Mercoledì, 15 Settembre 2021 11:40

Bonus covid, Cgil: “Tra Abruzzo e Molise 25mila aventi diritto”

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Lavoratori stagionali, somministrati, pescatori ed operai agricoli che non avessero ancora fatto richiesta, hanno tempo fino al prossimo 30 settembre per l'invio, tramite il Patronato INCA CGIL Abruzzo Molise, delle domande di bonus.

I lavoratori stagionali del turismo o delle terme ed i lavoratori somministrati (ex interinali), per aver diritto al bonus di 1.600€, devono aver avuto, dal 2019 in poi, almeno 30 giorni di lavoro, almeno un contratto scaduto o cessato e non essere attualmente assunti a tempo indeterminato o in pensione o, in alcuni casi, in NASPI.

Non devono inviare la domanda quei lavoratori che hanno già percepito il primo bonus da 2.400 €. Sarà l'INPS, in automatico, a liquidare anche il secondo. È comunque consigliabile inviare di nuovo la domanda qualora la prima sia stata respinta ed attualmente in attesa di riesame. 

Obbligatorio, invece, l'invio entro il 30 settembre, per coloro che non hanno ancora fatto nessuna domanda.

Discorso simile per i pescatori autonomi che hanno diritto ad un bonus di 950 € e per gli operai agricoli (con almeno 50 giornate lavorate nel 2020) che hanno diritto ad un bonus di 800 €. In entrambi i casi, il bonus non spetta se attualmente si è titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o di pensione, o si è percepito un altro bonus legato al Covid.

“Complessivamente, tra Abruzzo e Molise, la platea degli aventi diritto sfiora le 25.000 unità. Di queste, però, si stima che ad oggi solo il 70% abbia effettivamente fatto richiesta dei singoli bonus. Continuano a restare esclusi circa 7.000 persone che, se non si attivano celermente anche tramite il Patronato INCA CGIL Abruzzo Molise, rischiano di perdere un importante sostegno”affermano Carmine Ranieri, segretario generale CGIL Abruzzo Molise, e Mirco D’Ignazio, coordinatore regionale Patronato INCA CGIL Abruzzo Molise.

“Trattandosi di bonus destinati in particolare a chi vive condizioni di precarietà lavorativa e sociale, spesso risulta complicato anche informare dell'esistenza del diritto i lavoratori interessati. A ciò si somma una diffusa difficoltà nell'accesso e nell'utilizzo degli strumenti informatici che, almeno in teoria, consentirebbero di ottenere autonomamente queste prestazioni”.

“Tutto questo - concludono Ranieri e D’Ignazio - dimostra l'assoluta necessità di superare la condizione di precarietà che investe una parte troppo grande di mondo del lavoro: in questo senso, occasione da non perdere sarà quella della gestione delle risorse che arriveranno dal PNRR che istituzioni ed amministrazioni locali dovranno garantire andranno a generare lavoro stabile, con retribuzioni dignitose e diritti adeguati”

Ultima modifica il Mercoledì, 15 Settembre 2021 17:09

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