Partiamo dalla notizia: il Tar dell'Aquila ha respinto i ricorsi istruiti da imprese e professionisti che chiedevano la sospensiva del provvedimento di nomina del commissario straordinario indicato dal Governo per il recupero delle agevolazioni fiscali e contributive sospese a seguito del sisma, Margherita Maria Calabrò, ed i conseguenti provvedimenti emessi.
Una doccia fredda, sebbene l'ordinanza dei giudici non prenda alcuna posizione sui motivi del ricorso; in sostanza il Tar, con una lettura formalistica dello stato dei procedimenti soltanto avviati, ha considerato insussistente il danno grave ed irreparabile dal momento che gli stessi, appunto, non sono ancora conclusi e, dunque, non sono prevedibili i relativi esiti rinviando, così, l'esame delle posizioni ricorrenti all'esito dei provvedimenti di recupero delle agevolazioni fiscali e contributive che andrebbero, poi, impugnati. Insomma, non si tratta di una bocciatura di merito dei ricorsi.
Non solo. Quanto al danno specifico ed obiettivo lamentato dai ricorrenti, con riguardo alla impossibilità di rispondere alla procedura avviata dal commissario nei 30 giorni assegnati, a pena di decadenza e restituzione dell’intero aiuto, il Tar ha sottolineato come “il termine concesso alle società interessate dalla relativa procedura è stato prorogato a 120 giorni da un DPCM, illustrato in camera di consiglio dall’Avvocatura distrettuale dello Stato, in attesa di pubblicazione, e che, pertanto, l’eventuale mancato rispetto dell’originario termine di 30 giorni non potrebbe comportare l’applicazione di alcuna sanzione decadenziale”. In altre parole, il tribunale amministrativo ha anticipato in via giurisdizionale gli effetti del decreto di proroga firmato dal Presidente del Consiglio, Paolo Gentinoli, ancora in corso di pubblicazione - e quindi, di fatto non esistente giuridicamente - vincolando espressamente l’amministrazione a non poter dichiarare alcuna decadenza nell’ipotesi di mancato rispetto del termine di 30 giorni. In definitiva, la regola cui l'amministrazione si deve attenere raggiunge, nei fatti, l'obiettivo che era sotteso all'istanza cautelare e, in tal senso, imprese e professionisti non sono tenuti a rispondere al Commissario nei termini fissati.
A questo punto, però, è essenziale che il Tar fissi sollecitamente la discussione di merito ai sensi del regime accelerato cui sono sottoposti i ricorsi; e questo prima della scadenza dei termini della proroga di 120 giorni, evidentemente. In quel caso, il Tar potrà entrare nel merito dei motivi e valutare anche l’invocata rimessione alla Corte di giustizia Ue.
Ecco i motivi per cui l'ordinanza del tribunale amministrativo non va presa come una bocciatura delle ragioni dei ricorrenti, anzi.
L'hanno chiarito il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi e il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli in una nota congiunta. “L'ordinanza emessa dal Tar dell'Aquila dice una cosa chiara: ci sono ancora 120 giorni per risolvere il problema. Non vi è stata alcuna bocciatura del Tribunale amministrativo regionale, visto che non si è entrati nel merito della questione. Anzi, il Tar ha clamorosamente anticipato, in via giurisdizionale, gli effetti del decreto di proroga ancora in corso di pubblicazione", hanno ribadito.
Come spiegato, i giudici "non hanno rilevato l'imminenza del danno grave e irreparabile per le aziende perché, come confermato dall'Avvocatura dello Stato, il termine concesso alle società interessate dalla relativa procedura è stato prorogato di quattro mesi da un decreto del presidente del consiglio dei ministri, illustrato in Camera di consiglio e che sarà pubblicato ad avvenuta registrazione da parte della Corte dei Conti", hanno assicurato Biondi e Lolli. "A seguito delle rassicurazioni ricevute, abbiamo dato l'indicazione alle cinque aziende controllate dal Comune dell'Aquila e alle due in house della Regione - coinvolte nelle procedure di recupero - di comunicare all'Agenzia delle entrate che non vi sarà alcun invio della documentazione richiesta, in considerazione del provvedimento con cui si differisce il termine di invio delle perizie attestanti il nesso di causalità tra danno subito e aiuto ricevuto".
In questi 120 giorni, l'impegno sarà costante "per risolvere, giuridicamente e politicamente, la questione che riguarda centinaia di aziende e che ha visto scendere in piazza lunedì scorso migliaia di persone che hanno protestato contro una decisione assurda e ingiusta. Nel frattempo si riaprirà il confronto con la Commissione europea, anche alla luce dell'interlocuzione tra Comune e la commissaria europea alla concorrenza Margrethe Vestager” hanno aggiunto il sindaco e il vice presidente della Regione.
L'abbiamo spiegato diffusamente: sul breve periodo, l'obiettivo delle istituzioni locali è di spingere il Governo ad una azione legislativa che interpreti in modo più flessibile la procedura d'infrazione notificata dalla Commissione europea, riconoscendo la soglia del de minimis a 500mila euro, vigendo, all'epoca dell'approvazione della misura di sospensione delle agevolazioni fiscali e contributive, il temporary framework. Con più ampio respiro, invece, si tenterà trattare con Strasburgo e, in questo senso, all'apertura dei giorni scorsi della Commissaria europea si è aggiunta, in queste ore, una lettera che la stessa Vestager ha inviato al sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi, in risposta alla missiva firmata dal primo cittadino e di cui abbiamo scritto diffusamente qui.
"Deve essere terribile per la popolazione vedere le proprie case e le proprie attività economiche distrutte da un terremoto. Comprendo appieno le notevoli difficoltà e penso che ciascuno le comprenda", ha scritto Margrethe Vestager. "Questa è anche la ragione per cui le nostre regole comuni sugli aiuti di Stato stabiliscono direttamente che gli Stati membri possano compensare le imprese per i danni effettivamente subiti a causa di una calamità naturale. Secondo tali regole - ha aggiunto la Commissaria - le misure che compensano fino a 200mila euro per impresa nell'arco di tre esercizi finanziari non costituiscono aiuti, per i casi in cui trova applicazione il regolamento de minimis del 2013".
Ma aggiunge Vestager: "Gli aiuti dovrebbero compensare solo coloro che sono stati colpiti e nella misura dei danni effettivi", a ribadire che le misure adottate dell'allora governo Berlusconi, invece, non erano ben orientate allo scopo di indennizzare i danni arrecati alle imprese, in particolare non obbligando – le misure – a dimostrare il danno effettivamente subito ed a provare l’importo dei danni stessi.
Ed infatti, sottolinea come la Commissione Ue abbia concluso la sua indagine appurando che "un'impresa poteva beneficiare di un aiuto a prescindere dall'aver subito o meno un danno a causa del terremoto. Come risultato dal modo in cui le misure erano predisposte, sembra che alcune imprese abbiano ottenuto un indennizzo senza aver subito alcun danno, mentre altre hanno beneficiato di una compensazione eccedente i danni". Eccolo, il nocciolo della questione per Strasburgo che non considera affatto il danno sistemico, sul tessuto economico e produttivo del terremoto, ma bada soltanto ai danni, diretti e indiretti, subiti dalle singole imprese, o dai singoli professionisti.
Per gli aiuti alle imprese non colpite dal terremoto o gli aiuti che hanno compensato i danni in eccesso, Vestager ha chiarito che il recupero non è richiesto "per gli importi minori di supporto pubblico, dato che tale tipo di supporta non comporta una distorsione della concorrenza. Gli aiuti che potrebbero comportare una distorsione potrebbero ciononostante essere coperti da altri regimi di aiuto di Stato approvati o esentati". Su tale base, dunque, il Governo dovrebbe verificare "se i beneficiari potenziali sono stati compensati in eccesso o hanno beneficiato di un aiuto pubblico senza aver subito alcun danno".
Per quanto riguarda le questioni specifiche sollevate da Biondi in merito all'applicabilità del temporary framework, invece, "i miei servizi rimangono pronti a fornire assistenza, sia a Lei (al sindaco, ndr) che alle autorità italiane".
Insomma, le porte non sono 'chiuse' e la battaglia, ai diversi livelli, continua.