cresa ha interessato 151 imprese. Nonostante la ripresa nell'area del Cratere delle attività di ricostruzione pesante, che interessa principalmente le imprese di grandi dimensioni, le difficoltà del settore non solo proseguono ma si aggravano. Nel 1° semestre 2013 i dati Infocamere mostrano infatti un calo del numero di imprese registrate (-459) e attive (-466). Nei primi 3 mesi dell'anno ci sono state 800 cancellazioni a fronte di 270 iscrizioni.

A soffrire di più sono le piccole imprese, con contrazioni a due cifre per produzione, commesse, fatturato e occupazione. Le grandi, al contrario, mostrano un andamento “decisamente positivo”, potendo beneficiare di economie di scala e dalla ripresa della ricostruzione pesante all'Aquila e nel Cratere, che così continua a dimostrarsi un grande affare solo per pochi.

Prosperococco: “Ripartire da pochi obiettivi strategici”

Il Pil regionale, attualmente, è ai livelli del 1999. Secondo Prometeia al 31 dicembre 2013 registrerà un + 2,2% ma, dice il Cresa, è un dato da rivedere anche alla luce delle nuove stime fatte dall'Istat sulla domanda interna e delle cifre aggiornate fornite di recente dal ministro Saccomanni e dalla Bce sulla crescita del Pil nazionale.

Cosa fare, dunque, per riguadagnare un po' di terreno?A livello nazionale” afferma Prosperococco “impulsi positivi potrebbero arrivare dalle misure che saranno messe in cantiere nel decreto Fare 2 in discussione in questi giorni e da altri provvedimenti, come il fondo di garanzia alle Pmi o la nuova legge Sabatini. A livello regionale, invece, occorre fare scelte oculate nella programmazione delle risorse comunitarie 2014-2020, privilegiando obiettivi strategici. Anche il ministro Trigilia, alla conferenza Stato-Regioni del 31 agosto, ha detto che bisogna riprogrammare le risorse comunitarie che non sono già vincolate giuridicamente”.

L'Abruzzo” ha chiosato su questo punto Lorenzo Santilli “ha utilizzato solo il 50% delle risorse comunitarie che gli sono state assegnate. Il 50% residuo non è poca cosa e potrebbe essere rapidamente riprogrammato in funzione di un sostegno vero al sistema delle imprese, il che non significa necessariamente elargire contributi ma, ad esempio, riavviare gli interventi sulle infrastrutture, in primis la banda larga”.

Debiti della PA

Secondo stime non del tutto attendibili (“Non si riescono ad avere dati precisi dagli enti locali” ha detto Prosperococco) sono circa 3 miliardi di euro i crediti che le imprese abruzzesi vantano nei confronti della pubblica amministrazione.

Ultima modifica il Giovedì, 19 Settembre 2013 14:23

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