"Questa amministrazione ha fatto una scelta politica, investire sul turismo partendo dalla più importante delle emergenze, il Gran Sasso, risorsa ancora inespressa del nostro territorio. Siamo andati a Roma, a chiedere fino a 40 milioni di euro - a valere sul 4% dei fondi per la ricostruzione destinati allo sviluppo economico - così da avviare un'operazione di risanamento del Centro turistico e, dunque, di privatizzazione della gestione. In questo senso, il Parco Nazionale rappresentava un ostacolo, non avendo approntato il Piano del Parco: ho aperto un contenzioso durissimo, io stesso, e finalmente sono stati nominati un Direttore e un Presidente che si sono messi subito al lavoro per sanare una vicenda lunga vent'anni. Certo, abbiamo ancora a che fare con alcune lobby ambientaliste annidate nei Ministeri: ebbene, i funzionari dovranno rispondere delle loro scelte al Governo. Per quel che ci riguarda, lavoreremo fino all'ultimo giorno per realizzare gli impianti previsti nel Piano d'Area, così da garantire una fruizione estiva ed invernale della nostra montagna".
Fine anno di bilanci per il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente che, in una conferenza stampa convocata a Palazzo Fibbioni, ha voluto fare il punto sul piano di rilancio del Gran Sasso, a qualche ora dal trasferimento straordinario di 1 milione e 450 mila euro al Ctgs - approvato dal Consiglio comunale - per transare con Banca 'Intesa San Paolo' il debito da 4 milioni e 100 mila euro che l'Istituto vantava nei confronti della società partecipata; posizioni debitorie contratte ai primi anni Duemila, ha spiegato l'amministratore unico Fulvio Giuliani, che "maturavano oltre 200 mila euro l'anno di interessi e che rendevano la società non bancabile, a dire che nessun Istituto garantiva fidi bancari, figurarsi pagamenti dilazionati".
Ad ottobre, si sono presentate le condizioni - di mercato e normative - "affinché la proposta transattiva venisse accolta: così, i cittadini aquilani hanno 3 milioni in meno di debito; non si è trattato di un ulteriore apporto di risorse ad una partecipata - ha tenuto a specificare Giuliani, in carica da un anno - piuttosto di una restituzione". Con la chiusura a saldo e lo stralcio dei debiti, il Centro turistico del Gran Sasso chiuderà il bilancio 2016 in sostanziale pareggio e, ben più importante, "potrà finalmente investire i primi 15 milioni stanziati dal Cipe sui 40 assicurati al rilancio della nostra montagna".
Cialente, dunque, respinge al mittente le accuse "di non aver fatto nulla per lo sviluppo del Gran Sasso". Anzi, "per anni il Centro turistico è stato saccheggiato dal centrodestra e i tanti che oggi discutono di montagna mai hanno detto una parola sulla mancata approvazione del Piano del Parco".
Si sta lavorando insomma, per realizzare le infastrutture previste che, sulla carta almeno, dovrebbero rendere la stazione sciistica "invitante" per chi vorrà investire. "Sono stati aggiudicati i lavori di restauro dell'Ostello di Campo Imperatore che dovrebbero concludersi nella inoltrata primavera del 2017", ha ribadito Giuliani; poi, si procederà con la "ristrutturazione dei rifugi delle Fontari e Montecristo e dell'albergo di Campo Imperatore, un intervento straordinario per l'Hotel Cristallo, la riqualificazione e ristrutturazione edilizia del tunnel che porta dalla funivia all'albergo, oltre alla realizzazione dei sottoservizi nel comprensorio di Campo Imperatore - Fonte Cerreto con la risistemazione del parcheggio di Campo Imperatore". Inoltre, "giusto ieri è arrivato il via libera per l'avvio dei lavori sulla funivia delle 'Fontari', coi lavori che prenderanno il via appena le condizioni metereologiche lo permetteranno".
Come detto, in attesa dell'approvazione del 'Piano d'Area' calato nel 'Piano del Parco' e già condiviso, oltre dieci anni fa, con l'accordo di Regione Abruzzo, Parco e Comune dell'Aquila, che prevede la realizzazione del collegamento Monte Cristo - Fossa di Paganica - Scindarella. Se non si realizzeranno gli impianti - è stato ribadito - non sarà possibile tenere viva la stazione di Campo Imperatore: sarebbe difficile, infatti, metterla in economia con un impianto di arroccamento dalla capacità limitata.
Non si punterà soltanto sugli impianti sciistici, tuttavia; la vocazione del Gran Sasso è di essere un prodotto molto più ampio, ed esclusivo per un territorio assai vasto, e si sta lavorando, dunque, per una valorizzazione a tutto tondo. D'altra parte, aumenta la richiesta di un turismo montano che non 'racconti' soltanto di piste da sci, ma offra la possibilità di godere i panorami d'alta quota con ciaspole, biciclette, sci da fondo e altre specialità. "Oggi, sul Gran Sasso è possibile esperire il volo a vela con istruttore, noleggiare biciclette ed essere accompagnati su percorsi e sentieri di media e alta montagna tracciati con forestali e personale del Parco; inoltre - ha aggiunto l'amministratore unico - abbiamo già investito circa 20 mila euro per acquistare le attrezzature che ci permetteranno di realizzare con l'associazione 'Higher Gran Sasso Activities' uno dei più grandi snow park dell'Appennino, a destra e sinistra dell'attuale pista delle Fontari, su progetto dei ragazzi dell'associazione 'Gran Sasso Anno Zero'. Così, garantiamo un'offerta che, fino ad oggi, non c'era".
Niente impianti d'innevamento, in altre parole, ma un'offerta integrata che, accanto alle piste, garantisca un pacchetto integrato per tutti gli appassionati di montagna. E poi, "sono tornati a gestione pubblica lo storico albergo di Campo Imperatore e il Rifugio 'Le Fontari' - ha ricordato Giuliani - e si sta costruendo un'offerta di ospitalità articolata e qualificata", che passa anche dal ristorante che, stanotte, offrirà un cenone a chi vorrà trascorrere la notte di Capodanno in quota".