Martedì, 02 Aprile 2013 00:51

Politici e costruttori: le convenzioni mancate a palazzo Palmerini

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Dopo aver ricostruito le vicende di palazzo Del Tosto e del Rotilio Center in via Avezzano, vi portiamo a palazzo Palmerini. Anche questo edificio è stato costruito con procedura di urbanistica contrattata. Anche qui la convenzione non è stata rispettata. Anzi…

Via Angelo Colagrande, quartiere San Francesco. Nel giugno del 2000, la Soc. Pal Impianti di Maria Anna Palmerini firma una convenzione con il Comune. In cambio dell’autorizzazione a costruire un palazzo in un’area non edificabile, la società si impegna a realizzare la rete viaria carrabile e pedonale, parcheggi a raso, attrezzature amministrative per 118mq, piazze per 610mq, parco e spazi attrezzati, strutture sportive polivalenti per 880 mq e una palestra di 1000 mq. Inoltre, sottoscrive la cessione al Comune di aree per 15.665mq. L’accordo prevede che le opere di urbanizzazione secondaria vengano realizzate e cedute entro il 27 giugno del 2003. Ad eccezione della palestra, che Palmerini potrà gestire per tre anni. Fino al giugno del 2006.

Le parti trovano, insomma, una intesa favorevole ad entrambi. Con concessione edilizia n.120 del 25 marzo 2002, dunque, il Comune dell’Aquila autorizza la realizzazione dell’edificio. Peccato, però, che la Soc. Pal Impianti non ha mai ceduto le aree promesse e non ha mai completato le opere di urbanizzazione. Il palazzo, invece, l’ha costruito.

L’ennesimo caso di “edilizia contrattata” e non rispettata, intorno a cui si annida il malaffare, all’ombra di rapporti poco chiari tra politici e costruttori. Non solo il Comune dell’Aquila non ha preteso il rispetto della convenzione, ma nell’agosto del 2009 ha affittato nel palazzo alcuni uffici per trasferirvi il Suap, lo Sportello unico per le attività produttive, e il settore Commercio e rapporti con l’Unione europea. Stiamo parlando dei 118mq di attrezzature amministrative oggetto di convenzione. Come nel caso di palazzo Del Tosto, anche in via Colagrande il Comune ha affittato spazi di sua proprietà.

Ma facciamo un passo indietro. Dopo aver costruito il palazzo, nel settembre del 2005 la società Palmerini presenta una denuncia di inizio attività per la realizzazione di un manufatto di due piani, da destinare a parcheggio ad uso privato. La costruzione, però, insiste sull’area che doveva cedere al Comune contestualmente alla stipula della convenzione del 2000. La soluzione si trova poco più di un anno dopo: la Pal Impianti firma un atto d’obbligo con cui si impegna a realizzare, al di sopra del parcheggio, un lastricato bituminoso da utilizzarsi come parcheggio pubblico e a cederlo al Comune. La superficie costituisce il tetto del parcheggio interrato che, l’atto è chiaro, resta di esclusiva proprietà di Palmerini.

Un buon affare, non c’è che dire. Qualche mese dopo, nel giugno del 2007, il dirigente del settore territorio del Comune dell’Aquila fa presente alla Pal Impianti che la convenzione è scaduta e non attuata. Intima, quindi, di eseguire tutte le opere di urbanizzazione previste entro 60 giorni. Non arriva alcuna risposta. La società è, dunque, inadempiente e perde i diritti acquisiti: il palazzo non ha la conformità urbanistico-edilizia. Nessuno interviene, però. Come troppo spesso è accaduto in questa città. Anzi, nel febbraio del 2009 la Ital Foods srl presenta domanda al Settore Polizia Municipale e Commercio per ottenere un’autorizzazione amministrativa per una struttura di vendita all’interno dei locali di via Colagrande. Una decina di giorni dopo, l’allora dirigente del settore Carlo Maggitti chiede al Suap dei chiarimenti in merito proprio alla conformità urbanistico-edilizia del palazzo.

Non riceve “alcun positivo riscontro”. Il procedimento va comunque avanti: nel marzo, la Pal Impianti invia al Comune richiesta di autorizzazione per la struttura commerciale. Al fine di autorizzare l’intervento, nella relazione tecnica si precisa sarà utilizzato il parcheggio interrato costruito nel 2005 per soddisfare gli standard previsti dalla Legge Regionale 11/2008 che prescrive un certo numero di posteggi di pertinenza per le attività commerciali. Il parcheggio costruito nell’area che andava ceduta al Comune. Il 27 marzo 2009, la Conferenza dei servizi indetta dal Suap approva la richiesta: viene prescritto alla Pal Impianti, però, che l’inizio dell’attività commerciale è subordinato al completo rispetto della Convenzione.

Qualche giorno dopo, il 6 aprile, il terremoto sconvolge la vita della città. Nei mesi successivi, il Comune va alla ricerca di edifici da affittare per trasferirvi gli uffici. In agosto, tra gli altri, sceglie palazzo Palmerini in via Colagrande. Anche se non ha la conformità urbanistico-edilizia. L’emergenza giustificherebbe la scelta, se non fosse che gli uffici del Comune sono rimasti lì fino all’aprile del 2012. Quasi tre anni.

Come si evince dalla tabella di riepilogo delle sedi degli uffici comunali in locazione, pubblicata da AquilaTv, l’amministrazione ha pagato più di 65mila euro l’anno d’affitto, pari a 5.426 euro al mese Iva inclusa, ad un costruttore inadempiente. Se non bastasse, il Comune ha affittato gli uffici senza regolare contratto. Non è mai stato firmato un accordo di locazione.

L’amministrazione comunale, insomma, ha omesso di pretendere dalla Pal Impianti la realizzazione di opere edili pari a 358.639 euro (valore di mercato del 2000, oggi la stima è di molto maggiore) e la cessione di aree per più di 15mila mq. E non soddisfatta ha pagato un lauto affitto, senza regolare contratto, per spazi che da convenzione sono di sua proprietà. Il trasferimento degli uffici comunali in via Colagrande è datato agosto 2009. Due mesi dopo, il 21 ottobre, il dirigente per lo Sportello unico per le attività produttive dell’Aquila, i cui uffici sono stati da poco trasferiti a palazzo Palmerini, assume il provvedimento conclusivo con cui autorizza, nello stesso palazzo, la realizzazione della struttura di vendita commerciale come da richiesta pervenuta prima del terremoto. Nel provvedimento ribadisce che l’inizio dell’attività commerciale resta subordinato al rispetto della convenzione del 2000, come prescritto dalla Conferenza dei servizi, riunita di nuovo il 14 ottobre. In fondo al verbale  legge che la Pal Impianti nel corso della riunione ha voluto far presente che “l’inadempienza attiene solo ed esclusivamente all’amministrazione comunale la quale, anche se più volte sollecitata e addirittura diffidata dall’Impresa, non ha mai voluto definire la convenzione”.

Nel novembre del 2009, in via Colagrande, apre il supermercato Dimeglio. L’accordo del 2000, però, non è stato ancora rispettato. La palestra coperta di 1000 mq, per esempio, non è stata mai realizzata. La struttura potrebbe essere utilissima ai tanti ragazzi della città che soffrono per la mancanza di spazi pubblici dove fare sport. Come mai il Comune non pretende il rispetto della convenzione? Come mai ha permesso l’apertura di una struttura commerciale anche se subordinata ad un accordo mai rispettato? Come è possibile che abbia affittato senza contratto, per quasi tre anni, degli spazi di sua proprietà in un edificio privo di conformità urbanistico-edilizia?

Le domande sono le stesse che ci siamo posti raccontandovi la vicenda di palazzo Del Tosto. Mancano le risposte, però. E’ difficile comprendere il senso di queste scelte: non solo l’amministrazione pubblica non tutela gli interessi della sua comunità, pretendendo il rispetto degli accordi, ma premia alcuni dei costruttori inadempienti con soldi pubblici.

Rinnoviamo la preoccupazione palesata in occasione dell’inchiesta Del Tosto: nei prossimi anni, L’Aquila sarà chiamata a gestire importanti flussi di denaro per la ricostruzione, lo speriamo almeno, e l’amministrazione dovrà prendere decisioni in piena trasparenza. Decisioni che andranno prese per il bene della comunità e non di pochi costruttori.

Ultima modifica il Venerdì, 06 Agosto 2021 11:24

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