Ci eravamo occupati, nei giorni scorsi, dei 10 milioni di euro - a valere sulla delibera Cipe 25/2018 - impegnati dal programma Restart sul cratere 2009 quale fondo di garanzia per l'accesso al credito delle piccole e medie imprese del cratere sismico: 8 milioni e 900 mila euro - vi abbiamo spiegato - sono stati già liquidati, disponibili, in cassa, dall'8 febbraio scorso [qui, l'approfondimento].
Si tratta di liquidità che può servire a finanziare programmi di investimento in beni materiali e immateriali, aumentare il capitale sociale, ma anche a consolidare le passività bancarie o rinegoziare i prestiti; capitale circolante che, nel caso della ricostruzione, sarebbe utile anche all'anticipazione delle fatture.
Per velocizzare i meccanismi, la passata Giunta regionale di centrosinistra era riuscita ad evitare il passaggio sulla piattaforma nazionale, ottenendo, di fatto, una gestione diretta dei fondi, tramite la finanziaria in house della Regione; dunque, con due deliberazioni di Giunta - la 43 e la 128 del 2019 - si era dato il via all'attuazione della procedura. Ad oggi, però, è tutto fermo.
I destinatari delle risorse sono i Confidi, acronimo che sta per "consorzio di garanzia collettiva dei fidi", organismo che svolge attività di prestazione di garanzie per agevolare le imprese nell'accesso ai finanziamenti, a breve medio e lungo termine, destinati alle attività economiche e produttive. I Confidi sono disciplinati dal Testo Unico Bancario del 1993 e nascono, in sostanza, come espressione delle associazioni di categoria nei comparti dell'industria, del commercio, dell'artigianato e dell'agricoltura, basandosi su principi di mutualità e solidarietà.
Ebbene, stamane i Confidi del territorio - Cooperfidi (L'Aquila), Edilconfidi (L'Aquila), Ascomfidi Impresa (Avezzano), Italconfidi (Teramo-L'Aquila), Finascom (L'Aquila), Intercredit (Teramo), Fincredit (Giulianova), Fidimpresa Abruzzo, Cooperativa artigiana (Avezzano) - hanno tenuto una conferenza stampa denunciando "l'inerzia dell’assessorato competente, quello delle Aree Interne e del Cratere facente capo a Guido Quintino Liris. I fondi relativi a questo programma - hanno ribadito - modulati espressamente per le esigenze delle imprese situate nell’area sismica sono pronti per essere impegnati come fondo di garanzia proprio attraverso i Confidi che hanno operato nel cratere e che rappresentano oltre il 65% del totale delle imprese richiedenti. L’immediata fruibilità dei fondi e la rapidità dell’erogazione erano i punti di forza di questa iniziativa che è stata mortificata dall’intervento politico accumulando ritardi che, di fatto, la stanno rendendo troppo tardiva data la sempre più delicata situazione delle insolvenze che gli enti di garanzia stanno riscontrando", il duro atto d'accusa.
Da mesi si cerca inutilmente un incontro ufficiale con la Regione Abruzzo, in particolare con l’assessorato competente, "per dirimere la vicenda e per confrontarsi su un tema che è stato spesso lasciato all’approssimazione di dichiarazioni farneticanti piuttosto che alla fotografia del mondo reale troppo distante dalle stanze regionali. Confidiamo comunque che si possa giungere immediatamente ad un confronto serrato che possa tener conto delle esperienze qurantennali degli operatori sul campo per non abbandonare ai soli 'teorici' del credito la scelta delle iniziative volte a sbloccare la vicenda; in assenza di tale condivisione si procederà a proteste sempre più accese".
I Confidi hanno approfittato della conferenza stampa per dare qualche numero: in particolare, tra il 2010 e il 2018 sono stati erogati 2.5 miliardi di euro a circa 15mila imprese delle 25mila associate, con una media di 40mila euro pro capite; "solo questi dati smentiscono categoricamente le affermazioni, ormai decisamente anacronistiche, del 'proliferare' dei Confidi e, soprattutto, della loro poca efficacia come alcune parti politiche, decisamente portatrici di interessi diversi e contrari, stanno affermando senza alcun supporto alla loro tesi".