Venerdì, 29 Ottobre 2021 09:40

Il governo ha approvato la legge di bilancio: ecco i dettagli

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Il Governo ha approvato il disegno di legge di bilancio per il 2022; per entrare in vigore, il testo dovrà essere approvato da entrambe le Camere del parlamento entro il 31 dicembre.

La proposta del governo prevede nuove spese per 23,4 miliardi di euro; ’anno scorso, per fare un confronto, erano stati 40 miliardi, ma va considerato che in quel caso le misure erano servite soprattutto a contrastare la crisi economica e sociale causata dalla pandemia da coronavirus.

La maggior parte delle risorse che il governo intende spendere nel 2022 sarà destinata alla riduzione della pressione fiscale (circa 12 miliardi anziché gli 8 di cui si era parlato negli ultimi giorni). Come anticipato nella presentazione del “Documento Programmatico di Bilancio” (DPB), le misure comprenderanno un primo intervento di riduzione degli oneri fiscali, il taglio dal 22% al 10% dell’Iva su prodotti assorbenti per l’igiene femminile e, tra le altre cose, il rinvio al 2023 della plastic tax (una tassa sull’uso di plastica monouso nella grande distribuzione) e della sugar tax (una tassa sulle bevande che contengono molti zuccheri): entrambe erano già state approvate nel 2019 e dovevano entrare in vigore nel 2020, ma erano state rinviate prima al 2021 e poi al 2022.

È stato inoltre prorogato fino al 2023 il “Superbonus 110%”, introdotto nel 2020 e che sarebbe scaduto nel 2022, un’agevolazione fiscale per gli interventi di ristrutturazione che migliorano l’efficienza energetica degli immobili; si prevede che fino alla fine del 2022 il “Superbonus” venga riconosciuto anche ai proprietari di prime case monofamiliari, finora esclusi, con reddito ISEE fino a 25mila euro.

Per la sanità il governo intende investire nel 2022 circa 1,8 miliardi di euro per l’acquisto di vaccini e medicinali contro il coronavirus. Inoltre è stato annunciato che il Fondo Sanitario Nazionale verrà finanziato con 2 miliardi di euro aggiuntivi ogni anno fino al 2024.

Nelle ultime settimane i maggiori contrasti si erano concentrati su due questioni: la riforma delle pensioni, che dovrà sostituire “Quota 100”, e la revisione del reddito di cittadinanza.

Per ciò che attiene le pensioni, il governo aveva di fronte un problema non da poco. A fine anno è prevista la scadenza di “Quota 100”, e senza una riforma specifica sulle pensioni, dal 2022 sarebbe tornata automaticamente in vigore la Legge Fornero del 2011, che nel corso degli anni è stata contestata da un po’ tutti i partiti; ebbene, l'esecutivo ha deciso di intervenire introducendo “Quota 102”, che innalza da 62 a 64 anni l’età minima per andare in pensione (si prevede che si possa andare in pensione con 38 anni di contributi e 64 anni d’età).

“Quota 102” resterà in vigore per un anno, ma in conferenza stampa non è stato chiarito cosa accadrà dopo: se non ci saranno future modifiche, dal 2023 tornerà il sistema previsto dalla Legge Fornero, che prevede che si possa conseguire la pensione dopo aver compiuto 67 anni.

Il reddito di cittadinanza è l’altra misura di cui si è maggiormente discusso: a differenza di “Quota 100” il governo ha deciso di rinnovarlo e rifinanziarlo per il 2022 (dopo che con il recente “decreto fiscale” aveva stanziato 200 milioni di euro per rifinanziarlo fino alla fine dell’anno), introducendo però requisiti più severi per accedere ai sostegni e maggiori controlli, oltre a una riduzione dell’importo del sussidio al secondo rifiuto di un’offerta di lavoro proposta al beneficiario.

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