Domattina, giovedì 12 dicembre, a mezzogiorno, nella sede della camera di Commercio di Pescara, ci sarà la firma sulla convenzione con l'autorità portuale di Ancona; parteciperanno il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, il presidente dell'Autorità Portuale Rodolfo Giampieri e il presidente della Camera di Commercio Gennaro Strever.
L'Abruzzo è una delle quattro regioni italiane a non aver ancora attivato la Zes, la zona economica speciale, che passerà, appunto, dalla convenzione col porto di Ancona. Tuttavia, è notizia di queste ore che il Ministero ha cambiato orientamento rispetto al passato: interrogato sul punto dal deputato abruzzese di Italia Viva, Camillo D'Alessandro, il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano ha chiarito infatti che è possibile l'attivazione della Zes anche in aree portuali al cui interno sono presenti porti classificati come 'comprehensive', come Civitavecchia, e non solo 'core', come Ancona".
Un passo indietro.
Le Zes sono previste dal DL 91/2017, il Decreto Mezzogiorno, convertito con legge 123/2017, tra le misure finalizzate a richiamare nuovi investimenti nel Mezzogiorno permettendo così alle attività economiche ed imprenditoriali già operative e quelle che si insedieranno di beneficiare di speciali condizioni, in relazione alla natura incrementale degli investimenti e delle attività di sviluppo d'impresa; può essere costituita autonomamente da una Regione solo se dispone di un hub portuale nel quale transiti almeno un millesimo del traffico merci europeo e cioé 2.750.000 tonnellate (i porti abruzzesi nella loro totalità si fermano a 600.000).
Per questo, poco più di un anno fa - era il 23 ottobre 2018 - l'allora presidente facente funzione della Giunta regionale, Giovanni Lolli, annunciò la decisione di associarsi con l'area portuale di Ancona "con cui siamo già collegati - spiegò - attraverso le reti TenT".
D'altra parte, avere porti che funzionano, collegati con le attività produttive su gomma e su ferro, è decisivo per lo sviluppo di un sistema industriale come quello abruzzese. Ecco il motivo per cui la passata maggioranza di centrosinistra decise di puntare con decisione sui porti di Ortona e Vasto, già oggetto d'interventi strategici a valere sul Masterplan, e di perimetratre i 1700 ettari di Zes assegnati alla nostra Regione a partire da lì, insistendo sulle zone retrostanti, laddove si è stratificato e consolidato il più grande agglomerato industriale regionale, quello del basso Sangro e del vastese che assicura il 70-80% dell'export regionale, ed inserendo San Salvo col suo autoporto, Atessa, Paglieta, Mozzagrogna, Fossacesia, Gissi, Monteodorisio e Cupello. In questa strategia, attraverso l'autoporto di Roseto si sarebbe guardato a nord, verso Ancona, lungo la dorsale adriatica.
Sia chiaro, non si era abbandonata l'idea di un collegamento funzionale con Civitavecchia, agganciandosi all'asse che taglia l'Europa meridionale, dal Portogallo alla Spagna passando per l'Italia verso i Balcani e oltre: col porto laziale, sebbene non avesse la classificazione richiesta dalla legge per le reti TenT, venne sottoscritto un protocollo d'intesa, affinché l'asse si collocasse appunto tra Civitavecchia e Ortona, prima che potesse spostarsi altrove, su Bari o su Ancona.
Una partita strategica per l'Abruzzo, che aveva portato ad inserire nella Zes anche l'aeroporto di Pescara, l'interporto di Manoppello, l'interporto di Avezzano, il nucleo industriale di Sulmona e quello di Carsoli-Oricola.
Col cambio di maggioranza all'Emiciclo, però, l'esecutivo di Marco Marsilio ha tentato di rigiocarsi la carta del 'canale' tirrenico: sin dal discorso d'insediamento, Marsilio aveva paventato l'opportunità di individuare Civitavecchia come Autorità di riferimento per i porti abruzzesi. Tuttavia, l'allora ministro per il Sud, Barbara Lezzi, alla fine del marzo scorso chiarì che Regione Abruzzo avrebbe potuto proporre l'istituzione di una Zona economica speciale con un'altra Regione, "purché contigua" e individuando "una parte di territorio regionale che includa, a sua volta, almeno una porzione di un'area portuale". E Ancona, a differenza di Civitavecchia, "è un porto avente le caratteristiche richieste per l'istituzione della Zes - aveva aggiunto Lezzi - ma, soprattutto, risulta funzionalmente collegato, via ferro e gomma, con l'Abruzzo".
Il deputato D'Alessandro parlò di "goffo tentativo dell'esecutivo di centrodestra; il fatto che l’iter fosse stato già concluso dalla precedente legislatura regionale - spiegò - ha reso del tutto inutile la mossa autolesionistica del nuovo presidente abruzzese. Se l’intento di Marsilio fosse andato a buon fine, l’Abruzzo avrebbe infatti perso la possibilità di aderire alle Zes e dunque avrebbe perso un fondamentale strumento di crescita".
Se non fosse che, appena nove mesi dopo, il Governo ha cambiato idea chiarendo che, in realtà, sarebbe possibile l'attivazione della Zes anche con l'area portuale di Civitavecchia. E proprio rispondendo all'interrogazione di D'Alessandro. "Ora la palla torna al presidente Marco Marsilio e alla sua maggioranza - il commento del deputato abruzzese - ben sapendo che, per effetto della risposta del Ministro oggi in aula, laddove si optasse per il ritorno alla strategia con Civitavecchia andrebbe ripresentato il progetto sulla zona economica speciale. A questo punto mi auguro che si possa fissare una seduta straordinaria di consiglio regionale, aperto a sindacati e categorie, per affrontare la nuova situazione".
Troppo tardi, se è vero che domattina verrà firmata la convenzione con l'Autorità portuale di Ancona.