Giovedì, 05 Ottobre 2017 16:40

Call center Inps, i sindacati: "Applicare il contratto tlc anche alle cooperative"

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E’ iniziata l’apertura delle buste con le offerte relative al bando di gara per l’affidamento del servizio di contact center di Inps-Equitalia.

Gara che riguarda da vicino anche L’Aquila, dove si trova una delle sedi che compongono la rete dei call center che attualmente hanno in gestione il servizio. Una commessa, quella dell’Inps, che dà lavoro, in tutta Italia, a 2389 persone. Con i suoi 550 dipendenti, la sede dell’Aquila è la seconda più grande, in termini di forza lavoro impiegata, dopo Bari.

Per conoscere nel dettaglio le singole offerte economiche serviranno ancora alcune settimane. Intanto, però, sono noti i nomi delle aziende che hanno risposto al bando.

Si tratta di quattro Ati (associazioni temporanee di imprese) composte a loro volta da colossi del settore: Transcom-Covisian-Almaviva; Comdata-Network Contact; Abramo-Innova; e Gpi-Consorzio Lavorabile.

Il bando, che ha un importo a base d’asta di 151 milioni di euro per un affidamento triennale (2 anni + 1), fissa una serie di paletti. Per evitare ribassi troppo alti sul costo del lavoro, ad esempio, prevede che questo non possa scendere, nell’offerta, sotto la soglia dei 94 milioni.

A tutela dei lavoratori, nel bando è stata inserita anche una clausola sociale, che impone al futuro vincitore di garantire gli attuali livelli occupazionali e di rispettare il principio della territorialità, per far sì che i lavoratori non vengano sballottati da una sede all’altra.

In attesa che la gara si espleti fino in fondo, i sindacati – Cgil, Cisl e Uil – sono tornati ad avanzare alcune istanze già presentate nei mesi scorsi.

In sostanza i confederati chiedono che si applichi anche ai lavoratori delle cooperative sociali il contratto nazionale delle telecomunicazioni, in modo tale che possano beneficiare anche loro della clausola sociale, attualmente prevista solo per i lavoratori delle tlc.

Nel contact center dell’Aquila lavorano, come detto, 550 persone, la stragrande maggioranza delle quali (446) è alle dipendenze di una società subappaltatrice, il Consorzio Lavorabile. Di queste 446, 190 sono state stabilizzate con il contratto nazionale tlc ma 256 dipendono dalle cooperative sociali ( caso unico in tutta Italia).

Con le norme attuali, questi 256 lavoratori non possono beneficiare della clausola sociale. Con il subentrare della nuova azienda, potrebbero anche essere trasferiti altrove o essere mandati direttamente a casa.

I sindacati chiedono che, per analogia, la clausola sociale venga estesa anche a loro. Finora, però, negli incontri avuti con Asstel, l’associazione di categoria che, nel sistema di Confindustria, rappresenta le imprese e le aziende di contact center, la risposta della parte datoriale è stata negativa.

Per questo Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un intervento della politica locale, in particolare della Regione Abruzzo.

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