Altra doccia gelata per le lavoratrici e i lavoratori dei call center aquilani.
160 dipendenti del call center C2C, con sede in via dell'Arcivescovado, rischiano il posto di lavoro in seguito alla decisione della società comittente CcSud (con sede a Battipaglia) di revocare il subappalto della commessa WindTre a partire dal prossimo 11 febbraio.
"Ieri, a Roma si sono incontrate le Segreterie Nazionali, Territoriali e RSU per discutere con la società committente CcSud, circa la disdetta unilaterale del contratto di subappalto all’azienda aquilana C2C", viene spiegato in una nota congiunta delle Rsu e sindacati Cgil e Uil. "Dal giorno 11 febbraio la società campana CcSud revocherà il subappalto della commessa WindTre al call center Customer 2 Care. Futuro incerto per i 160 lavoratori di via dell’Arcivescovado: secondo quanto riportato da CcSud gli attuali volumi di traffico forniti da WindTre non consentono il mantenimento degli attuali livelli occupazionali".
Come al solito - si legge ancora nella nota - a rimetterci sono i lavoratori che si trovano di fronte ad una assurda proposta di riduzione dell’orario lavorativo, con conseguente sacrificio economico.
"WindTre nel 2016 - ricordano i sindacati - si era impegnata a garantire i livelli occupazionali e contrattuali nella sede di L’Aquila, ad oggi invece, a detta di CCSUD, l’operatore telefonico riduce i volumi lasciando per strada circa 160 lavoratori. WindTre, impegnato in città per una futura sperimentazione del 5G non può esimersi da tale tale responsabilità".
Le organizzazione sindacali invitano quindi "l’operatore telefonico a riprendere l’impegno sociale ed occupazionale che fino ad oggi ha garantito sul territorio aquilano" e lanciano un appello a tutte le istituzioni affinchè intervengano "a sostegno dei 160 lavoratori che le OOSS rappresentano, in quanto perdere posti di lavoro causerà gravi problemi di aspetto economico e sociale nell’aquilano".
"Ferme sono le posizioni delle organizzazioni sindacali: CcSud deve riprendere tutti i lavoratori alle medesime condizioni contrattuali, come accade in ogni “clausola sociale” gestita fino ad oggi. WindTre deve intervenire immediatamente - concludono i sindacati - affinché vengano garantiti i livelli occupazionali, economici e contrattuali oggi in essere".
Biondi chiede chiarimenti a Mise e Ministero del Lavoro: “Si mantengano i livelli occupazionali del contact center dell’Aquila”
Una richiesta al ministero dello Sviluppo economico e al ministero del Lavoro per ottenere “maggiori informazioni” sull’incontro che si è tenuto sul tema dei call center e un sollecito a Wind3 perché vengano manutenuti i livelli occupazionali del call center Constumer 2 Care (C2C) che ha sede all’Aquila.
Questi i contenuti principali di due lettere che il sindaco Biondi ha inoltrato ai soggetti interessati alla complessa vicenda di C2C, la società che dà lavoro a 160 a unità di personale nel capoluogo abruzzese, sul cui futuro i sindacati e gli stessi dipendenti hanno manifestato in questi giorni enormi preoccupazioni.
“Lo scorso 4 febbraio – ha scritto il sindaco Biondi – si è tenuto un tavolo di confronto cui sono intervenuti la sottosegretaria del Mise, Alessandra Todde, insieme ai sottosegretari al Lavoro Stanislao Di Piazza e Francesca Puglisi. Incontro al quale hanno partecipato le grandi società che usufruiscono dei call center per i loro servizi. Ai rappresentanti del Governo ho fatto presente che il settore dei contact center fornisce occupazione, nella sola città dell'Aquila, a centinaia di operatori ed è uno dei comparti con più addetti del territorio provinciale”.
“Siamo in un momento particolarmente delicato per questo settore – ha proseguito Biondi – in quanto la fluidità del mercato, i rinnovi problematici delle commesse e una sempre maggiore aggressività di aziende che prediligono esternalizzare il servizio in altri paesi europei hanno portato all'apertura di importanti vertenze lavorative anche in questa terra”. Di qui la richiesta del primo cittadino dell’Aquila di serrare i confronti e di “porre in essere tutte le azioni necessarie in grado di sostenere la fase di transizione con la celerità che il particolare momento storico richiede”.
“Sono consapevole della situazione particolare che sta vivendo il mondo dei contact center – ha scritto invece Biondi a Wind Tre, la cui commessa, gestita da Ccsud, riguarda proprio il sito aquilano di C2C - ma, al contempo, non posso non esprimere preoccupazione per il paventato rischio esuberi in una città che, con tenacia e orgoglio, sta portando avanti un coraggioso percorso di rinascita a quasi undici anni dal sisma del 6 aprile 2009 e il cui territorio ha cronicamente a che fare con una disoccupazione allarmante”.
Il sindaco si è detto certo che l’attenzione dei confronti dell’Aquila e del territorio sarà massima da parte della società committente “come accaduto finora, ma chiedo – ha scritto ancora Biondi – che la direzione di competenza sia informata con cura della difficoltà della situazione attuale. L’obiettivo è mantenere gli attuali livelli occupazionali e contrattuali in continuità lavorativa”.
Il sindaco ha altresì chiesto informazioni circa la commessa del servizio di contact center per conto di WindTre e sulla revoca del subappalto per la commessa medesima da parte di CCSUD rispetto a C2C, nonché gli esiti di tale operazione sui lavoratori. “Il dialogo con le istituzioni e con la società sarà sempre aperto e continuo – ha concluso Biondi – all’insegna di un confronto necessario, concreto e costruttivo, per superare questa fase piuttosto preoccupante. Siamo vicini ai 160 lavoratori di C2C e alle loro famiglie, che in alcun modo devono trovarsi in condizioni tali da patire le gravi sofferenze cui dovrebbero fare i conti in caso di scongiurabile revisione dell’operatività del call center aquilano”.