E' un labirinto quello nel quale sono precipitate centinaia di lavoratori e lavoratrici del contact center Transcom dell'Aquila, che gestisce l'importante commessa Inps, Inail ed Equitalia. Con i suoi circa 560 dipendenti, nel call center di Pettino c'è la maggiore concentrazione di lavoro nel capoluogo abruzzese.
Breve riassunto delle puntate precedenti: il 22 novembre scorso l'Inps pubblica, con una formula piuttosto anomala, un'anticipazione dei criteri per l'indizione della nuova gara per il suo contact center. Attualmente l'appalto è in mano ad un raggruppamento di imprese capeggiate dalla multinazionale Transcom, il cui direttore per l'Europa continentale, Roberto Boggio, è stato arrestato per corruzione del bando Inps-Transcom proprio il giorno prima della pubblicazione dei nuovi criteri.
Tra questi ultimi, fa balzare sulla sedia il peso del punteggio in gara per l'offerta economicamente più vantaggiosa (60 punti su 100): in altre parole il massimo ribasso del costo del lavoro, con conseguente volontà (implicita) di delocalizzare il servizio all'estero, dove i lavoratori costano di meno all'azienda e di conseguenza all'Inps stesso.
La notizia fa infuriare Venanzio Cretarola, animatore della neonata associazione Lavori@mo per L'Aquila ed ex patron del consorzio Lavorabile, che con il suo subappalto concesso da Transcom contrattualizza circa 480 dei 560 dipendenti del call center aquilano. E' lo stesso che stamane ha convocato una affollatissima assemblea, e partecipata da sindacati, numerosi esponenti politici a tutti i livelli, e soprattutto da circa 200 lavoratori e lavoratrici della commessa Inps.
E' stato sempre lui, nel corso del suo lungo discorso, a chiedere chiaramente che parte delle ingenti risorse (280 milioni) del 4% della ricostruzione dedicati alle attività produttive potrebbero essere destinate all'implementazione del settore dei call center all'Aquila: "Il settore può essere un volano potente per l'economia cittadina", ha esclamato. Ma pare che la risposta di Giovanni Lolli – tra i maggiori "decisori" sui fondi del 4% – sia stata in tal senso piuttosto tiepida.
Qual è il nodo? Come si scioglie? Bisogna insomma convincere l'Inps a modificare i criteri di gara, per scongiurare eventuali delocalizzazioni, perdita di posti di lavoro e di reddito per centinaia di famiglie aquilane. Ma come? E' qui che si piomba nel labirinto. Cretarola sostiene che non si possano indire bandi di gara che prevedano un costo del lavoro inferiore a quelli dei contratti nazionali. Uno dei problemi è però rappresentato dal fatto che la maggioranza degli assunti di Lavorabile sono inquadrati in cooperative sociali, e solo la minoranza sono nel contratto nazionale delle telecomunicazioni.
Nel caso di perdita della commessa da parte di Transcom, ci si può avvalere della clausola sociale, ossia di quello strumento legislativo che obbliga l'azienda vincitrice della nuova gara a riassumere i lavoratori della vecchia? Sì, ma questo ragionamento vale solo per i circa 80 lavoratori e lavoratrici contrattualizzati da Transcom. E il problema è per la maggioranza dei dipendenti, assunti da Lavorabile: la clausola sociale infatti non è ad oggi obbligatoria per i subappalti.
L'emendamento non basta. E allora come si blocca, intanto, la pubblicazione del bando Inps, per prendere tempo e indurre l'ente diretto da Tito Boeri a migliorare i criteri di selezione, scongiurando tagli di stipendi e licenziamenti di massa? Ci sta provando in Parlamento la senatrice Stefania Pezzopane (Pd), che – gliene va dato atto – oggi ha dimostrato di essere di un altro pianeta, dal punto di vista delle capacità dialettiche, rispetto alla classe politica e sindacale presente ed intervenuta in sala.
E' già passata in Commissione, e approderà lunedì in aula, un emendamento alla Legge di Bilancio [ve lo proponiamo integralmente qui], che mira a limitare la possibilità di delocalizzazioni dei servizi di call center, esclude il costo del lavoro dai ribassi proposti da chi partecipa ad una gara, e costringerebbe l'Inps a riscrivere il bando prima della pubblicazione.
Non verrebbe però risolta la questione legata ai 460 lavoratori di Lavorabile, che non potrebbero comunque usufruire della clausola sociale. Su questo la senatrice ha annunciato di voler convocare un tavolo nazionale, ma ad oggi non ci sono soluzioni a breve.
E allora qual è la via per scongiurare la disoccupazione, e in vista di una commessa in scadenza a fine anno? La mobilitazione secondo alcuni dei presenti (particolarmente a favore è stata la rappresentante sindacale Cgil Marilena Scimia). Una forte mobilitazione che costruisca un clima in città (e fuori) che venga notato anche nelle stanze delle dirigenze pubbliche romane. Senza troppi "filtri sindacali" o mediazioni di associazioni, senza litigi e gioco delle parti politiche: "Alzare il livello del confronto con azioni eclatanti", ha ribadito Pezzopane ai lavoratori.
Che oggi sono stati "solo" attenti spettatori.
Le precisazioni di Venanzio Cretarola
Gentile redazione,
nell'articolo sono presenti alcuni concetti sui quali mi preme chiedere un chiarimento e fornire un approfondimento:
- Per quanto riguarda l’illegittimità di bandi gara pubblici che prevedono costi inferiori ai contratti di lavoro nazionali, non sono io a sostenerlo ma la normativa vigente già da diversi anni. Nonostante ciò comunque alcuni enti continuano ad emanarli;
- Non comprendo il collegamento fra questa considerazione e il fatto che - non la maggioranza ma una minoranza - dei lavoratori di LAVORABILE sono dipendenti a tempo indeterminato di cooperative sociali e a loro va applicato il CCNL di settore, cioè quello delle cooperative sociali per l’inserimento dei disabili. Non comprendo cioè cosa c’entri questo con i bandi di gara al di sotto dei minimi contrattuali. Ai lavoratori si applica il CCNL del settore merceologico in cui opera l’azienda da cui dipendono. Il 90 % dei dipendenti di LAVORABILE è assunto a tempo indeterminato;
- La stampa aiuti a fornire a tutti una informazione corretta. Non è vero che la clausola sociale è applicabile solo ai dipendenti di TRANSCOM e non ai dipendenti della società in subappalto LAVORABILE. Nell'assemblea, ho citato testualmente estratti di sentenze in materia di definizione del concetto di subappalto e soprattutto il contenuto della norma del Codice Appalti riguardante la clausola sociale per il settore dei Call Center. La lettura combinata della norma e delle sentenze chiarisce inequivocabilmente che la clausola si riferisce a tutti i lavoratori impegnati nella commessa; sarebbe stato necessario altrimenti che la norma avesse specificato la loro esclusione esplicita, che invece non esiste. Avvalorare questa tesi infondata, in assenza di indicazione delle fonti normative, può contribuire solo a dividere i lavoratori della sede dell’Aquila con effetti nefasti;
- Vi assicuro che le lavoratrici e i lavoratori della sede dell’Aquila non sono mai “attenti spettatori”. Attenti certamente, ma nello stesso tempo non semplici “spettatori” di ciò che si dice e di ciò che accade. Sono stati tutti protagonisti dell’iniziativa dell’Associazione fin dalla sua costituzione. La giornata odierna aveva uno scopo specifico: raccogliere adesioni alla piattaforma di difesa e sviluppo dell’occupazione, quindi altri dovevano parlare. E lo hanno fatto.