Si sta per sbloccare, finalmente, la vicenda dei 10 milioni di euro a valere sulla delibera Cipe/2018 quale fondo di garanzia per l'accesso al credito delle piccole e medie imprese del cratere sismico: risorse congelate nelle casse della Regione dal febbraio 2019. Si tratta di liquidità che può servire a finanziare programmi di investimento in beni materiali e immateriali, aumentare il capitale sociale, ma anche a consolidare le passività bancarie o rinegoziare i prestiti. Capitale circolante che, nel caso della ricostruzione, sarebbe utile anche all'anticipazione delle fatture.
L'assessore al bilancio di Regione Abruzzo, Guido Liris, ha convocato una conferenza stampa per il giorno 5 ottobre: verrà presentato l'avviso pubblico per la selezione dei Confidi; parteciperanno il presidente della FIRA, Giacomo D'Ignazio, il Direttore del Dipartimento di presidenza Emanuela Grimaldi, il Dirigente regionale Filomena Ibello.
I destinatari delle risorse sono proprio i Confidi, acronimo che sta per "consorzio di garanzia collettiva dei fidi", organismi che svolgono attività di prestazione di garanzie per agevolare le imprese nell'accesso ai finanziamenti, a breve medio e lungo termine, destinati alle attività economiche e produttive. I Confidi sono disciplinati dal Testo Unico Bancario del 1993 e nascono, in sostanza, come espressione delle associazioni di categoria nei comparti dell'industria, del commercio, dell'artigianato e dell'agricoltura, basandosi su principi di mutualità e solidarietà.
Per velocizzare i meccanismi, la passata Giunta regionale di centrosinistra era riuscita ad evitare il passaggio sulla piattaforma nazionale, ottenendo, di fatto, una gestione diretta dei fondi, tramite la finanziaria in house della Regione, la FIRA; dunque, con due deliberazioni di Giunta - la 43 e la 128 del 2019 - si era dato il via all'attuazione della procedura. Fino ad oggi, però, era rimasto tutto fermo.
Il meccanismo dovrebbe funzionare più o meno così: le somme richieste vengono accantonate in banca come fondo di garanzia; per ogni euro, viene garantita l'erogazione di 4-5 euro, come prestito da parte delle banche. Le somme passano, per la loro attivazione, attraverso garanzie prestate dai Confidi al sistema bancario con un doppio valore: facilitare l'accesso al credito ed evitare che la banca debba accantonare, come fondo rischi, l'8 per cento di quanto erogato a titolo di prestito.