Sono stati presentati i quesiti da parte del comitato promotore del referendum sui confini del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Un referendum di carattere comunale e dunque di tipo esclusivamente consultivo, nei confronti del quale il Comune a breve dovrà pronunciarsi sull'ammissibilità. Da quel momento i promotori avranno novanta giorni per raccogliere 5mila firme per presentare il referendum, cosa che il comitato ritiene possibile nella prossima primavera.
Il referendum proposto consiste in due quesiti che riportiamo integralmente insieme agli "obiettivi" - diffusi sempre dagli organizzatori - che si potrebbero raggiungere con l'eventuale vittoria dei SI':
IL PRIMO QUESITO
Ritieni che il Comune debba adottare tutte le possibili iniziative amministrative, politiche e giudiziarie rivolte ad Enti ed Uffici di tutti i livelli affinché si possano rimodulare i confini dell'Area Protetta del Parco Nazionale del Gran Sasso – Monti della Laga e della Zona di Protezione Speciale denominata IT7110128 in modo da poter rivedere, anche in riferimento alle mutate esigenze delle popolazioni locali, la superficie vincolata ricadente nel territorio del Comune dell'Aquila ?
OBIETTIVI
- Allentare i vincoli su zone antropizzate di interesse economico e sociale, limitrofe a centri abitati, causate dalle numerose normative e dai continui rimpalli di responsabilità degli enti locali.
- Ridare vigore alle attività rurali di sostentamento per le popolazioni (orti, piccole coltivazioni, allevamento)
- Controllare la riproduzione dei cinghiali ed evitare i relativi danni
- Rendere semplice l'esercizio dei diritti di uso civico: taglio legname e pascolo. Attività anche di aiuto per la manutenzione delle zone boschive, ormai in degrado
- Individuare i nuovi confini con elementi certi di carattere geografico e morfologico (strade, fiumi, valli etc) in modo da non generare confusione.
SECONDO QUESITO
Ritieni che il Comune debba adottare tutte le possibili iniziative amministrative, politiche e giudiziarie rivolte ad Enti ed Uffici di tutti i livelli affinché si possano rimodulare e/o ridurre le zone gravate dal vincolo di "Sito di Interesse Comunitario "Gran Sasso" IT7110202" su aree già antropizzate, di interesse economico-sociale, di sviluppo turistico o, comunque, su quelle aree gravate da usi civici a favore delle popolazioni locali, tutte ricadenti nel territorio del Comune dell'Aquila?
OBIETTIVI
- Rivedere i confini del Sito di interesse Comunitario Gran Sasso, riguardante le zone fondamentali per le popolazioni locali, come Chiarino e Macchia Grande e del P.S.T. di Campo Imperatore – Monte Cristo
- Liberare dai restrittivi vincoli dettati dalla direttiva 43/92 Habitat le zone in cui sono presenti strutture e attività turistiche da oltre 80 anni.
- La stessa direttiva recita all'art 2 comma 3 : Le misure adottate a norma della presente direttiva tengono conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali.
I COMPONENTI DEL COMITATO PROMOTORE
Barone Paolo, Bellassai Roberto, De Santis Marco, Faccia Luigi (Coordinatore), Massimi Francesco, Massimi Lanfranco (Comitato Garanti), Mucciarelli Maurizio, Museo Gianluca (Resp.Tavolo Consultazioni), Parisse Roberto, Santini Roberto, Scimia Leonardo, Scipioni Antonio, Scipioni Lucio, Tatone Fausto (Resp.Tavolo Consultazioni).
LA CONFERENZA STAMPA [guarda qui il pdf della presentazione]
#SaveGranSasso tramite il referendum chiederebbe insomma la rimodulazione dei confini del Parco e in maniera prioritaria dei siti di interesse comunitario (SIC). In un certo senso sembra che la montagna abbia partorito il topolino: dalle minaccie di "uscita dal Parco", in fondo il referendum chiede di pronunciarsi su quanto ha chiesto di recente anche il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, evidentemente accortosi - come ribadito da posizioni diverse dal Comitato e da Rifondazione Comunista - che tutti i progetti inseriti nel business plan per lo sviluppo del Gran Sasso, non sono che carta straccia se nell'area di Campo Imperatore non si ridefiniscono i confini dell'enorme Sic posto nel 2003.
Anno in cui, secondo il comitato promotore del referendum, "sono stati aggiunti, senza condividere niente con le popolazioni locali, 1300ettari rispetto ad una prima formulazione dei Siti".
Per rideterminare i Sic prima che diventino - come prevede l'Iter Comunitario - Zone speciali di Conservazione, basta la volontà politica regionale che comunica quanto stabilito all'Europa.
"Siamo la Regione in Italia che percentualmente ha i territori più vincolati da 'Natura 2000' - hanno sottolineato Luigi Faccia, Fausto Tatone e Gianluca Museo - 35,86% contro il 19,31% della media nazionale. Considerando che nella parte costiera non c'è neanche un Sic, tutto è concentrato nel solo territorio interno".
"In più - hanno aggiunto - abbiamo in Abruzzo i siti più estesi: 6674 ettari medi per sito, un altro record, stabilit senza tener conto di zone antropizzate e che non ci permettono di avere gli spazi sufficienti per ricevere turisti".
Tutte queste ragioni, secondo i promotori del referendum, avrebbero quindi contribuito allo sviluppo dei territori pedemontani aquilani con particolare riferimento ad Assergi e Camarda. Manca dal dibattito, ad oggi, la voce del Parco e di chi vuole difenderlo così com'è, dando forse per scontate le motivazioni.
INTERVISTA A LUIGI FACCIA
Come risponde alle critiche secondo cui questo Comitato risponde soprattutto agli interessi di Assergi mentre il Gran Sasso è un bene comune?
La conferenza stampa e la sede del Comitato sono domiciliati all'Aquila. Questo comitato deve portare la parola degli aquilani in Comune. Poi, nel comitato promotore di Assergi siamo in tre, due di Camarda e Arischia, uno di Aragno e gli altri sono tutti aquilani. Non è una questione assergese anche se siamo i primi a subire il vincolo. Ma la questione è tutta del capoluogo: il Gran Sasso è il futuro della città.
Voi siete considerati dall'area progressista come una mostruosità, barbari che vogliono abolire il parco, anche se avete corretto il tiro e non è così...
Io sono maestro di sci e il mio reddito esce della natura: cavalco l'onda della neve quindi sono un'ambientalista anche se certi atteggiamenti integralisti mi fanno arrabbiare. Io non sono cementificatore, né cacciatore, a ognuno il suo ruolo. Ma io sul Gran Sasso ridotto in questa maniera non ci salgo più. Non c'è motivo di cancellare il Parco, anzi: grazie a questa iniziativa il Parco deve cambiare e diventare il motore programmatico dello sviluppo, da palla al piede a scatola promozionale. Un conto è dire vado al Parco avventura a Roccaraso un altro è dire vado al Parco nazionale.
Non c'è il rischio che poi ogni Comune, pensando solo a sé, voglia cambiare i confini del Parco per uscirne? E il tutto senza una visione Comune, che forse è in formazione anche grazie al difficile dibattito attuale...
Intanto è negativo che i Comuni e le persone chiedano questo. Dobbiamo domandarci perché si è arrivati a questo, però. C'è stato un problema e secondo noi il problema lo ha creato il Parco. Allora bisogna interrogarsi: se L'Aquila parte e Pizzoli la segue perché a Villa Santa Lucia non fanno aprire una strada di 600metri, responsabile secondo me è la gestione del Parco che finora è stata una non-gestione, per non dire altro.
State facendo tutto questo per cercare uno sviluppo turistico, ma secondo voi c'è la capacità di progettare qualcosa di reale e positivo sul Gran Sasso. A leggere il business plan del Comune non si direbbe.
Non posso rispondere, noi predisponiamo il terreno affinché accada qualcosa. Purtroppo, i precedenti ci indicano che non siamo tanto bravi e mi ci metto in mezzo anch'io come imprenditore del settore. Dobbiamo migliorare, questo è certo.