Lunedì, 08 Luglio 2013 08:07

Born in Broadway

di 

Credo siano australiani, almeno così mi sembra abbiano detto. Il pub è piuttosto affollato per essere pomeriggio, ma a Londra non stanno tanto a badare agli orari quando si tratta di birra. Guardo Gas seduto al tavolo con questi australiani o neozelandesi a parlare non ricordo bene di cosa in non so bene quale lingua, ma riesce a farsi capire. Del resto nessuno bada tanto alla lingua quando si tratta di birra e questo è vero a Londra come in ogni altro pub del mondo.

Ci vuole buon senso, dicono, quando si fa qualcosa, bisogna avere il buon senso di sapere cosa si stia facendo e capire dove la si vuole portare. Così dicono, soprattutto all'Aquila, dove spesso, proprio per questo motivo, si preferisce piuttosto non fare proprio nulla.
Finisco la mia di birra e lascio Gas a sorseggiare la sua e ad intrattenere una conversazione piuttosto interessante con i turisti dell’emisfero sud, percorro l’equatore fino all’ingresso e accendo una sigaretta. Broadway Market è ancora in fibrillazione per il numero di prima. Cristiana si era impadronita del microfono del gruppo, che suonava lì all’incrocio, e aveva squarciato il quartiere artistico londinese con la sua voce Vega’s style. Venti minuti di puro delirio, con una platea in balia delle note. Stai a vedere come anche i provinciali, fuori di casa, possono intrattenere chi dell’intrattenimento ha fatto uno stile di vita.

Quando si parla di buon senso, solitamente i “saggi” intendono quell’autocontrollo che ti permette di non deviare troppo da binari già ben delineati, che dritti dritti ti portano dal punto in cui sei nato a quello in cui smetterai di avere non solo il buon senso, ma anche l’aria nei polmoni.
E’ ora di andare, torno dentro a recuperare Gas e lo trovo esattamente dove lo avevo lasciato mezz’ora prima. Il tempo di sedermi e lo vedo alzarsi dalla sedia, una ragazza da in fondo al tavolo lo chiama “Where are you going?”, non è tempo per il buon senso, Gas si volta, allarga le braccia, comincia a ballare e a cantare “I drink – a lot and so I piss – a lot”. Un tripudio di stupore e risate. Un’ora di conversazione a tratti incomprensibile, unidirezionale e priva di concetti chiari e poi basta una singola frase ritmata e ti capiscono in ogni angolo del mondo. Si chiama comunicazione.
Il buon senso vorrebbe che... mi alzo dal tavolo, accendo la camera del cellulare “Tu sei un genio!” gli dico, “andiamo in bagno!”.

Lo riprendo mentre canta e balla tra gli altri avventori in procinto di lasciar andare via per sempre la birra pomeridiana. Decidiamo dove fare le inquadrature, lo precedo mentre canta e guarda in macchina, a stento trattengo le risate. Una donna esce dal bagno, ride, non sapevamo fosse lì, ci ha ascoltato per tutto il tempo “What the f..k those guys are doing?”. Dice che è bellissimo, che le piace, è stupita. Se sapesse che veniamo da un posto dove solitamente le idee muoiono invece di nascere lo sarebbe ancora di più.

Torniamo sopra e tutto è ancora più bello, qualcosa è stato creato ed il fatto che sia nato in bagno è solo una splendida coincidenza. I samoani sono andati via e non sapranno mai cosa è accaduto e cosa accadrà di lì a poco. Non c’è tempo da perdere, brindiamo, tanti saluti al buon senso, adesso ci si diverte!

61 giorni al party

Ultima modifica il Martedì, 09 Luglio 2013 11:57

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