"Ad eccezione dei negozi di generi alimentari di prossimità e vicinato, tutto il resto del commercio è fermo e si prepara un disastro a livello occupazionale, che oggi non è visibile perché il Governo ha messo in campo gli ammortizzatori sociali e ha sospeso le procedure di licenziamento, ma che tra qualche mese rischia di tradursi in una morìa di aziende di proporzioni inimmaginabili”.
Così Lucio Cipollini, coordinatore regionale Abruzzo e Molise della Filcams Cgil, in merito alla crisi del commercio legata all’emergenza Covid-19.
“Peraltro anche nel commercio di generi alimentari ci sono grossi problemi, perché questa volta a essere in difficoltà è la grande distribuzione, che dispone di punti vendita piuttosto isolati nei vari centri commerciali, dove in seguito all’emergenza il bacino di utenza è crollato e dunque gli incassi sono pressoché fermi".
"Ci sono criticità soprattutto nel settore dell’abbigliamento, perché è saltata la collezione primavera-estate, i negozianti continuano a pagare affitti e forniture e in molti non ce la faranno a ripartire. Problematiche simili riguardano la ristorazione, ma anche le cartolibrerie, che negli ultimi giorni hanno riaperto ma non stanno incassando nulla. Sulla base di questa dinamica, che va ad inserirsi su un equilibrio già precario del commercio, ci vorranno anni per tornare alla situazione pre-emergenziale. Crediti e prestiti governativi sono solo artifici perché il commercio per reggersi deve incassare e invece non solo non si è incassato nelle ultime settimane, ma anche se il 4 maggio si dovesse riaprire, i consumi non torneranno neanche lontanamente ai livelli che c’erano prima dell’emergenza”.