Martedì, 13 Ottobre 2015 18:18

Sanità, consiglio straordinario su decreto Lorenzin finisce in bagarre

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“Trenta minuti di nulla”.

Così i consiglieri di opposizione hanno bollato l'intervento tenuto in aula dall'assessore regionale alla Sanità e al Bilancio Silvio Paolucci durante il consiglio regionale straordinario convocato, su richiesta del gruppo di Forza Italia, per discutere del recepimento del decreto ministeriale n. 70 del 2015, il cosiddetto decreto Lorenzin, che ha imposto alle Regioni nuovi, più severi standard per l'organizzazione delle rete ospedaliera.

I consiglieri azzurri avevano chiesto a D'Alfonso e Paolucci di relazionare soprattutto sulle conseguenze che il decreto avrà sul sistema sanitario abruzzese

Secondo FI (che quindici giorni fa, sull'argomento, aveva tenuto un'infuocata conferenza stampa) per effetto del provvedimento del ministero, su tutto il territorio regionale rimarrebbero solo sette presidi di primo livello (quelli dei quattro capoluoghi più Lanciano, Vasto e Avezzano), con zero ospedali di secondo livello (quelli con funzioni e reparti a più alta qualificazione e specializzazione) e altri dieci strutture - Atri, Atessa, Sant'Omero, Giulianova, Penne, Ortona, Guardiagrele, Sulmona, Popoli e Castel Di Sangro – condannate al declassamento se non addirittura alla chiusura.

Per scongiurare queste possibili ricadute negative – che, è bene specificarlo, per stessa ammissione del centrodestra per ora “possono essere definite solo indiscrezioni” - Forza Italia aveva presentato un documento che impegnava sostanzialmente D'Alfonso (oggi assente perché in missione a Bruxelles) e Paolucci a non accettare di applicare acriticamente il nuovo piano ministeriale e a predisporne uno più morbido, con obiettivi da raggiungere nel medio periodo, la qualificazione di almeno due ospedali di secondo livello e l'implementazione della rete di emergenza-urgenza.

Dopo un'animata discussione, nella quale i timori e i dubbi delle opposizioni sulla riorganizzazione del sistema sanitario abruzzese sono stati condivisi, in parte, anche da alcuni consiglieri di maggioranza (tra cui il capogruppo del Pd Sandro Mariani), è venuto il turno dell'assessore Paolucci.

Nel suo lungo intervento, però, Paolucci, a parte riconoscere che il decreto presenta alcune “evidenti rigidità”, non ha detto molto. Soprattutto, non ha specificato quali e quanti saranno gli ospedali a rischio ridimensionamento o chiusura né quanti e quali quelli di secondo livello. Decisioni che, sempre a detta dell'assessore, non saranno prese dalla giunta ma da un'agenzia creata ad hoc.

Il documento presentato da Forza Italia è stato poi messo ai voti ma non è passato.

E' stato invece approvato un altro documento - non molto dissimile da quello del centrodestra ma dai contenuti abbastanza generici, presentato dalla maggioranza di centrosinistra - che prevede un impegno del Commissario ad acta e Presidente della Regione Luciano D’Alfonso, su alcuni punti ben precisi: evoluzione dei livelli essenziali di assistenza (Lea), maggiori investimenti nelle risorse umane, rivisitazione dei meccanismi di finanziamento per le strutture pubbliche, studio di fattibilità per due ospedali di secondo livello, investimenti sulla sanità territoriale.

Ed è stato proprio al momento del voto che si è scatenata la bagarre: il centrodestra ha prima protestato (esponendo anche uno striscione) per essersi vista bocciare il proprio documento; poi se l'è presa con il presidente del Consiglio regionale Di Pangrazio (reo di non essersi comportato secondo i principi di terzietà e imparzialità che la sua carica gli imporrebbe) e infine ha accusato il centrosinistra di non avere più i numeri quando la prima votazione sul documento di maggioranza è saltata per mancanza del numero legale (il documento è stato poi approvato con 17 voti a favore).

 

Ultima modifica il Mercoledì, 14 Ottobre 2015 09:25

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