"La situazione è grave ma non è seria, avrebbe detto Flaiano. Il grafico a destra (fonte Il Sole 24 ore) indica come gli investimenti in tecnologia e robotizzazione in Italia sia al di sopra della media europea. Questo significa certamente più competitività per le imprese, più fatturati e ricavi, più produttività, ma anche più sfruttamento e soprattutto meno bisogno di personale, ovvero meno occupazione. E’ la nuova rivoluzione industriale in corso ed è fortemente incentivata da tutti gli ultimi governi italiani con massicci incentivi statali (4/5 miliardi di euro all’anno). Ai lavoratori resta solo l’incertezza di conservare il proprio posto ed il miraggio per i giovani di trovare una occupazione decente".
A denunciarlo è il sindacato dell'Usb che sottolinea come alla Sevel di Atessa ci siano ancora regole e leggi sul lavoro da piena espansione occupazionale che prevedono la "massima precarietà, bassi stipendi, orari lavorativi assurdi per il contesto in cui stiamo vivendo. I ritmi lavorativi e conseguenze annesse, uniti a retribuzioni che non permettono una vita serena, hanno riportato in auge uno sfruttamento che non si vedeva da un secolo", l'affondo; per fare soltanto un esempio, "in questi giorni l’azienda ha comunicato straordinari anche sul sabato pomeriggio".
Non lasciano nulla al caso, "sfruttano ogni rigo di uno 'scellerato' strumento fornitogli da chi il lavoro, concepito anche come dignità e socialità, doveva e deve tutelarlo: il CCSL. Ora ci si accorge di quali nefandezze contenga e di quanto sia sminuito il ruolo della rappresentanza dei lavoratori. Sevel ha comunicato ai firmatari che farà ricorso a tale strumento fino al cambio di turnazioni (maggio?) sfruttando il monte ore di straordinari previsti per contratto che poi non riuscirebbe ad usare. Per noi questa non è più vita lavorativa ma vita aziendale dove si devono accantonare figli, famiglia, amici, hobby, riposo per donarsi del tutto agli obiettivi aziendali".
Per l’Usb è il tempo di ridiscutere un contratto capestro e ancor più un modello di lavoro che non ha futuro per i lavoratori. "E’ tempo di pretendere una riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di stipendio. Per fare questo pensiamo sia necessario coinvolgere anche governo regionale e Ministero del Lavoro poiché è inaccettabile che lo Stato finanzi la disoccupazione con soldi pubblici, quindi chiedere che parte di quei 4/5 miliardi debbano essere fonte di finanziamento anche per la riduzione dell’orario lavorativo a parità di salario per conservare i livelli occupazionali e magari incrementarli".
La Val di Sangro potrebbe essere la zona franca su cui sperimentare una soluzione che vada in questa direzione: "perché no? L’Usb nelle prossime settimane elaborerà una propria proposta che non gravi sulla competitività dell’azienda e vada in controtendenza con le ricette amare che da anni i lavoratori devono ingoiare. Per la riduzione degli orari di lavoro a parità di salario e contro il ricorso agli straordinari".
Per queste ragioni, Usb ha dichiarato lo sciopero in tutto il sito Sevel, per i turni di lavoro straordinario previsti per il mese di febbraio 2019 (sabato 16 febbraio, al mattino e al pomeriggio).