Mercoledì, 02 Agosto 2017 15:02

Ance L'Aquila, spunta striscione di protesta fuori la sede. Barattelli: "Nel 2017 2mila operai in meno"

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Da questa mattina, sulla sede storica dell’Ance L’Aquila nel quartiere Torrione, campeggia uno striscione di dieci metri per due che, scrive l’associazione costruttori in una nota, “lancia l’allarme su un momento di grave ristagno della ricostruzione: mille operai in meno nei cantieri registrati nel 2016 e, per il 2017, si attende un drammatico bilancio di duemila unità in meno, secondo l’andamento dei dati della Cassa Edile”.

Chi rallenta la ricostruzione? si legge sullo striscione. “E’ la domanda che vuole rompere un’inquietante assuefazione della città e delle istituzioni ad un modo di procedere indolente ed irresponsabile” afferma il presidente provinciale Ettore Barattelli il quale richiama l’attenzione “su alcuni nodi burocratici che da anni non trovano soluzione nonostante i solleciti, i lunghissimi confronti, i rimandi e le costose consulenze di esperti che danno torto agli uffici della ricostruzione”.

“Non c’è più tempo di aspettare una presa di coscienza degli uffici sul grave intralcio che con le loro lentezze stanno procurando alla rinascita di questo territorio e della sua economia” attacca Barattelli “abbiamo intrapreso la strada dei ricorsi e quindi della rottura definitiva di ogni dialogo a seguito dell’ennesimo smacco: dopo anni di attesa per veder riconosciuto un diritto come quello della copertura dei costi per i lavori di spuntellamento, è stato emesso un Decreto Usra che, nell’attestare il riconoscimento di tali importi, li remunera con un ribasso del 70% rispetto al prezzario, limitando fortemente anche le casistiche degli aventi diritto. Un provvedimento che crea una palese disparità tra il cittadino che deve ricomprendere nel buono contributo anche la spesa della rimozione dei puntelli rispetto a chi può utilizzare in pieno il contributo per i soli costi di ricostruzione”.

“Uno schiaffo istituzionale” afferma ancora Barattelli “che si aggiunge al mancato riconoscimento dell’adeguamento Istat del buono contributo che ormai è parametrizzato ai valori di otto anni fa. Anche su questo abbiamo intrapreso la via del ricorso dopo anni di mancate risposte e di irrispettosi silenzi che si ripercuotono sull’intera filiera della ricostruzione, dal mondo delle professioni fino al cittadino che non può utilizzare un buono contributo adeguato al naturale aumento dei costi che colpisce tutti i beni, compresi i materiali per l’edilizia e la manodopera”.

“L’ultimo colpo assestato alle imprese – continua Barattelli - è stata la pubblicazione dell’Elenco degli Operatori autorizzati alla ricostruzione, coloro cioè che hanno superato lo screening antimafia. Chi è fuori dall’elenco non può stipulare contratti nel cratere. Molte le imprese che hanno fatto richiesta di iscrizione ma che non sono ancora state inserite nell’elenco per cause non dipendenti da mancanza di requisiti ma dalla lentezza degli uffici nell’esaminare le richieste”.

“Queste imprese” conclude Barattelli “stanno subendo danni enormi dal provvedimento. A nulla è valsa la richiesta di buon senso di far valere la semplice richiesta di iscrizione, in attesa dell’inserimento nell’elenco, o un’autocertificazione, così come accade nelle more dell’iscrizione nelle white list, in vigore per settori a più alto rischio di infiltrazione mafiosa. Per questo problema le imprese e gli operai perdono importanti occasioni di lavoro nella ricostruzione privata, con gravi conseguenze occupazionali, per una rigidità che non viene applicata neppure nei lavori pubblici”.

Ultima modifica il Mercoledì, 02 Agosto 2017 15:19

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