Sono 17 i posti di lavoro a rischio nel solo stabilimento di Cagnano, all'interno di un piano nazionale della Cementir che prevede un centinaio di licenziamenti.
C'è l'impegno del sindacato, manca però la volontà politica delle istituzioni di mantenere gli impegni presi. "I lavoratori del cementificio sono delusi - sostiene Pietro Di Natale, Segretario Interregionale della Filca Cisl Abruzzo e Molise - per la mancata convocazione del tavolo di concertazione tra Cementir e organizzazioni sindacali da parte della Regione Abruzzo e del Comune di Cagnano Amiterno, che avevano assunto la regia della vertenza, aperta per il licenziamento di 17 lavoratori dello stabilimento".
"Abbiamo solo pochi giorni - aggiunge il Segretario - prima dell'incontro al Ministero del Lavoro fissato per il 19 prossimo venturo, per cercare di ridimensionare gli esuberi dichiarati dalla Cementir di Caltagirone che ha potuto rilevare il gruppo Sacci, è bene ricordarlo, solo grazie al rinnovo della concessione mineraria della cava di Cagnano Amiterno, sulla scorta della delibera rilasciata proprio dalla Regione Abruzzo contenente la clausola di invariabilità del livello occupazionale".
Di tutto punto, invece, la Cementir si è presentata con la richiesta di 260 licenziamenti in Italia, di cui 17 su Cagnano Amiterno. "La procedura si chiuderà il 27 dicembre e, se non si interverrà con proposte alternative, la stessa si concluderà con esito negativo ed i 17 licenziamenti diverranno definitivi". Nonostante i ripetuti solleciti fatti dal Segretario della Filca-Cisl, le istituzioni tacciono e le speranze si affievoliscono, "pur avendo noi - conclude il Segretario - le proposte per ridimensionare gli esuberi".