"Alla camera, in Commissione ambiente, è stato approvato l'emendamento al decreto "Sblocca Italia" relativo al cratere. Ringrazio Giovanni Legnini che lo aveva predisposto, e l'On. Antonio Castricone, che si è speso con impegno, generosità e sensibile solidarietà. Un ringraziamento particolare ad un grande servitore dello Stato, l'Ing. Aldo Mancurti. E' stato un raro privilegio lavorare con lui, una delle poche testimonianze, ormai sempre più rare, di italiani che sino in fondo, in scienza e coscienza, si spendono per questa Italia alla deriva".
A scriverlo è il sindaco Massimo Cialente che non nasconde affatto, però, come l'emendamento sia assolutamente inadeguato: "Oramai, anche alla luce del fatto che la parola L'Aquila non compare nella Legge di Stabilità neanche in riferimento al maestoso uccello, a fronte della governance cancellata in un mese, alla famosa filiera, invincibile armata, spappolatasi come neve al sole, posso dire ufficialmente che siamo stati letteralmente abbandonati a noi stessi. Soli, di fronte alla disperazione di tanti cittadini allo stremo, soli di fronte al dramma di giovani che vagano fra le macerie o periferie senza riferimento, soli di fronte ad istituzioni che ogni giorno ci mettono alla prova o bacchettano o pretendono miracoli".
Parole durissime. Disperate, quasi. La situazione in effetti è drammatica: nessun euro in Legge di stabilità per la ricostruzione del cratere, e i soldi alla fine dell'anno saranno praticamente finiti. Di nuovo. Come non bastasse, ad oggi non c'è alcun riferimento ai tavoli del Governo: con la promozione di Giovanni Legnini al Csm, infatti, l'esecutivo Renzi - che non è ancora mai venuto a L'Aquila, e chissà se lo farà - non ha ancora assegnato la delega alla ricostruzione. E così, è praticamente impossibile nominare il sostituto di Paolo Aielli, fuggito via dall'Usra senza neppure garantire il periodo di preavviso previsto nel contratto. Le sue dimissioni sono state subito accolte dal sindaco Cialente: eppure, Aielli era l'unico Rup - responsabile unico di procedimento - dell'Ufficio. Oggi, alla paralisi.
"La prossima settimana sarà una settimana di profonda riflessione con le forze politiche regionali, provinciali, comunali, ma soprattutto con i cittadini", si lascia andare Cialente. Lasciando presagire anche scelte clamorose. "In questo difficilissimo fine settimana, cercherò di raccogliere le idee. Sento su di me una terribile responsabilità. Forse, merito una prova così drammatica, ma questi poveri aquilani del cratere che hanno mai fatto per essere trattati così?".
Inutile nascondere che l'amministrazione viva un momento difficilissimo. E non solo per la difficile interlocuzione con il Governo. E' arrivata la condanna della Corte dei Conti per il sindaco Cialente: danno erariale, per i buchi di bilancio dell'Accademia dell'Immagine, nel biennio 2007/2008. Si ricorrerà in appello. Una sciocchezza, rispetto a quello che potrebbe accadere: infatti, il primo cittadino - con la dirigente Del Principe e gli assessori Moroni e Pelini - attende la sentenza della magistratura contabile per presunto danno erariale da 12milioni di euro, per non aver dato esecuzione a due delibere, la 171 e la 172 del 2011, votate dal consiglio comunale per fissare i paletti dei pagamenti dei cosiddetti canoni di compartecipazione spettanti agli assegnatari degli appartamenti Case, Map, Fondo Immobiliare e affitto concordato. Non solo. L'amministrazione comunale teme la notifica di qualche avviso di garanzia per il crollo del balcone al progetto Case di Cese di Preturo. E la gestione degli alloggi costruiti in tutta fretta nel post-sisma, ordinaria e straordinaria, è un problema enorme che minaccia la stabilità economica del Comune dell'Aquila. Insomma, la città vive un momento di non ritorno. Al di là delle polemiche, e delle appartenenze politiche, c'è bisogno di azioni concrete perché la questione aquilana torni nell'agenda del Governo.
"Chiedo ufficialmente ai parlamentari abruzzesi di far svolgere dal centro studi della Camera o del Senato - scrive Cialente - una comparazione tra la legislazione, gli atti e le regole, le Opcm e le varie strutture tipo uffici speciali o strutture tecniche di missione, soprattutto i finanziamenti effettivi previsti ed erogati per il sisma aquilano, quello emiliano, quello umbro e quello del Friuli. I costi della ricostruzione. Ce lo devono".
Il primo studio - propone provocatoriamente il primo cittadino - è comparare Abruzzo ed Emilia. "Perché l'Abruzzo così commissariato? C'è da guidare e controllare un popolo strano, o qualcosa di quanto successo non deve uscire fuori? Condivido la proposta di una commissione di indagine su tutto quanto accaduto dal 30 marzo 2009 (proposta avanzata da tempo dalla senatrice del Movimento 5 Stelle, Enza Blundo ndr) e su tutti i protagonisti, a cominciare dal Comune dell'Aquila e da me. La relazione del Centro studi sarà un ottimo punto di partenza".
E potrebbe finalmente svelare il 'grande inganno aquilano', perpetrato ai danni della città - al di là delle responsabilità delle amministrazioni locali, che si sono dimostrate inadatte a governare un momento così drammatico - dal governo Berlusconi e dal dipartimento della Protezione Civile, nei mesi che seguirono il terremoto. Stiamo ancora pagando, e chissà per quanto, le scelte compiute allora - non istruire una tassa di scopo, costruire gli alloggi per gli sfollati nelle modalità che ben conosciamo, tra le altre - oltre alla mancate scelte, se non per il breve periodo 'Barca', dei governi che si sono freneticamente susseguiti in questi anni. Dimenticando la 'questione aquilana'.