Che l’approvazione del bilancio preventivo stia oramai assumendo contorni al limite del paradosso, lo avevamo già scritto. Nella riunione congiunta della 1a e della 4a Commissione che, ieri mattina, ha discusso delle delibere presentate in tutta fretta dalla Giunta per istituire il nuovo tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (la Tares), le tariffe per l’annualità 2013 e il piano finanziario presentato dalla Asm come soggetto gestore del servizio - delibere propedeutiche all’approvazione del bilancio - ne abbiamo avuto l’immagine plastica.
Proviamo a raccontarvi perché. Come su scritto da NewsTown, la discussione per l’approvazione del Bilancio di previsione, in Consiglio comunale, era stata già programmata per giovedi 27 giugno. E’ arrivato, poi, il rinvio perché la Giunta aveva inserito nella delibera la previsione per i rifiuti ma non aveva istituito la Tares. Atto, come detto, propedeutico rispetto al Bilancio. Il testo, tra l’altro, avrebbe dovuto contenere la tabella con le tariffe, dunque, la specifica in termini di entrata di spesa per l’ente comunale.
L’assessore al bilancio, Lelio De Santis, si era giustificato scaricando le responsabilità sul Governo, che in effetti non ha ancora chiarito alcune questioni cruciali per l’istituzione della nuova tassa sui rifiuti. Tanto da derogare l’approvazione dei Bilanci preventivi dei comuni italiani al 30 settembre 2013.
Il comune dell’Aquila, però, ha la necessità di arrivare presto al voto favorevole del Consiglio perché, senza Bilancio, non è possibile erogare i fondi stanziati per la ricostruzione. Di qui, l’idea di inserire le tariffazioni in base alla vecchia Tarsu. Prima dell’affannata marcia indietro, quando ci si è resi conto che non era possibile. Così, la Giunta guidata da Massimo Cialente ha approvato in tutta fretta le delibere che ieri sono state discusse in Commissione, a 24 ore dalla votazione in Consiglio. Uno strappo alla regola permesso dal passo indietro dei capigruppo di opposizione, che hanno deciso di non mettere i bastoni tra le ruote ad una amministrazione in confusione.
Se non fosse che stamane Angelo Mancini, assente alla riunione dei capigruppo, ha sollevato una pregiudiziale, chiedendo il rinvio della discussione di almeno una settimana. “Sfido i consiglieri”, ha detto Mancini, “a dimostrarmi che hanno letto e approfondito le delibere. Non c’è stato tempo sufficiente. Il monarca Cialente non può obbligare le Commissioni ed il Consiglio a non svolgere, per come è previsto dai regolamenti, il loro lavoro”. Poi l’affondo: “in una città terremotata e in difficoltà, non si può arrivare all’approvazione di un Bilancio preventivo a fine giugno. L’Amministrazione sapeva benissimo che sarebbe entrata in vigore una nuova tassa sui rifiuti, aveva tutto il tempo per approntare le delibere. Invece, non sapeva neanche che quanto stiamo discutendo è propedeutico al Bilancio. Quanto sta accadendo ha dell’incredibile: già si incassano i fondi per la ricostruzione senza i necessari capitoli di spesa, ora volete approvare un Bilancio tenendo conto degli equilibri dell’anno passato. Se è vero che il costo complessivo non cambierà in termini numerici, è altrettanto vero che non si possono scrivere in Bilancio delle somme di cui non si ha contezza”.
La pregiudiziale sollevata da Mancini non è stata accolta, per una manciata di voti. Ha scatenato, però, e arriviamo all’immagine plastica di cui accennavamo, una grande confusione. Fino all’incredibile: un consigliere di maggioranza si è arrabbiato con un collega che, ammesso di non aver avuto modo di leggere le delibere, ha deciso di votare “si” alla proposta di rinvio. “Che diavolo stai facendo”, ha urlato il consigliere, “c’è un vincolo di mandato, fai parte della maggioranza”. Pretendeva, evidentemente, un voto alla cieca.
In chiusura di lavori, respinta la pregiudiziale, la Commissione ha espresso parere favorevole alla delibera che istituisce il regolamento della Tares e a quella per l’approvazione del piano finanziario Asm. Non alla delibera che stabilisce le tariffe per l’annualità 2013, però: al momento del voto, infatti, è mancato il numero legale. Non certo un buon segnale per la maggioranza.
Cosa stabiliscono le delibere in discussione nel Consiglio di oggi? La nuova tariffa Tares è composta da una quota determinata in relazione alle componenti essenziali del costo di servizio di gestione dei rifiuti, riferite in particolare agli investimenti per le opere ed ai relativi ammortamenti, e da una quota rapportata alla quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e alla entità dei costi di gestione. Alla tariffa determinata si applica, poi, una maggiorazione di 0,30 euro/mq a copertura dei costi di servizio indivisibili dei comuni. Soldi che andranno direttamente nelle casse dello Stato con modello F24, con il bollettino di conto corrente postale.
Come si pagherà? I cittadini dell’Aquila potranno versare quanto dovuto in tre rate: il 31 agosto, il 31 ottobre e il 31 dicembre. Le prime due soluzioni saranno di eguale importo, pari ad 1/3 della Tarsu del 2012. A dicembre, poi, il temuto conguaglio. Le tariffe, infatti, dovranno coprire tutti i costi dei servizi relativi alla gestione dei rifiuti urbani e assimilati agli urbani, avviati a smaltimento. Il piano finanziario prodotto dalla Asm, che andrà in approvazione domani, prevede un costo complessivo di 14 milioni e 500mila euro. Alla copertura provvederà il Comune con oneri pari a 8milioni e 300mila euro, una entrata già prevista nel bilancio di previsione. I restanti 6milioni e 200mila euro saranno sanati con parte dei 26milioni trasferiti al Comune con i fondi previsti nella Legge di stabilità del 2012, contributo straordinario sulla base dei maggiori costi sostenuti e delle minori entrate conseguite per via del sisma.
Il conguaglio. Perché la rata di dicembre potrebbe trasformarsi in un salasso per i cittadini dell’Aquila? Pur restando bloccata, nel passaggio da Tarsu a Tares, la cifra di 8 milioni e 300mila euro che bisognerà sborsare, sono diminuite e di molto le utenze: dalle 33mila del 5 aprile 2009, alle 22mila di questi giorni. Non è difficile capirne i motivi: semplicemente, molte utenze non sono state riallacciate dopo il terremoto. Non solo: sono diminuiti anche i mq imponibili, visto che molti cittadini abitano negli alloggi dei progetti C.A.S.E. o villaggi M.A.P., spesso più piccoli delle abitazioni originarie. L’amministrazione spera in un intervento del Governo ancora tutto da discutere.
Come si calcolerà il dovuto da ogni nucleo familiare? La Tares si calcola in base alla dimensione dell’immobile di riferimento e in base ai dati statistici riguardo al valore medio di produzione dei rifiuti: maggiore è il numero dei componenti di una famiglia, maggiore sarà l’importo da versare. Questa è la tabella deliberata dalla Giunta comunale.